Mentre il Pd sta per ufficializzare (un esterno, secondo il nuovo corso) il nome del candidato alle suppletive dell’8 marzo per il seggio in Senato lasciato vacante da Donatella Tesei, Walter Verini mette le mani avanti di fronte ai crescenti malumori sul commissariamento del partito regionale che ormai va avanti dallo scorso aprile.
“Ho considerato finito il mio mandato con le elezioni regionali, ora il mio compito è solo quello di accompagnare la vita democratica del partito fino al congresso regionale” ha detto Verini, anche per rispondere alle richieste di sue dimissioni,
Nella sede di via Bonazzi, di fronte alla stampa convocata per dare “buone notizie per il partito e non solo“, Verini ha posto un limite al suo mandato di commissario: il 12 aprile, un anno esatto da quanto da Roma gli fu assegnato il testimone lasciato malamente da Gianpiero Bocci dopo lo scandalo Sanitopoli. Una data entro la quale, per il commissario, c’è “l’obbligo” di avviare le procedure congressuali.
Scongiurato il commissario-bis
“Gli attacchi che mi arrivano – si è difeso Verini – dovrebbero essere fondati e basarsi sul principio di lealtà ma così non è. Se io mi dimetto, infatti, andrebbe nominato un altro commissario fin quando non ci sarà l’elezione del nuovo segretario al congresso”. Insomma, il commissario per ora è lui e non ha voglia di reggere il partito umbro oltre il tempo massimo previsto. Quindi, basta solo avere un po’ di pazienza.
I tempi del nazionale
Sui tempi e le modalità del congresso umbro Verini ha precisato: “Abbiamo dovuto aspettare che la direzione regionale approvasse il regolamento per i congressi regionali, con l’elezione del segretario ora riservata solo agli iscritti, cosa che è avvenuta lunedì scorso. Senza di questo, infatti, non si potevano avviare le procedure pratiche”.
Solo ora si potrà procedere, secondo la strada tracciata dal regolamento e dallo statuto.
Partito da rivoltare
Verini ritiene che anche in Umbria ci siano segnali importanti di apertura nella direzione auspicata dal segretario Zingaretti, che “ha annunciato la volontà grazie ad un congresso fondativo di aprire il partito e di rivoltarlo come un calzino”.
Tante mani
E la prova è data da quelle personalità, “conosciute o meno“, che hanno chiesto di iscriversi al partito. E poi ci sono persone che hanno deciso di dare una mano “mantenendo il loro profilo civico“. Insomma, il nuovo Pd non sarà fatto solo di iscritti. Verini, tra gli altri, ha ricordato l’ex candidato a sindaco di Perugia Giuliano Giubilei, l’ex candidata alle europee Camilla Laureti, e le giovanissime Costanza Spera (capolista a Perugia di una delle liste civiche collegate a Giubilei) e Giorgia Azzarelli (impegnata nelle comunali a Foligno a sostegno del candidato Pizzoni).
La due giorni di fine febbraio
L’ulteriore “buona notizia” annunciata da Verini è la “due giorni delle idee” che si terrà il 28 e 29 febbraio, con le conclusioni affidate al segretario nazionale Zingaretti. Confermata anche la presenza di Gianni Cuperlo, presidente della Fondazione Costituente. Ed attraverso 150 personalità del mondo politico, economico, sociale, civico della regione che interverranno “si cercheranno di mettere al centro, per due giorni, i temi dell’Umbria e del rinnovamento della politica, per pensare – ha concluso Verini – ad un partito delle idee più che della conta delle tessere”.