Gianpiero Bocci che torna a fare capolino tra gli spalti del Consiglio regionale. Mentre il consigliere dem Giacomo Leonelli chiede con veemenza alla Giunta di ritirare l’atto all’interno del quale è stata inserita la riforma della guida Adisu, con la creazione di un direttore superpagato al posto dell’attuale figura dell’amministratore unico. Sembrerebbero i primi segnali del post primarie Pd che hanno incoronato Bocci segretario regionale del partito: l’ex sottosegretario che controlla i “suoi” consiglieri e assessori; Leonelli, sostenitore di Pensi-Meloni prima e, conseguentemente, di Verini dopo il “passo laterale” dei due giovani, che cerca vendetta impallinando la Giunta.
Ma in realtà, gli esiti delle primarie (tra l’altro piuttosto scontati) non c’entrano con quello che si è visto in questa prima metà settimana. Semmai, bisogna riguardare il calendario dopo il 4 marzo. Leonelli, tentata la sortita contro Chianella, nelle ultime settimane aveva già colpito (anche se non è ancora affondato) il vertice della Sase (la società che gestisce l’aeroporto umbro) compreso il direttore di Sviluppumbria Agostini, mostrando di volersi smarcare da quell’abbraccio con la governatrice Marini che tanto bene non gli ha portato. L’ex segretario regionale dem, dunque, prosegue sulla strada dello smarcamento dai big del passato (e del presente) del partito. In fondo, lui era stato tra i primi estimatori, in Umbria, del rottamatore Renzi. E quindi, ritira fuori il piccone. Da giovane politico (pur con un curriculum già importante), Leonelli sposa la testi della Sinistra Universitaria, che chiede di fermare la riforma. Tanto più che ci sono già delle candidature per l’incarico di amministratore unico Adisu, poltrona su cui oggi siede una commissaria, dopo il pasticcio sullo studentato di San Bevignate. Per amministrare borse di studio e assicurare i diritti degli studenti non basta un laureato, ma ci vuole un docente universitario. Così come per far atterrare e decollare aerei sulla pista dell’aeroporto di Sant’Egidio, non basta essere saliti su un aereo, ma ci vuole qualcuno che sappia qualcosa di compagnie aeree, rotte e servizi turistici.
Quanto a Gianpiero Bocci, “controllare” assessori e senatori, per lui, non è cosa nuova. Solo che, da sottosegretario, una volta arrivato in piazza Italia girava verso gli uffici della Prefettura. Consigliando a lungo a Barberini di restare anch’egli al di fuori di uno di quei Palazzi (quello che fa angolo con corsoVannucci), salvo poi concordarne il rientro. Ma dopo la lunga assenza dal nefasto (per Bocci, Leonelli e tutto il Pd) 4 marzo, dalla fine dell’estate sembra che l’ex sottosegretario avesse già piantato le tende a Palazzo Cesaroni. Ora, dalle stanze dei piani alti, Bocci è sceso anche nell’acquario. Ma lui continua a ripetere: “Non mi vedrete molto“.