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PD: OGGI FIORI D'ARANCIO, IL MATRIMONIO S’E’ FATTO! ADDIO DS, MA LA MARGHERITA SOPRAVVIVE CON CALANDRI

Un po’ come per Renzo e Lucia di manzoniana memoria. Alla fine anche per il Pd è arrivato il giorno dei fiori d'arancio, dell'attesissimo 'sì'. Ad ufficializzare, finalmente, la costituzione del gruppo consigliare è stato pochi minuti fa Amedeo Marcelli: “Signor Presidente del Consiglio, nuovo capogruppo è il collega Franco Di Marco…io sarò il vice capogruppo” ha detto l’ex capo della quercia. Un annuncio a sorpresa, dal momento che, almeno per oggi, non se ne erano avute avvisaglie. A prendere il microfono, subito dopo, è stato il consigliere Carlo Calandri, autore di un altro annuncio a sorpresa. L’irriducibile Calandri, che da tempo aveva detto di non aderire al piddì, non ha gradito molto l’intervento di Marcelli: “è una questione di stile, almeno lo poteva prima dire ai colleghi. Comunque faccio gi auguri al neopartito e ai colleghi di buon lavoro”. E ancora: “dopo essermi consultato con il mio elettorato ho deciso di rimanere nel partito della Margherita”. Qualcuno è rimasto spiazzato, specie chi pensava che Calandri optasse per entrare nel Gruppo Misto con l’Italia dei Valori. Ma così non è stato. Almeno per ora visto che Calandri sta aspettando l'ufficializzazione da Di Pietro & Co. di un suo ruolo.

La Margherita dunque, almeno a Spoleto, manterrà il suo 'gruppo'. Ed annesso capogruppo. Calandri per la verità durante l'intervento non ha rivendicato tale ruolo, ma a minuti dovrebbe essere il segretario comunale ad incoronarcelo.

Si interrompe dunque il sodalizio fra il consigliere dell’Alta Marroggia e gli ormai ex margheritini. Certo è che in quattro anni di legislatura ed altrettanti di Giunta Brunini, Ds e Margherita hanno perso altrettanti consiglieri con una media da record: uno l’anno. Prima Patrizia Colangeli e Luciano Lisci, poi Vanni Castellana, oggi Calandri. Che potrebbe anche non essere l’ultimo. Un paio di consiglieri infatti hanno di recente manifestato più di un nervosismo. Ma da qui ad un definitivo divorzio ce ne vuole. Almeno così si spera nel Pd. Ma almeno per oggi non vale la pena pensarci. Oggi è il giorno dei confetti