Cresce nel Pd umbro il fronte dei dialoganti, di quanti cioè, pur non riconoscendosi nell’iniziativa di Vannini, hanno accettato l’invito al confronto che arriva dall’area Ascani. “Di fronte a un partito immobile da mesi, almeno c’è un luogo dove discutere e confrontarsi…” è la giustificazione con la quale alcuni, anche vicini al segretario Verini, hanno comunicato la volontà di partecipare sabato all’iniziativa di Vannini.
Ascani in cerca di garanzie
Certo, tra l’accettare l’ìnvito al confronto ed il sottoscrivere il documento di aperta opposizione al segretario il passo è tutt’altro che breve. Anche perché non sfugge l’esigenza del vice ministro Anna Ascani di risalire le gerarchie del partito, visto che nel 2018, da renziana di ferro, il Matteo segretario l’aveva messa al riparo da eventuali esiti catastrofici delle urne (che poi puntualmente si verificarono) nella corsa verso Roma. Si andasse al voto domattina, difficilmente avrebbe quella polizza-vita.
Certo, Ascani mette sul piatto della trattativa con la segreteria Zingaretti, alla quale non è proprio affine, la sua scelta di non seguire Matteo Renzi e gli altri amici nell’avventura di Italia Viva.
Italia Viva cerca la sua strada
Avventura che dopo il risultato del Pd in Emilia Romagna appare ad un bivio. Da qui il nuovo attivismo di Matteo Renzi, sul fronte giustizia e non solo. Anche perché, in attesa del passaggio nazionale di febbraio, la base, anche in Umbria, lamenta ritardi nell’organizzazione territoriale del partito nato in autunno da una costola di quel Pd dal quale ora deve differenziarsi nettamente agli occhi degli elettori moderati.
Verini tra Roma e Perugia
Proprio la giustizia è la materia che sta tenendo Walter Verini molto impegnato sul fronte nazionale. Troppo, secondo alcuni, che ricordano come al suo insediamento da commissario dopo lo scandalo Sanitopoli che aveva decapitato il partito umbro, lo stesso Verini avesse indicato la necessità di un confronto costante, pur informale, con il gruppo che aveva scelto per coadiuvarlo nel compito di reggere il partito fino al Congresso ed evitare il rischio di essere un uomo solo al comando.
Manovre verso il Congresso
E il Congresso sembra il bersaglio grande al quale in diversi mirano. Tommaso Bori, da molti indicato come il possibile segretario in grado di dare un volto nuovo (e vincente) al Pd umbro, potrebbe anche lasciare la carica di capogruppo in Regione per accettare la candidatura alla guida del partito.
Poi c’è Simona Meloni, che già nel dicembre del 2018 aveva cercato una terza via, insieme a Pensi, tra l’asse Bocci-Marini e lo stesso Verini, con cui poi era venuta a patti. Ma ora lo scenario è mutato e forte del consenso che l’ha portata a Palazzo Cesaroni potrebbe anche lei scegliere di candidarsi. Per questo è pronta a dialogare con tutti.
Dalla fascia appenninica continua la sua lotta solitaria il sindaco di Gualdo Tadino, Massimiliano Presciutti. Il quale però non è riuscito finora a convincere gli altri sindaci dem superstiti, soprattutto nell’area del Trasimeno.
L’investitura per le suppletive
Il Congresso regionale è diventato il bersaglio grande. Perché trampolino verso futuri lidi al sole, legge elettorale permettendo.
Meno sentita è l’investitura a campione del Pd nelle suppletive dell’8 marzo per il Senato nell’Umbria sud. Il distacco di una ventina di punti percentuali stimato rispetto al candidato del centrodestra rende quell’investitura scomoda. Uno scettro per bruciarsi, più che per arrivare a Roma. E questo nonostante la dolce notte emiliana, dove comunque molto ha contato quanto di buono fatto all’amministrazione Bonaccini.
Nella riunione ternana di martedì è stata sancita l’incandidabilità del sindaco di Narni, De Rebotti. Che non ha apprezzato il modo in cui il partito ha gestito la voce di una sua possibile candidatura di servizio: l’idea lasciata trapelare che fosse disposto a lasciare i concittadini narnesi per un posto a Roma non lo aiuta nel suo ruolo da sindaco.
I confini fluidi del partito
Al di là della suggestione Marco Frittella (ma non è che con Giubilei la carta del volto televisivo sia servita per sovvertire i pronostici), la possibilità che la candidatura per le suppletive umbre possa servire per aggregare nuove aree, secondo l’idea del partito dai confini fluidi che Zingaretti ha in mente, è una strada che si può percorrere. Tanto più se la vittoria è tutt’altro che a portata di mano.
Il messaggio di Verini
Ancora una volta, però, la prima esigenza del Pd umbro è quella di serrare le fila e non farsi sopraffare dalle forze centrifughe. Da qui il messaggio che il segretario Walter Verini lancerà al popolo dem nella conferenza stampa convocata per giovedì mattina alle 12 nella sede di via Bonazzi.