Stanziare cinquecentomila euro per attuare un “Patto integrato di sicurezza urbana” che preveda l'analisi dei problemi di sicurezza presenti sul territorio attraverso la mappatura delle zone a maggior rischio; un programma di interventi preventivi; il coordinamento con le politiche regionali in materia di contrasto delle cause di disagio sociale, integrazione culturale, riqualificazione urbana, protezione civile, sicurezza stradale, formazione, sicurezza ambientale, prevenzione degli infortuni sul lavoro, salvaguardia del patrimonio artistico e culturale. Sono questi i cardini della proposta di legge presentata questa mattina a Palazzo Cesaroni dal capogruppo regionale dello Sdi Ada Girolamini e dai rappresentanti della “Costituente socialista” Aldo Potenza, Roberto Bertini e Rosario Cordiano.Il testo prevede che la Regione sostenga gli interventi per il miglioramento delle condizioni di sicurezza delle comunità locali attraverso: il rafforzamento della prevenzione sociale nei confronti delle aree e dei soggetti a rischio di esposizione ad attività criminose; l'incremento della vigilanza e della presenza sul territorio degli operatori addetti alla prevenzione sociale e alla sicurezza; l'attivazione di strumenti specifici per il tempestivo soccorso delle persone e per la sorveglianza degli spazi pubblici, in modo particolare delle aree verdi e dei centri storici; il potenziamento della polizia locale e il rafforzamento del contingente dei vigili di quartiere; la prima assistenza e l'aiuto alle vittime dei reati; il rafforzamento dell'integrazione operativa e della condivisone dei flussi informativi tra Forze dell'ordine, per la raccolta dei dati territoriali relativi a fenomeni di criminalità diffusa, di disagio sociale, di disordine urbano e di vandalismo; azioni mirate ad affrontare l'emergenza droga; l'educazione alla cultura della legalità e ai valori e alle regole della convivenza civile, in collaborazione con le scuole; il sostegno e la protezione delle donne vittime di violenza.”Negli ultimi anni – ha evidenziato Ada Girolamini – troppi campanelli di allarme sono state ignorati e questo ha portato alla difficile situazione in cui siamo oggi. Crediamo siano necessarie risposte chiare e coraggiose (pur senza fare confusione tra i ruoli dei sindaci e quelli delle forze di polizia): i cittadini e le imprese devono avvertire che c'è la volontà politica di intervenire a loro tutela ed è indispensabile recuperare il controllo dei quartieri delle nostre città. In Umbria la sensazione di insicurezza avvertita colloca la regione tra le prime 5 nel panorama nazionale e il numero degli arresti dal 1990 ad oggi è più che quadruplicato”.”La sicurezza – hanno spiegato i relatori – non riguarda solo l'ordine pubblico, ma è anche un importante fattore economico, dal quale dipende il grado di attrattività di un territorio (dal punto di vista turistico e produttivo) in quanto concorre all'insediamento di nuove imprese e alla crescita di quelle esistenti. Compito della Regione è promuovere in particolare l'attuazione di Patti integrati di sicurezza urbana come strumenti privilegiati attraverso cui si realizza l'integrazione tra politiche sociali, azioni di natura preventiva, pratiche di conciliazione e mediazione dei conflitti e interventi specifici tesi a migliorare le condizioni di sicurezza urbana. Intendiamo diffondere – hanno detto – il modello della 'sicurezza partecipata' come risposta organizzata alla paura e all'insicurezza che, grazie all'azione coordinata e alla collaborazione tra istituzioni pubbliche, associazioni di cittadini, formazioni sociali ed economiche presenti nel territorio concorre all'attuazione delle politiche regionali in materia di sicurezza”.”Per garantire una crescente capacità di risposta all'aumentato problema della sicurezza – si legge nella proposta di legge – occorre assicurare modelli di governo che sappiano affiancare agli interventi per la tutela dell'ordine e il contrasto della criminalità, iniziative capaci di migliorare la vivibilità del territorio e la qualità della vita, coniugando prevenzione, mediazione dei conflitti, educazione alla convivenza nel rispetto del principio di legalità. Le richieste di maggior sicurezza da parte dei cittadini devono trovare risposte anche attraverso efficaci interventi di riqualificazione del tessuto urbano, di recupero del degrado ambientale e del disagio sociale, di promozione della cultura della legalità e dei valori e delle regole di convivenza civile, di diritto allo studio e collocamento al lavoro, di edilizia residenziale pubblica, di polizia locale. Un modello efficace di sicurezza urbana richiede quindi, a fronte di problematiche complesse, l'azione congiunta e sinergica di più livelli di governo. Vanno inoltre date maggiori risorse umane, finanziarie e tecnologiche alle Forze dell'ordine, a cui è necessario assicurare da parte dei cittadini tutta la collaborazione possibile”.