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Pecore e cavalli sbranati in Altotevere: torna la paura dei lupi. Otto aggressioni in meno di un mese

Torna la paura dei lupi in Altotevere: sono già otto gli attacchi registrati in meno di un mese contro animali da pascolo. E si contano le vittime: si parla infatti di circa dieci pecore, due cavalli ed un vitello sbranati. Negli ultimi giorni due allevatori di Uppiano e Valdimonte, frazioni di Città di Castello, hanno denunciato ai veterinari dell'Asl le aggressioni: nel primo caso tre pecore sono state colte dai predatori durante le ore notturne, mentre nel secondo, durante un attacco avvenuto in pieno giorno, a rimanere vittima è stato un vitello. Fatti analoghi sono avvenuti a Pietralunga e nelle campagne dell'umbertidese, sempre a danno di ovini e puledri.

L'Asl 1 Umbria ha così voluto comunicare che i lupi, presumibilmente di razza marsicana, siano giunti in Alto Tevere attraverso l'Appennino: l'azienda ha anche denunciato il forte aumento di decessi di bestiame degli ultimi mesi, complice anche la calda stagione, causato proprio dagli attacchi dei lupi. Anche il Parlamento, con due delibere del 16 maggio e del 19 giugno, ha deciso di prendere provvedimenti a riguardo.

L'allarme della CIA – A qualche settimana dall’ultimo sos lanciato per sollecitare l’immediato intervento delle istituzioni competenti, dopo le aggressioni verificatesi nella zona del ternano di San Vito in Monte in comune di San Venanzo, il presidente della Cia dell’Umbria, Domenico Brugnoni, torna a denunciare il reiterarsi delle aggressioni con riferimento a quanto avvenuto anche in Alto Tevere. In alcune aziende zootecniche del posto, infatti, i lupi hanno ripetutamente attaccato e ucciso bestiame bovino e ovino di grande qualità assestando un altro duro colpo agli stessi allevatori già pesantemente colpiti nei mesi scorsi. “Non possiamo rimanere inerti – dichiara il presidente Brugnoni – di fronte ad un simile scempio. Ora bisogna porre subito rimedio ad una situazione divenuta insopportabile per gli imprenditori ma anche per tutti gli abitanti di alcune aree della nostra regione. Gli allevamenti colpiti – continua il presidente della Cia dell’Umbria – sono il fiore all’occhiello di una zootecnia di grande pregio, tipicamente collinare, grande patrimonio economico, sociale, ambientale e paesaggistico oltre che presidio straordinario per le nostre colline. In assenza di interventi immediati, in primo luogo un pronto risarcimento del consistente danno economico sopportato, la chiusura di queste aziende sarebbe inevitabile con ripercussioni assolutamente negative per tutto il territorio. E’ necessario inoltre – conclude Brugnoni – che le Istituzioni competenti Regioni e Provincia mettano in essere tutti i possibili accorgimenti per contenere la presenza dei lupi che, con i cinghiali, sono ormai diventati un vero e proprio flagello per la nostra agricoltura e per la zootecnia, peraltro già alle prese con una crisi senza precedenti.”

Alessia Chiriatti

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