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Pd Spoleto, volano stracci e insulti / E il vicinato “innaffia” i bollenti spiriti

Più che una ‘analisi sul voto’, il Pd di Spoleto farebbe meglio ad effettuare una analisi su se stesso. Meglio, una psicoanalisi. E con un buon professionista. Perché quanto successo ieri l’altro nella sede di viale Trento e Trieste conferma che lo stato di salute dei democratici è tutt’altro che buono. A dir poco instabile. Neanche l’ultima assemblea comunale è riuscita a sedare gli animi, anzi. A poco è servita anche la presenza ai lavori del segretario regionale Giacomo Leonelli, andato via a notte inoltrata scuotendo la testa, probabilmente pentito per non aver commissariato l’organismo politico spoletino rimasto privo della segreteria dopo le dimissioni di Andrea Bartocci.

I lavori preparatori – eppure la linea era stata tracciata dallo stesso Leonelli e dal provinciale Dante Andrea Rossi, quest’ultimo sempre più in difficoltà – non fosse bastata la sconfitta sancita dalle urne – anche nel gestire le cose in casa propria. Dunque per evitare il commissariamento, scongiurato da più parti, si sarebbe dovuto procedere a nominare una “reggenza” a 4 cui chiamare l’attuale presidente Vilma Fiata, Marco Trippetti della segreteria regionale, Valia Fedeli Alianti responsabile donne e, neanche a dirlo, lo stesso Rossi (carica che va ad aggiungersi a quella di capogruppo in consiglio e di segretario provinciale). Non mancava che comunicarlo all’assemblea e incassare il benestare. Ma fra il dire e il fare, a Spoleto, c’è di mezzo un oceano.

Insulti e stracci – così dopo un paio d’ore di parole al miele e frasi ricche di aria fritta, sono cominciati gli interventi di alcuni membri del direttivo che hanno trasformato il clima fin lì disteso. D’altra parte a nessuno era sfuggito che i 4 nomi proposti appartenevano al circolo ‘Centro’; come dare uno schiaffo agli altri 5 club del territorio. Così Francesco Passeri chiede l’inserimento nel direttorio di Giancarlo Cintioli, consigliere regionale e “ultimo rappresentante istituzionale” del piddì locale in grado di mantenere i rapporti con i livelli superiori; il duo Loretoni-Passeri propone invece di allargare la reggenza anche ai referenti degli altri 5 circoli, e così via. Ognuno dice la sua con la situazione che pian pianino sfugge di mano. La tensione arriva alle stelle nel giro di poco, tanto da chiedere l’intervento di un paio di dirigenti per evitare che Tiberi e Leonelli possano arrivare alle mani. Il momento clou arriva quando Franscarelli propone il nome di Laura Zampa con buona parte dei presenti che fanno sentire (fino in strada) il proprio dissenso. Un attacco frontale, neanche troppo elegante, che registra il disappunto dell’ex consigliera. Una battuta di troppo infiamma le prime file della platea fra la segretaria della Centro Rosanna Mazzoni e il piddì o Walter Tosti, marito della Zampa. Fra i due vola anche qualche insulto che imbarazza la sala.

La conta – è passata abbondantemente l’una di notte quando si procede alla verifica dei presenti. Sulla carta ne sono rimasti 25, numero insufficiente per decretare qualunque cosa (la maggioranza è fissata a 26). Ma il piddì vota lo stesso, una decina gli astenuti, e “approva” la reggenza. Secondo alcuni Cintioli non sarebbe stato “nominato”; secondo altri invece la proposta di Passeri, che in extremis aveva visto il ripensamento di Rossi, e’ passata. Bisognerà comunque attendere il verbale che i vertici del partito si apprestano a redigere oggi pomeriggio. E sul quale la Zampa è già pronta a presentare ricorso ai Garanti.

Chi pensa alla maggioranza? – intanto nei corridoi c’è chi critica le divisioni che hanno lacerato il partito e preferirebbe invece affrontare le strategie da attuare nei confronti della nuova Giunta. A cominciare dalla presunta incompatibilità di un amministratore (l’assessore al bilancio?) passando per una verifica su alcune ‘ombre’ – così sono state definite – che potrebbero riguardarne almeno altri due. Di più al momento non è dato sapere.

Acqua dai balconi – sono le due quando i piddini lasciano i locali, soffermandosi a chiacchierare lungo il viale, per la rabbia del vicinato che negli ultimi 4 mesi ne ha sentite di tutti i colori, tanto sono pacate le riunioni politiche, e a tutte le ore. Così dopo un po’ il proprietario di un appartamento comincia ad annaffiare i propri vasi ma l’intento è quello di convincere i disturbatori della quiete pubblica a tornare a casa propria. Capita l’antifona qualcuno si scusa. “La prossima volta chiamo i carabinieri” risponde deciso il malcapitato.

Modificato il 28/06/14 alle 21:42

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