Dalle sottoscrizioni tramite i social all’invio di sms, dalle telefonate agli incontri serali, ad una settimana dalla presentazione al commissario del Pd Walter Verini si intensifica la mobilitazione degli ideatori del “Manifesto per la nuova stagione” del Pd.
E i “104”, la maggioranza dell’Assemblea regionale, che in questa operazione vedono possibili alleati per un comune obiettivo: Congresso straordinario subito dopo l’estate e primarie di coalizione per il candidato presidente e per i consiglieri.
Il Manifesto, quello per la nuova stagione, che si apre con una citazione di Andrea Camilleri, recentemente scomparso: “Il rinnovamento avverrà quando qualcuno avrà il coraggio di dire che in politica non tutto è possibile”.
L’obiettivo è quello di “scrivere un libro nuovo“, perché “voltare pagina non basta”, nella storia del Pd umbro, dopo lo scandalo Sanitopoli. Una richiesta di cambiare persone e soprattutto metodo, dunque. Che ovviamente viene osteggiata da chi un posto nella prossima lista del Pd per le regionali ritiene di meritarselo di diritto, a cominciare dai consiglieri uscenti che hanno fatto un solo mandato. E che quindi vedono nel Manifesto di questi nuovi “rottamatori” una mossa per scalare le posizioni nel partito.
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Ma i promotori del Manifesto, rigorosamente senza firme per evitare che qualcuno venga indicato a capo dell’azione (che comunque conta molti giovani esponenti, amministratori ed ex amministratori del Pd) proseguono per la loro strada.
Il Manifesto per la nuova stagione
Ed eccolo il testo integrale del Manifesto, dopo la limatura della prima bozza:
“Siamo donne e uomini che si riconoscono negli ideali, nei valori e nei progetti del centro-sinistra e che investono il proprio tempo e le proprie energie nell’impegno politico disinteressato e al pieno servizio del bene comune, della giustizia sociale, di un modello inclusivo di convivenza.
Concepiamo la politica come aperta all’ascolto della società e dei suoi bisogni, rispettosa delle altre autonomie, non autoreferenziale e soprattutto lontana da qualunque pretesa di invadenza e di lottizzazione.
Stiamo assistendo da settimane, sgomenti, ad un dibattito surreale che vorremmo contribuire a superare: fino ad oggi c’è stato un coro dissonante di monologhi a mezzo stampa o social, a cui vogliamo sostituire una seria riflessione collettiva come la nostra comunità sa fare.
Questo manifesto, volutamente senza firme, non nasce per delegittimare alcun ruolo o percorso ma, al contrario, per rafforzarlo ed aprire nuovi orizzonti: non abbiamo intenzione di costruire un nuovo steccato, ma desideriamo abbattere quelli eretti da altri, liberandoci tutti da confini e casacche tanto dannose quanto anacronistiche. Proprio con questo spirito di apertura ed inclusività lo abbiamo pensato, per la libera sottoscrizione di tutte le persone che vi si riconoscono.
Due fatti inediti come le elezioni regionali anticipate e il congresso regionale straordinario ci pongono di fronte ad un bivio: o garantire poche rendite di posizione ad alcuni e scrivere l’ultimo capitolo di una saga poco fortunata che ci ha portato fin qui, oppure chiudere con un capitolo della storia regionale e, voltando pagina, aprire un nuovo libro in cui scrivere tutti insieme il futuro dell’Umbria e del centro-sinistra.
Il primo passo costituisce soltanto la base di partenza per tornare in sintonia con i cittadini umbri ed essere credibili agli occhi della nostra comunità: occorre praticare nei fatti e senza opacità la discontinuità che ci viene chiesta sia nei metodi che nelle soluzioni per l’Umbria. Ma ciò non basta se assieme non si attua il totale e completo ricambio del gruppo dirigente, protagonista della crisi di consenso e rappresentatività degli ultimi anni. Per questo è necessaria generosità da parte di tutti, serve il coraggio del cambiamento per aprire una nuova stagione. Un nuovo inizio.
Serve una svolta: non si chiede un passo indietro a nessuno, ma un passo di lato, che permetta alla società umbra di vedere un nuovo corso per la nostra terra, senza che i personalismi monopolizzino il dibattito sul presente e sul futuro dei nostri territori.
Noi non intendiamo parlare delle divisioni interne e delle guerre di corrente, vogliamo parlare dei temi per l’Umbria e i suoi cittadini:
- tornare a produrre sia ricchezza per redistribuirla, sia lavoro per abbattere la disoccupazione;
- ricominciare ad offrire opportunità ai giovani sempre più spesso demansionati e inoccupati, promuovendo percorsi di formazione con figure professionali e consulenza a progetti dedicati (Garanzia Giovani), investendo nella loro divulgazione capillare;
- essere ambientalisti e pensare all’ecosostenibilità come pilastro fondamentale dell’azione politica, così come dettare l’agenda giusta su rifiuti, acqua, aria, produzione e qualità degli alimenti, riciclo dei rifiuti ed energie rinnovabili;
- combattere le disuguaglianze sociali insieme alle nuove e vecchie povertà investendo nel terzo settore;
- lottare contro i tagli al diritto allo studio, alla ricerca, alla scuola e all’università;
- occuparci di sviluppo economico e infrastrutture cruciali per tornare a crescere;
- pensare la cultura, le manifestazioni internazionali e il turismo come volano economico;
- stare dalla parte dei diritti, civili e sociali, costruendo una società che non discrimina e basata sulle pari opportunità;
- investire sulla viabilità e le vie di comunicazione, il trasporto pubblico e la mobilità alternativa per non rimanere isolati;
- scegliere la vera integrazione e la collaborazione tra la Regione Umbria e le regioni limitrofe;
- aumentare i servizi alle persone e il loro indotto;
- diminuire la burocrazia con i suoi costi diretti ed indiretti;
- porre particolare attenzione all’occupazione femminile, promuovendo servizi di welfare capaci di valorizzare il percorso lavorativo delle donne in termini di carriera e di retribuzione;
- offrire a tutti le stesse opportunità coniugando nel migliore dei modi l’equità con la meritocrazia.
Queste sono solo alcune delle idee che dovrebbero animare la nuova fase del centro-sinistra e del PD in Umbria. Per affermare questi principi, progetti e visioni vanno forniti tutti gli strumenti di partecipazione possibili. Non solo e non tanto dal Partito Democratico, ma da tutto il campo largo del centro-sinistra.
Liberiamo le idee nuove e le energie nuove. Rendiamo protagonisti i volti nuovi e non inventati, ma ripensiamo prima di tutto un nuovo modo di stare insieme: il Partito Democratico nasce con la vocazione maggioritaria e ha ridefinito il panorama del centro-sinistra con questo spirito. Oggi più di ieri il Pd ha bisogno di alleanze larghe e nuove coalizioni, a partire dalle positive esperienze civiche diffuse, per non cedere alla tentazione di considerarsi ormai opposizione ed arrendersi chiudendosi in difesa ancor prima di aver giocato la partita“.