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Patrimonio Archeologia Industriale, presto il censimento dei beni da difendere

La Terza commissione, presieduta da Attilio Solinas,  ha approvato all’unanimità la Relazione della Giunta regionale in adempimento alla clausola valutativa della legge “5/2013” (Valorizzazione del Patrimonio di archeologia industriale), con riferimento agli anni dal 2014 al 2016.

La clausola chiedeva conto delle modalità operative e delle iniziative poste in essere in riferimento alla legge regionale approvata nel 2013, una delle prime in Italia, che ha dettato norme per la promozione dei siti e dei beni dismessi, riconoscendone l’importanza per la cultura e per lo sviluppo economico del territorio. Entro breve sarà disponibile un dossier, frutto del lavoro di ricognizione e di catalogazione effettuato sul patrimonio archeologico industriale in Umbria.

La Giunta regionale ha individuato la struttura competente per le funzioni e l’attività che la Regione deve svolgere per dare attuazione alle disposizioni previste dalla legge: il Servizio Musei e sovrintendenza ai beni librari. Prima mission: la ricognizione generale, un censimento dei diversi censimenti, vale a dire il reperimento e la classificazione di schede prodotte da varie strutture amministrative per una catalogazione e inventariazione del patrimonio industriale. Anche una ricognizione del materiale iconografico, con la finalità di costruire una galleria fotografica da collocare sul portale dei beni culturali www.umbriacultura.it(link is external)

É stata istituita a Commissione regionale per la valorizzazione del patrimonio di archeologia industriale, composta dal professor Renato Covino, past president dell’Associazione italiana per il patrimonio dell’archeologia industriale, con funzioni di presidente e dal dirigente regionale Antonella Pinna, quindi tre membri designati dal Cal: gli architetti Carlo Possati e Paolo Bernarducci e il dottor Bruno Mattioli. Questo organismo svolge funzioni consultive su richiesta della Giunta ed esprime parere obbilgatorio sul relativo Piano triennale e su quello annuale.

Altro adempimento previsto dalla legge è il ricorso ad accordi e varie forme di collaborazione con amministrazioni statali, enti locali e altri soggetti pubblici e privati, anche forme di collaborazione interregionale e internazionale. La Regione Umbria ha individuato l’Aipai (Associazione italiana per il patrimonio archeologico industriale) quale partner scientifico essenziale per sostenere le attività connesse all’attuazione della legge.

Per quanto riguarda i contributi erogati dalla Regione, dalla relazione risulta che per il lavoro svolto è stato riconosciuto all’Aipai un contributo di 10mila euro a valere sul bilancio 2016. Nello stesso anno si è proceduto al rinnovo dell’accordo di collaborazione per il proseguimento delle varie attività per la somma complessiva di euro 10mila.

Foto repertorio TO