Categorie: Cronaca Spoleto

Passerella Tessino, si attende solo il dissequestro per completarla

La passerella pedonale sul torrente Tessino verrà completata non appena l’autorità giudiziaria ordinerà il dissequestro. Trova conferma in una determina dirigenziale quello che la giunta Cardarelli aveva messo nero su bianco nel piano triennale delle opere pubbliche, ossia il finanziamento residuo dell’opera in due tranche: una nel 2014 di 250mila euro e una nel 2015 di 80mila. La determina testimonia in realtà solo l’impegno di spesa e la rimodulazione, da parte del comune, della fonte del finanziamento. Fino a quando i sigilli non saranno rimossi infatti la passerella rimarrà così com’è dal giugno del 2012.

La storia – Il progetto definitivo per la sua realizzazione è datato marzo 2010. Compresa nel Programma Urbano Complesso di seconda generazione (PUC 2), la passerella sarebbe costata 450mila euro e finanziata con fondi europei. I lavori iniziarono nel febbraio 2011 ma nel novembre dello stesso anno una nota del collaudatore comunicava di non poter procedere al collaudo poiché il materiale utilizzato per una parte della struttura non era in regola con le normative vigenti e con il capitolato di gara, atto da cui partì una richiesta di parere al Servizio Tecnico Centrale del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici. Risultato: lavori sospesi, fascicolo aperto dalla Procura della Repubblica e opera sotto sequestro, stato in cui si trova tuttora.

Finanziamento rimodulato – Il 17 febbraio 2012 inoltre, il comune di Spoleto comunicava la sospensione di tutti i pagamenti. Ma il PUC 2 ha delle scadenze da rispettare per la conclusione dei lavori, la rendicontazione e la certificazione della spesa e, “poiché in attesa del riscontro da parte del Servizio Tecnico Centrale – si legge nella delibera – non si disponeva di elementi certi rispetto ai tempi necessari della procedura stessa”, l’amministrazione decideva di rimodulare la fonte di finanziamento della passerella sostituendo i 450mila euro di fondi comunitari con risorse proprie dell’ente. In particolare, la tranche di 250mila euro prevista per il 2014 è stata finanziata per 200mila euro con i proventi delle sanzioni per infrazioni al codice della strada e per i restanti 50mila con le alienazioni elle aree cimiteriali.

L’inchiesta della Procura – Il tutto in attesa che l’inchiesta avviata dalla Procura di Spoleto all’indomani del sequestro del cantiere faccia luce sulle eventuali responsabilità degli iscritti al registro degli indagati. All’epoca furono quattro, tra progettisti e responsabili della ditta incaricata di eseguire i lavori. I reati ipotizzati a loro carico vanno dalla frode in fornitura, alla truffa, al falso ideologico.

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