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PD, da Regione Umbria 10 milioni per sostegno al reddito

Arriva dal segretario del PD dell’Umbria, Giacomo Leonelli, di fronte alla direzione del suo partito, la proposta per far sì che dalla Regione Umbria vengano stanziati 10 milioni di euro per quelle “misure di sostegno al reddito per l’inclusione sociale, così da dare una risposta alle povertà anche all’interno della nostra regione“.
Dopo i dati dell’Istat sulla deflazione perugina, quelli de Il Sole 24 Ore a proposito del calcolo del pil pro capite della Regione Umbria, 13esima in Italia, Leonelli sembra smentire, dicendo “l’Umbria sta ripartendo. I dati economici sono incoraggianti, ed è questo il momento in cui occorre uno sforzo straordinario per consentire anche a chi abbia subito le ferite più profonde della crisi di tornare a scommettere sul proprio futuro. Non vogliamo assolutamente politiche esclusivamente assistenziali, ma un investimento sulla capacità di promuovere l’inserimento e soprattutto il reinserimento lavorativo di chi è uscito dal mercato del lavoro ed è rimasto senza ammortizzatori sociali”.
La nostra proposta è che le risorse vadano finalizzate a sostenere le madri e i padri di famiglia – conclude il suo ragionamento Leonelli – con sussidi a loro direttamente indirizzati, finalizzati all’aumento delle loro competenze e capacità lavorative, con un occhio di riguardo verso quelle famiglie particolarmente disagiate, con disabili all’interno del loro nucleo familiare, famiglie con minori o numerose, sempre tenuto conto della priorità per i redditi ISEE più bassi. Nelle prossime settimane, anche tenuto conto della misure che il Governo proporrà nella legge di stabilità, così da evitare “sovrapposizioni” Il Partito Democratico continuerà la partecipazione della proposta attraverso il questionario sul sito www.pdumbria.it, così da mettere a punto la proposta nel dettaglio.
Il PD è infatti il partito delle opportunità e della speranza, un partito che vuole scommettere sul futuro, anziché dare “mance” esigue e inutili a tutti, compresi quelli che per condizione economica complessiva non le meritano”.