L’anno nuovo porta subito con sé una serie di novità che hanno però avuto basi e studi di fattibilità nell’anno precedente.
Voci e “spifferi” avevano in ogni caso largamente preannunciato un cambio di passo nella visione complessiva di quello che a tutti gli effetti è il core business della città: patrimonio storico, arte, cultura manifestazioni di spettacolo, Festival, Lirico Sperimentale etc.
Oggi il primo step concreto! Il Comune di Spoleto ha infatti pubblicato oggi, 3 gennaio 2023, l’avviso di selezione pubblica finalizzata al conferimento per la durata di 3 anni dell’incarico individuale di collaborazione, con contratto di lavoro autonomo, del direttore della Galleria Civica di Arte Moderna e del sistema museale cittadino, Museo del Tessuto e del Costume, Casa Romana, Museo di scienze del territorio, Museo delle miniere, Chiesa di Santi Giovanni e Paolo.
Come si potrà subito notare trattasi di figura professionale unica su cui convergono le varie realtà espositive e di conservazione del territorio. Una operazione di cui si sentiva parlare da tempo e che ora trova dunque il suo naturale sviluppo nel Direttore unico. Di per sé una scelta non limitante nella gestione delle singole realtà, ma anzi, volta ad una efficienza operativa di cui si sentiva la mancanza.
Meno dettagliato invece il progetto complessivo, incluso quello comunicativo che è fondamentale soprattutto nell’era della digitalizzazione spinta e dei social. Tutto da capire anche il passaggio nel testo del bando che fa riferimento a una “costituenda fondazione, per ricerca dei fondi per il finanziamento delle attività …”.
Ma questo sarà un capitolo che spetta al nuovo Direttore Unico spiegare non appena ricevuta la nomina.
In fondo all’articolo si potrà leggere nel dettaglio il bando pubblicato dal Comune di Spoleto.
Ma nell’ottica di una razionalizzazione e del cambiamento negli asset principali della città del Festival, non poteva mancare una strisciatina anche alla manifestazione fondata da Gian Carlo Menotti e che tanto lustro ha portato alla città e al territorio.
Nella recente conferenza stampa di fine anno del Comune di Spoleto, tenutasi il 23 dicembre 2022, sono stati presentati alla stampa e alla città alcuni documenti in cui si può leggere lo stato di fatto di alcune riforme dell’amministrazione, frutto diretto anche degli impegni programmatici presi in campagna elettorale.
Inutile nascondersi dietro ad un dito, perchè il grande osservato speciale è proprio il Festival dei Due Mondi e la sua macchina amministrativa e tecnica. Ma non manca nemmeno una occhiatina anche al Lirico Sperimentale.
In una slide della conferenza del 23 dicembre si legge:
L’amministrazione partecipa a diverse associazioni e fondazioni nelle quali svolge un ruolo importante come quella del Festival dei Due Mondi di Spoleto, del Teatro Lirico Sperimentale “A. Belli” nonché della Fondazione Scuola di Alta Cucina…
Per quanto riguarda la Fondazione Festival si porrà mano ad una modifica funzionale dello statuto per consentire nuovi percorsi di valorizzazione. Per il Teatro Lirico Sperimentale si dovrà porre in essere un percorso di valorizzazione e quindi si verificherà in questo anno il modello organizzativo.
Tralasciando il Lirico Sperimentale, che in ogni caso ha una macchina collaudata per la sua dimensione e che francamente non ha molto bisogno di nuovi modelli organizzativi futuristi, bensì di sostegno economico che finalmente riconosca il suo ruolo a livello nazionale ed europeo (stiamo pur sempre parlando del Concorso di Canto, considerato tra le 5 più importanti competizioni a livello internazionale), ciò che suscita molta attenzione è la modifica statutaria del Festival.
Si parla ormai da tanto tempo della istituzione di un Direttore Generale da affiancare al Direttore Artistico e i tempi sembrano maturi per la realizzazione di questo cambiamento, visto anche che i Direttori Artistici a volte esagerano in eccentricità, dal dubbio ritorno di immagine ed economico.
