Un voto online per decidere delle sorti del Partito Democratico dell’Umbria e, in particolare, della sua assemblea. Un voto rimandato dallo scorso venerdì in direzione a Roma, nel dubbio che, a seguito della relazione del segretario Nicola Zingaretti, non si arrivasse al numero legale. Un procedimento necessario, a seguito dei rivolgimenti di cronaca giudiziaria su Sanitopoli e al commissariamento del partito.
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24 ore per decidere le sorti degli organismi regionali, con voto online aperto giovedì 1 agosto alle ore 13 e chiuso venerdì 2 agosto alla stessa ora. Già a inizio luglio fonti vicine alla segreteria nazionale avevano fatto sapere che si stavano predisponendo gli atti per lo scioglimento dell’Assemblea regionale del partito.
A comunicarne ora l’ufficialità, lo stesso presidente Paolo Gentiloni, il quale afferma che, a seguito della votazione online, la Direzione nazionale del partito ha deciso per l’estensione del Commissariamento del PD Umbria: 176 i voti a favore, 33 i contrari e 0 gli astenuti. Il voto conferma dunque Walter Verini a commissario e lo scioglimento di tutti gli organismi della sezione regionale del Partito Democratico.
Quello dell’assemblea regionale del piddì umbro non è l’unico tassello da aggiungere a questa estate pre elettorale. Da Palazzo Donini, sede della giunta regionale, giungono notizie in base alle quali un pezzo dell’organo esecutivo starebbe per sfilarsi dall’impegno prima della fine della legislatura: è Antonio Bartolini, professore universitario, membro esterno della giunta, il quale, dopo l’assegnazione dell’incarico all’Aran (l’Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni), sarebbe in procinto di rassegnare le proprie dimissioni nei prossimi giorni. Si aprirebbe così la necessità per la giunta di spacchettare le deleghe dell’assessore Bartolini (tra cui riforme della Pubblica Amministrazione e istituzionali; società partecipate e Agenzie regionali; innovazione e Agenda Digitale; risorse umane e organizzazione dell’Ente allo studio; edilizia scolastica) tra gli altri membri di giunta, che mal sopporterebbero ulteriore carico di oneri e doveri in una compagine già appesantita dalle vicende degli ultimi mesi.
Tra sfilacciature e un si salvi chi può, dunque, si giungerebbe al voto del prossimo autunno, con candidature ancora non espresse chiaramente e per cui esistono ancora tre date in ballo: 27 ottobre, 17 o 24 novembre. Il piddì sarebbe intenzionato ad anticipare la data per scongiurare il più possibile l’onda d’urto dell’inchiesta penale su Sanitopoli.
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