A qualcuno di certo toccherà passare il turno, nonostante ci avesse sperato, date le manovre nel partito. Si ricorderanno infatti i movimenti avvenuti tra la scorsa primavera e questa estate, quando almeno in un paio (leggasi il consigliere regionale Marco Vinicio Guasticchi e il deputato Walter Verini) si erano subito dichiarati pronti a riprendere in mano il futuro del partito umbro. Le partite sono tante, si combattono su più fronti: prime tra tutte le elezioni per la segreteria regionale e quelle per il sindaco di città importanti come Perugia, che andranno al voto a maggio 2019.
In Segreteria
Con la reggenza ancora in piedi, dopo le dimissioni di Giacomo Leonelli a seguito dei risultati elettorali del 4 marzo scorso, per il Pd, in vista del 16 dicembre, data stabilita per le primarie per la scelta del segretario, si fa strada il ticket Simona Meloni (dal Trasimeno) – Andrea Pensi (sindaco di Gualdo Cattaneo). Una spinta proveniente da diverse aree del partito, e che vede i due schierati in prima fila con l’organizzazione di un incontro oggi, giovedì 18 ottobre alle 21, al Deco Hotel di Ponte San Giovanni, quando si parlerà del Congresso imminente. D’ispirazione il titolo dell’evento: “Rigenerazione Democratica – Il potere delle idee”. Nel frattempo lunedì scorso si è svolta la Direzione regionale, utile alla nomina della commissione regionale di garanzia del congresso. Nel frattempo, però, sembra farsi strada sempre più un altro asse per la segreteria regionale: il binomio è addirittura quello Marini-Bocci, con il secondo eventualmente candidato segretario, che nel caso in cui riuscisse metterebbe in ombra Verini.
Al Comune di Perugia
Intanto mercoledì sera, al circolo Arci di Sant’Erminio, ci si è mossi in parallelo per ricostruire il resto del programma per il centrosinistra e individuare una road map futura in vista dei prossimi appuntamenti. A chiedere la riunione il segretario del Pd perugino, Paolo Polinori. Sul nome per il futuro candidato a sindaco di Perugia ancora non ci si sbilancia, anche perché ciò che si sta delineando nel partito in Umbria e a Roma non sarà ininfluente, anche se i tempi sono stretti. Ma per il centrosinistra, e non solo quello perugino, resta ovviamente fondamentale provare a “riprendere” Palazzo dei Priori, con la candidatura a sindaco, per sfidare Andrea Romizi. Un nome tra tutti, che risuona forte in questi giorni tra gli ambienti politici, è quello di Giuliano Giubilei, giornalista professionista volto del Tg3 e presidente del Festival delle Nazioni di Città di Castello. Una figura, quella di Giubilei, sulla quale sembrano convergere anche le anime più civiche del centrosinistra, così come le varie ali del partito. Che, detto chiaramente, se non avessero trovato la quadra su un nome esterno, avrebbero probabilmente condotto lo stesso Pd verso una frattura insanabile.
La presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, in un’intervista video rilasciata al format Corso Vannucci, ha caldeggiato la scelta su Giubilei. Le ha fatto poi eco l’ex assessore del Comune di Perugia Andrea Cernicchi, che ha dichiarato di non aver mai proposto la sua candidatura e che è il momento per il partito di riavviare un percorso di recupero della città, anche da un punto di vista culturale, dopo il mea culpa dello stesso Pd fatto negli anni successivi alla sconfitta di Boccali.
Giubilei non sembra sottrarsi al ragionamento e, in vista dell’incontro organizzato da Anima Civica sul futuro del quartiere Fontivegge (a cui poi ha partecipato), si era così espresso su Facebook: “Bisogna davvero fare un grande sforzo di immaginazione, coinvolgendo le opinioni di tutti. E magari anche nomi di primo piano, come avvenne con Aldo Rossi. Serve insomma una progettualità ampia, che ovviamente non si limiti al caso Fontivegge, ma faccia uscire Perugia dai confini angusti e provinciali in cui a me sembra tornata in questi ultimi anni. C’è molto da discutere su come è cresciuta (male) la nostra città: dalla questione Ikea a certi interventi necessari per riqualificare il centro storico fermi da anni. Penso insomma che bisogna aprire un grande cantiere di dibattito sul futuro di Perugia, che deve riconquistare un ruolo centrale come capoluogo di regione – una regione importante – e la fisionomia, oggi perduta, di grande città della cultura, del sapere (con le sue università) e perché no, del buon vivere”.
Restano comunque anche i nomi di Carla Casciari, e, seppure l’ipotesi sia andata scemando, dell’avvocato Carlo Calvieri.
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