Non si può nascondere il fatto che dalla nomina della D.A. Monique Veaute il fermento all’interno della macchina festivaliera si è fatto sentire con un certo tono. Qualche dimissione nel settore organizzativo di storici responsabili, borbottii dei tecnici che vengono utilizzati in misura sempre più ridotta sia nei giorni di impiego che nella parte realizzativa preparatoria. L’ultimo rumors di un certo volume è la ricollocazione della biglietteria ad altro operatore, probabilmente di fuori regione, dopo più di un decennio di gestione spoletina.
Ma la cosa molto curiosa, diciamo così, è la oramai da tempo ventilata ipotesi di prevedere aperture di sedi distaccate del Festival, novità che potrebbe fare capolino nella bozza di riforma dello statuto che potrebbe essere anticipata o illustrata nel prossimo appuntamento dell’Assemblea dei Soci della Fondazione, il 16 gennaio. Che sia dunque di questo genere il modello di valorizzazione previsto per il Festival e di cui si fa cenno nelle slide?
Che il Festival, vista la sua natura internazionale, abbia sempre gravitato nel corso dell’anno fuori da Spoleto (in termini di contatti artistici o addirittura tecnici) non è un segreto per nessuno. L’area di Roma, poi, è sempre stata una location privilegiata sin dai tempi di Menotti, tanto che anche questa nuova gestione amministrativa ed artistica non sfugge alla regola non scritta. Chissà, forse è arrivato il tempo di mettere nero su bianco che le operazioni possono essere fatte anche fuori dagli uffici spoletini? I complottisti del “sacco di Spoleto” ci andrebbero a nozze.
Non resta che attendere il 16 gennaio per vedere se le cose prenderanno una piega effettiva o se si è trattato solo di un ballon d’essai.
Di seguito, invece, alcune informazioni tecniche sul bando per il direttore unico dei musei.
1. L’incarico avrà per oggetto :
a) attività di studio, valorizzazione, comunicazione e promozione dei musei civici comunali, con l’ideazione, e/o la proposizione, e/o allestimento di mostre, eventi e manifestazioni artistiche, scientifiche e divulgative curandone la direzione ( ossia la curatela ed il generale coordinamento) il tutto nei limiti del budget messo a disposizione dal Comune di Spoleto e dai partners della costituenda fondazione;
b) l’ideazione e la cura del progetto culturale dei musei, facendoli diventare dei luoghi vitali, inclusivi, capaci di promuovere lo sviluppo della cultura;
c) la cura delle collezioni e dei reperti, la gestione dei progetti e dei programmi di promozione artistica, scientifica e museale delle opere e dei reperti di proprietà del Comune di Spoleto, o concesse in comodato al Comune di Spoleto, nell’ambito degli spazi espositivi ad essi destinati;
d) elaborazione del progetto di costituzione della fondazione di partecipazione dei musei civici comunali con il coinvolgimento di partners come Associazioni ed altre fondazioni;
e) collaborazione con il Comune di Spoleto o con gli organi della costituenda fondazione, per ricerca dei fondi per il finanziamento delle attività, per la gestione delle pubbliche relazioni e del sito del sistema museale.
Il budget a sua disposizione sarà definito dal Comune di Spoleto e/o dalla costituenda fondazione ogni anno, fermo restando che il direttore si dovrà impegnare a svolgere un’azione di fundraising anche con la partecipazione a bandi, progetti finanziati dall’UE, dallo Stato, dalla Regione Umbria, o con la ricerca di sponsorizzazioni.
a) requisiti culturali:
LAUREA SPECIALISTICA O MAGISTRALE , OVVERO DIPLOMA DI LAUREA conseguito secondo l’ordinamento didattico previgente al regolamento di cui al decreto del Ministro dell’università e della ricerca scientifica e tecnologica 3 novembre 1999 n. 509 ovvero titolo di studio equivalente conseguito all’estero;
b) requisiti professionali:
particolare e comprovata qualificazione professionale in materia di tutela e valorizzazione dei beni culturali dimostrata dalla sussistenza di uno o più dei seguenti requisiti : – aver svolto l’incarico di direttore museale nei tre anni precedenti presso una struttura pubblica o privata ; – essere in possesso di una particolare specializzazione professionale, culturale e scientifica desumibile dalla formazione universitaria e post universitaria, da pubblicazioni scientifiche e da concrete esperienze di lavoro maturate, per almeno un triennio, presso amministrazioni pubbliche o enti privati, in Italia o all’estero; – provenienza dai settori della ricerca e della docenza universitaria in Italia o all’estero.