La relazione del segretario del Partito democratico
Approvata all’unanimità la relazione del segretario del Partito democratico, Tommaso Bori, dopo le amministrative e in vista dell’ultimo anno di Regionali. Partendo dallo scenario politico internazionale e nazionale per poi passare all’analisi del voto delle recenti amministrative, il Segretario Dem ha tracciato le linee e gli obiettivi per i prossimi mesi.
“Oggi le forze progressiste e democratiche si trovano ‘controvento’” – ha affermato Bori in apertura del suo intervento. “La destra – continua – non vince perché presenta la proposta migliore, la destra vince perché ha le idee chiare ed è compatta”.
“Per arrestare questa avanzata – prosegue – dobbiamo in primo luogo ricostruire, come ci diciamo da anni, un’identità. Per farlo occorrono due cose: scegliere chi vogliamo rappresentare e cosa vogliamo fare. Cioè proporre un’agenda e poi farla ‘vivere’ passando dall’essere opposizione ad essere alternativa. In secondo luogo dobbiamo metterci nelle condizioni di essere davvero competitivi, scendendo in campo per vincere e non solo per partecipare. Perché, al di là del ‘vento contrario’, finché non completeremo la ricostruzione della nostra identità e fino a quando non avremo dato vita ad un’alleanza vera e strutturale, non rappresenteremo quell’alternativa credibile e competitiva che vogliamo essere. Sto parlando di una coalizione strutturata e strutturale, non di un cartello elettorale a geometria variabile. Anche in Umbria non vedo alternative: o noi abbiamo la capacità di contrapporre alle destre un campo unito delle forze alternative e progressiste, oppure, in qualche caso, non riusciremo neppure a scendere in campo”.
“L’ha detto bene Elly Schlein in Direzione nazionale – sottolinea Bori -: ‘non tradiamo le aspettative di chi vuole veder crescere l’alternativa a questa destra. Riconosciamo e poi privilegiamo i punti di unione più che le differenze, che ci sono e sono anche significative, ma non possono impedire di trovare convergenze’”.
“Dobbiamo certamente continuare una politica di rinnovamento – aggiunge – e di protagonismo dei territori su cui si basa il nostro mandato fin dal Congresso Regionale 2021, puntando sul modello di Partito-Comunità, strutturato e forte, capace di esercitare una funzione politica e luogo di sintesi unitaria delle nostre istanze. Dobbiamo essere consapevoli che oggi per noi si apre un anno cruciale. E dinnanzi a questo impegno, siamo al bivio. Possiamo essere la prima regione che riesce a cambiare quel ‘vento’, quella che per prima segna la rinascita dell’alternativa. Quindi, a maggior ragione oggi, di fronte alle grandi sfide che ci aspettano, intendiamo veramente coinvolgere tutti. Anche io credo in un modello di leadership che, da un lato è plurale, dall’altro però si basa sulla competenza e il consenso delle persone che ha intorno, non sulla fedeltà. Perciò continuerò ad ascoltare e anche a coinvolgere tutti nelle decisioni, lo farò ancora di più se necessario”.
“Ma sia chiaro – conclude Bori – non sono disposto ad accettare il modello dei caminetti, né il gioco al logoramento del segretario, perché non è questa l’idea di Partito che ho in mente e per cui abbiamo ricevuto il nostro mandato. Il coinvolgimento passerà attraverso le regole e i luoghi di rappresentanza e discussione che il partito si è dato. In questo senso intendo lavorare, e, proprio in quest’ottica, nelle prossime settimane, procederò a rivedere anche la composizione della segreteria regionale perché davvero penso che dobbiamo cambiare marcia e dobbiamo farlo tutti insieme”.