E’ stata formalizzata la richiesta di rinvio a giudizio per la dipendente del Comune di Passignano sul Trasimeno, indagata, a seguito dell’inchiesta della polizia giudiziaria, per le ipotesi di reato di truffa aggravata ai danni dell’Ente, di falsa attestazione della presenza in servizio e anche di truffa informatica.
Della vicenda se ne è parlato ieri, 28 luglio, durante il Consiglio Comunale di Passignano sul Trasimeno. E’ stato lo stesso sindaco della cittadina, Ermanno Rossi, a rendere nota la notizia della richiesta rinvio a giudizio. Lo scorso 26 luglio è giunta anche l’ufficialità, attraverso la notifica, del provvedimento dell’ente da parte della procura. Le carte, sul versante del Comune, passano ora nelle mani del segretario comunale, il quale, in base a quanto stabilito dal regolamento interno dell’ente, ha la delega per i rapporti con il personale amministrativo e per gli eventuali provvedimenti disciplinari da attuare in caso di violazioni e nel caso in cui si verifichi l’effettivo rinvio a giudizio dopo quanto stabilito dal giudice.
Il sindaco Rossi ha specificato come “questa amministrazione non era a conoscenza delle indagini, che per il dovuto segreto istruttorio sono state svolte senza che il sindaco ne fosse informato, restiamo in attesa di conoscere gli sviluppi ai quali doverosamente prestiamo la massima attenzione“. Diverse le reazioni delle opposizioni: il consigliere Ornella Bellini ha parlato di “situazione imbarazzante per l’amministrazione che denota una debole governance”, mentre il consigliere Luca Briziarelli ha definito “formalmente corretta la condotta dell’ente in base alle informative ricevute“. Per Briziarelli è dunque ad oggi “strumentale pronunciarsi nel merito“.
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