L’Azienda Ospedaliera Santa Maria ancora nel mirino dei sindacati. A scatenare l’indignazione di Giorgio Lucci, segretario generale della Fp Cgil di Terni, il caso di un paziente che, di recente, “ha subito disagi e disservizi”.
L’uomo, ricoverato nell’ospedale di Terni per una gamba rotta, avrebbe trascorso due giornate intere lungo un corridoio, con un comodino vicino ai piedi, e senza alcun campanello di allarme. Pertanto, quando il malcapitato ha avvertito la necessità di richiedere l’intervento del personale sanitario, è stato costretto a farlo utilizzando la voce; atteggiamento poco gradito, evidentemente, dato che i sanitari si sarebbero presentati dopo due ore, per giunta urlando.
Da qui la richiesta di Giorgio Lucci di aprire “un’indagine interna, rendendone pubblici anche gli esiti; il tutto, però, partendo dall’organizzazione del lavoro, dal perché i letti si trovano sui corridoi in tutti i reparti, dal perché le attese nel pronto soccorso sono lunghe ed estenuanti. Dal perché, ancora, le attività chirurgiche di media e bassa complessità sono al palo, dai reparti chiusi, dalle dotazioni organiche di personale nei reparti, che sono le più carenti dell’Umbria”.
“Da circa tre settimane – ha sottolineato poi Lucci – abbiamo richiesto un incontro sulle condizioni di lavoro del personale del Pronto Soccorso, ormai servizio di emergenza con all’interno un reparto di degenza dove i malati stazionano anche per giorni in attesa di un posto letto”. “Stiamo cercando di capire perché la fantomatica convenzione tra Azienda Ospedaliera e Usl Umbria 2 per l’uso delle sale operatorie di Narni, che potrebbero far riprendere l’attività chirurgica programmata, non parta”. “E stiamo chiedendo risorse di personale per i laboratori di analisi”.
“Continuiamo a perdere le migliori professionalità per mancanza di concorsi pubblici, sia per il personale del comparto che per la dirigenza medica – ha aggiunto Lucci – dirigenza che non vede a Terni possibilità di carriera, con conseguente perdita di chance”. “Nel Lazio, ad esempio, sono già state avviate le procedure previste con la legge di stabilità 2022, per stabilizzare personale assunto a tempo determinato e fronteggiare l’emergenza sanitaria. In Umbria tutto tace”.
Questi, dunque, i temi sui quali il sindacato ritiene opportuno avviare una seria riflessione. “E’ sicuramente più semplice – ha ribadito più volte Lucci – addossare le responsabilità ai singoli; sarebbe complicato, del resto, dover ammettere che sono i bilanci delle aziende che determinano i servizi, e che anche alla sanità privata vanno garantiti gli utili; sarebbe complicato dover ammettere che tutte le regioni limitrofe hanno adottato una politica di assunzioni molto più performante”.
“Ci dispiace per ciò che è accaduto – ha concluso il segretario di Fp Cgil – ma prima di avviare indagini sarebbe meglio chiedere scusa, da parte di chi è pagato per garantire i servizi”. “Se non si trovano velocemente soluzioni, tutto questo accadrà ancora. E se il più delle volte si riesce ad evitare il peggio, ciò è dovuto esclusivamente al senso di responsabilità, alla professionalità e all’etica del personale del Santa Maria”.