Il Pd di Terni è arrivato a una resa dei conti che sembra non potersi però concretizzare. Lo scorso 28 giugno c’è stata l’assemblea comunale dei dem nell’ambito della quale ci si attendevano le dimissioni della segretaria Sara Giovannelli, dopo la disfatta ‘programmata’ elettorale che ha portato la Lega al governo della città.
Niente dimissioni. Non solo la Giovannelli non si è dimessa, ma, dopo aver respinto responsabilità sulla sconfitta (la Giovannelli è in carica da neanche un anno, ndr), si è proposta come novella pastorella delle pecorelle smarrite all’interno del Pd. E non è una metafora. È proprio quanto sostenuto dalla segretaria: “Sono come un pastore che riconduce le pecore smarrite al gregge, e nessuno meglio di me conosce le sue pecore”. Ma qualche pecorella dal recinto è uscita, diciamo pure la maggior parte del gregge.
Durante l’assemblea del 28 giugno su 18 interventi dei militanti, ben 15 sono stati quelli che hanno chiesto le dimissioni della Giovannelli che, testuali parole, ha ribadito: “Io non faccio come Schettino. Il partito ha bisogno di me”.
La segretaria rimane in sella, con l’unico appoggio di Sandro Corsi e del consigliere Orsini; alcuni dei membri della sua segretaria l’avrebbero invitata alle dimissioni, ma la Giovannelli non ha alcuna intenzione di abbandonare la nave.
Nel frattempo i circoli lavorano alacremente per sbloccare una situazione che sta precipitando senza controllo. Già, nelle scorse settimane, si era arrivati a chiedere l’intervento della commissione di Garanzia del Pd per alcune presunte violazioni dello Statuto del Pd, ma nei giorni scorsi i circoli si sono mossi ancora più decisamente, compilando un documento per richiedere il commissariamento del partito ternano e azzerare tutta l’attuale classe dirigente.
Per sfiduciare l’attuale segretaria servirebbero 52 voti su 103 dell’attuale assemblea, ma, al momento, sembra che questi numeri non possano essere raggiunti. Nell’ombra, infatti, sembra stiano lavorando i soliti ‘big’ del partito, primo tra tutti Eros Brega che, secondo indiscrezioni, avrebbe trovato un accordo interno per mantenere la Giovannelli segretaria.
Lo scontro è con Fabio Paparelli che da tempo ha preso le distanze dalla dirigenza ternana; anche l’assessore regionale sostiene la richiesta di Commissariamento, ma la sua posizione crea frizioni all’interno del partito, visto che da molti viene indicato come uno degli artefici dell’attuale disfatta dem.
Al momento, dunque, la situazione rimane bloccata, perché senza le dimissioni della segretaria il Commissariamento non può essere formalizzato, né ci sono i numeri per sfiduciare l’attuale maggioranze. Tutto è allora rimandato al prossimo congresso sul quale non ci sono date certe.