I due sono accusati di essersi appropriati illecitamente di 33.717 euro spettanti al Comune, ma stanno restituendo il maltolto
Sono accusati di essersi appropriati dei soldi dovuti al Comune di Spoleto per l’attività di onoranze funebri. Per questo i titolari di un’agenzia cittadina, madre e figlio, sono comparsi martedì mattina davanti al giudice per le indagini preliminari per peculato.
I due sono accusati di essersi appropriati illecitamente di 33.717 euro spettanti al Comune. Cifra che nel frattempo però stanno restituendo.
A scoprire gli ammanchi era stato un funzionario dell’ente nel 2019: si era accorto che alcuni bonifici relativi ai funerali non corrispondevano a nessuna delle tariffe per i servizi di polizia mortuaria. Il Comune di Spoleto, quindi, a quel punto aveva presentato un esposto in Procura, da cui erano partite le indagini, concretizzatesi poi con l’accusa di peculato per i due spoletini.
Il modus operandi sarebbe stato piuttosto semplice: l’agenzia di onoranze funebri avrebbe effettuato inizialmente i bonifici online dell’importo corretto, salvo poi revocare il mandato di pagamento e sostituirlo con un altro di importo inferiore. Appropriandosi così – secondo le accuse – di oltre 30mila euro.
Martedì mattina al tribunale di Spoleto si è tenuta l’udienza preliminare, con il gup che ha rinviato l’udienza a metà settembre su richiesta della difesa, che ha anche anticipato la volontà di madre e figlio di patteggiare la pena, anche in virtù del fatto che stanno restituendo il maltolto. Il giudice ha comunque accolto la costituzione di parte civile del Comune di Spoleto, rappresentato dall’avvocato dell’ente Alessandra Rondelli.