Ad accendere le polveri, all’indomani del disastro elettorale, era stato il sindaco di Gualdo Tadino, Massimiliano Presciutti. Che aveva puntato l’indice contro il commissario dem Walter Verini. “Dimissioni”, la sintesi della sua analisi sul voto. Sulla scia delle critiche che erano state mosse già prima del voto, da Terni e da Perugia. Soprattutto da chi era stato escluso dalla lista.
Vannini: “Tornate a pulire le sezioni”
Poi è arrivato Andrea Vannini. Che in lista c’era, ma al di là del risultato personale, chiede a chi ha governato finora il partito di farsi da parte. “Dovete tornare a pulire le sezioni” dice a coloro che già si muovono in vista del congresso. E se lo dice lui, magari lo pensa anche la vice ministra Anna Ascani.
Gammaitoni: “Basta logiche di vendetta”
Arriva la difesa del capolista Luca Gammaitoni: “Basta logiche di vendetta“. Che tengono prigioniero il partito in “un sistema perverso che porta all’autodistruzione“.
Scrive Gammaitoni: “Chi oggi chiede la testa del commissario Verini deve sapere che domani finirà vittima dello stesso meccanismo. Non sarebbe il caso di cambiare, per una volta?“.
E porta l’esempio della pace trovata con Leonardo Nafissi, primo dei non eletti nella lista Bianconi. La loro competizione ha portato a non far eleggere rappresentanti della fascia appenninica. “Insieme – dice Gammaitoni – abbiamo concordato che è ora di cambiare atteggiamento“.
E allora: “Basta con la logica della vendetta, costruiamo insieme un nuovo Pd in cui chi vince (o si illude di non aver perso) non rottama chi si è sforzato di costruire, chi ha tentato e fallito. Un nuovo Pd in cui nessuno viene espulso e tutti hanno la possibilità di essere ascoltati“.
Di questo si parlerà lunedì prossimo alle 20 a Gualdo Tadino, presso il centro commerciale “Flaminia”. “Tutte le persone che hanno a cuore un nuovo percorso – è l’appello di Gammaitoni – sono caldamente invitate a partecipare“.
Vannini insiste: Patto generazionale
Vannini però non si ferma: “È arrivato il momento – dice – di un Patto generazionale umbro, un momento associativo strutturato e dedito al completo, totale rinnovamento della classe dirigente“. Insomma, a Verini che dice di superare correnti e capibastone si contrappone una lotta tra vecchi e nuovi. E non solo anagraficamente.
E poi ci sono le posizioni dei non eletti che lamentano le scorrettezze di quello e di quell’altro. Non chiamano in causa il commissario Verini, ma se lui era l’allenatore, doveva far mantenere la calma nello spogliatoio.
Il documento pro Verini
Il partito, allora, muove i suoi ufficiali sul territorio. Per evitare un accerchiamento. E arriva il documento firmato dai seguenti segretari: Piccinini, circolo Marmore; Crisostomi, circolo Piediluco; Todisco, circolo Papigno; Leopoldi, circolo Collestatte; Paluzzi, circolo Terni centro; Moriconi, circolo Borgo Bovio; Ribiscini, circolo Moro/Berlinguer Terni; Sangiovanni, Circolo Alviano; Luchetti, circolo Acquasparta: Mescolini, Martina Unione Comunale Orvieto; Gentili, Circolo Avigliano Umbro; Orsini, Circolo Arrone; Coppetti, Unione Comunale Panicale; Stufera, Commissario Gualdo Cattaneo; Bastianelli, Commissario Torgiano; Sebastianelli, Unione Comunale Castiglione del Lago; Fattorini, Unione Comunale Città della Pieve; Trincia, Comunale Norcia.
“Siamo allibiti – scrivono – nel leggere attacchi volgari e violenti al commissario del Pd umbro Verini, soprattutto perché questi comportamenti politici hanno portato in questi anni il Pd umbro a perdere credibilità, a perdere tante città, a perdere anche l’onore politico. Tutte cose che stanno alle radici della drammatica sconfitta di domenica scorsa. In questi mesi il lavoro del commissario, insieme a quelli di tante democratiche e democratici ha ridato ossigeno e apertura al partito, e se – nella sconfitta – il Pd ha ottenuto il 22.3% è stato merito di questo impegno. Un risultato simile a quello delle europee, quando però nella lista Pd c’erano Leu, i renziani prima della scissione, Calenda e non c’erano le liste civiche“.
“Dobbiamo continuare ad aprire e rinnovare il partito e la politica – proseguono – perché non vogliamo che comportamenti gravissimi e capi bastone tornino a dominare il Partito Democratico. Occorre aprire con la stagione dei congressi, come ha dichiarato il segretario Zingaretti una fase politica nuova con un nuovo progetto di Partito Democratico in cui non ci siano spazi per restaurazioni o ritorni al passato. Saremo insieme a tanti militanti e quanti si uniranno a noi le sentinelle del futuro, nella consapevolezza che il paese e non solo l’Umbria – concludono – ha bisogno di un rinnovato Partito democratico dove le esperienze e le competenze siano al servizio di una nuova generazione di dirigenti“.
Matteo Renzi e chi in Umbria l’ha già seguito attendono sulla sponda del Tevere.