Patagarri, replica dopo le polemiche: "Macabro è mondo in cui bimbi vengono uccisi" - Tuttoggi.info

Patagarri, replica dopo le polemiche: “Macabro è mondo in cui bimbi vengono uccisi”

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Patagarri, replica dopo le polemiche: “Macabro è mondo in cui bimbi vengono uccisi”

Ven, 02/05/2025 - 17:03

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(Adnkronos) – Dopo le polemiche nate per la scelta dei Patagarri di intonare lo slogan ‘Palestina Libera’ sulle note della canzone ebraica ‘Haga Nagila’ dal palco del Concertone del primo maggio coinvolgendo il pubblico e suscitando una dura reazione da parte della comunità ebraica romana e di alcuni esponenti politici, tra cui Maurizio Gasparri, arriva la replica degli artisti.  

“Siamo esseri umani che non riescono a stare in silenzio di fronte alla morte e alla distruzione, musicisti che hanno imparato dalla musica a cercare quello che unisce e non quello che divide, a far funzionare un insieme composto da diversità – argomentano attraverso le loro stories di Instagram – . Abbiamo suonato una canzone della tradizione ebraica, che da tempo fa parte del nostro repertorio e ne fa parte perché noi non siamo mai stati contro una popolazione o l’altra. Ma abbiamo sentito la necessità di privarla del testo originario, che parla della gioia di stare insieme, per sottolineare che da troppo tempo, nel Medio Oriente, quella gioia non esiste più”.  

“Abbiamo così voluto testimoniare le storie dei civili, cioè di chi paga il prezzo più alto durante la guerre, perché vittime innocenti – spiega la band milanese – Qualsiasi report internazionale sottolinea che il prezzo in termini di morti, feriti, mutilati, che la comunità palestinese sta pagando in seguito alla guerra è inaccettabile. Con la nostra testimonianza non abbiamo fatto altro che ribadire dati oggettivi. A chi ha definito la nostra esibizione di ieri macabra rispondiamo che per noi macabro è un mondo nel quale migliaia di bambini vengono ammazzati, gli ospedali bombardati, i civili sterminati”.  

Un mondo, scandiscono i Patagarri, “nel quale chi chiede la pace viene accusato di creare divisioni e di generare odio antisemita. Mettiamoci allora d’accordo su quali sono le parole giuste per chiedere che i bambini non muoiano più, che gli ospedali non vengano più bombardati, senza essere accusati di invocare la distruzione del popolo israeliano, senza finire in questa trappola retorica dell’antisemitismo, accusati per tramite di sofismi insopportabili, mentre la gente continua a morire”. 

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