Politica

PD e grandi manovre | Parabola e fenomenologia di un Commissario “bocciato”

Era stata prevista come una direzione regionale del PD infuocata. Poi si è trasformato tutto in un fuoco di paglia. Dalle grandi manovre al due di picche per Walter Verini, candidato a un ruolo apicale all’interno del Partito Democratico umbro, non sono trascorsi poi tanti giorni. Un paio di riunioni, quelle sì, e diverse dichiarazioni a mezzo stampa o social. Ognuno a tessere una tela, magari non necessariamente la propria, in vista dei prossimi appuntamenti elettorali umbri, o, per non peccare di poca lungimiranza, nazionali.

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Senza guida?

Il quadro ai più è ormai abbastanza chiaro: il PD si prepara alle prossime comunali su Perugia per il 2019 e al congresso per la nomina del segretario regionale (forse in autunno). Questi almeno gli appuntamenti in agenda più vicini, fatte salve le elezioni regionali del 2020 (che per la scelta di un cavallo su cui puntare non sono poi così distanti) e mettendo in conto che non tutti scommettono sulla durata del governo giallo-verde a Roma.

Vecchia e nuova guardia nel PD provano così a trovare la quadra: e giù telefonate dalla capitale, grandi manovre, sindaci umbri che, dopo la riunione di venerdì scorso in Regione con la presidente Marini, sembravano favorevoli a cercare una guida immediata per il partito (nonostante la reggenza ci sia, pur senza segretario).

Ed ecco montare negli ultimi giorni l’idea di trovare un Commissario, che aiuti il PD a scavallare la china del congresso.

“Me lo hanno chiesto gli altri”

Il nome è presto fatto: è quello di Walter Verini, sul quale in pochi giorni l’attenzione è diventata massima. Mistero dei misteri, convoca una conferenza stampa tenutasi ieri mattina per parlare del PD umbro, a poche ore prima della direzione regionale tenutasi sempre ieri, ma alle 18. Nominato negli ultimi giorni da Martina come responsabile nazionale giustizia (le male lingue hanno parlato di “contentino” per fargli evitare la scalata alla segreteria regionale). E in conferenza stampa, ieri mattina, Verini cala l’asso: si presenta come il tramite tra la vecchia e la nuova guardia del partito, in grado di ricucire, di svecchiare e aiutare contemporaneamente le nuove leve.

Nomina di Commissario o segretario che sia, lui però non si candida. Glielo hanno chiesto gli altri, da Roma a Perugia. Come a dire, “attendo un’investitura”. Non dimentichiamo nel frattempo il “Turbo Guasticchi”, che proprio a proposito della (proposta dagli altri) candidatura di Verini, torna a scrivere: “ascoltando attraverso le agenzie i social-network, siti e canali di comunicazione alcuni passaggi della conferenza stampa dell’onorevole Walter Verini, che stimo molto e apprezzo per la sua preparazione e onestà intellettuale, e valutando le domande poste da alcuni giornalisti, ho capito di non essere stato abbastanza chiaro quando ho palesato la volontà di candidarmi al congresso regionale per la segreteria. Non ho mai avanzato la mia candidatura a sostituire l’attuale ‘reggenza’ composta da 4 commissari chiamati a guidare il partito fino al prossimo congresso – ha proseguito Guasticchi –, ma ho affermato che sarò candidato al congresso regionale, dove chiunque abbia consenso e credibilità politica può candidarsi senza chiedere avalli di sorta. Anche io ricevo giornalmente inviti ad assumere ruoli rilevanti, non da sindaci e amministratori, ma dalle tante persone che incontro e che mi danno la forza e mi sollecitano a impegnarmi in prima persona in questa ardua prova”.


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“Andiamo a cuocere le salsicce”, Chiacchieroni show

Trascorse poche ore, Verini però perde quota. In serata, prima della direzione iniziata intorno alle 18.50, si incontra la reggenza regionale, che ha di fatto raccolto il messaggio degli amministratori che i giorni scorsi hanno lanciato per far ripartire l’attività politica interna al partito.

La reggenza decide quindi di lavorare per organizzare il congresso prima possibile, appena varato il regolamento nazionale, evitando anche in questo caso le primarie. Tornano i grandi temi: coinvolgiamo i movimenti civici, non ci si concentri solo sul nome del segretario regionale.

Prioritarie invece le Elezioni amministrative, importanti anche per ricostruire un nuovo campo del centro sinistra. A parlare in maniera più accorata sono stati Marini, De Rebotti, Leonelli, Barberini e Ciliberti.

Alla fine, lo show di Gianfranco Chiacchieroni, consigliere regionale e Mr. Preferenze di lunga data. Fiato nei polmoni, vaticina il messaggio della svolta: “basta stare a scegliere chi deve fare il becchino. Superiamo il lutto. Qui tocca ripartire da zero, tornare tra la gente. E andare a cuocere le salsicce”. Come a dire: ripartire dal basso, da sagre e feste dove la porchetta old school regna sovrana, e dove esiste parte del vero civismo.

Arrivederci al Congresso

Tutto si chiude alla fine con una scelta: niente assemblea regionale, per evitare di fossilizzarsi su questioni burocratiche. Niente commissario (balneare) di partito, ma spazio alla reggenza già in essere.

E la soluzione Verini, allora? Si narra che, ieri sera durante la direzione, a un certo punto sia iniziata a girare in sala, una raccolta firme per convocare l’assemblea regionale per la nomina. Fatto il giro dei tavoli, raccolte non più di 7 o 8 firme: tutte rispedite al mittente, che pare essere il tesoriere Marco Tosti. Arrivederci al congresso.

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