Ventimila dollari per ogni ingresso illegale negli Stati Uniti. Era questo il prezzo che i cittadini albanesi dovevano pagare all’organizzazione criminale smantellata dalla squadra mobile della questura di Perugia per avere passaporti italiani falsificati, utili a entrare in America come cittadini dell’Unione europea.
La truffa è stata scoperta dagli agenti – che hanno lavorato assieme ai poliziotti del commissariato di Foligno – dopo che era arrivata una segnalazione dell’International Homeland Security, che aveva rilevato un sospetto afflusso di cittadini albanesi negli Stati Uniti. I risultati dell’indagine della Dda di Perugia sono stati illustrati stamattina in conferenza stampa dal questore, Giuseppe Bisogno, insieme al capo della mobile, Virgilio Russo, al vice, Adriano Felici e al commissario di Foligno, Bruno Antonini.
I due italiani sono infatti i titolari dell’agenzia ‘Overtime’ di Foligno ed era proprio da lì che partivano le prenotazioni per l’America. Tanto è vero che gli agenti dell’Homeland Security hanno individuato l’id del terminale da cui venivano fatte le richieste ed era molto spesso quello dell’agenzia. I poliziotti di Perugia e Foligno, coordinati dal pm Valentina Manuali, hanno poi controllato e seguito i tre indagati e, nel corso delle indagini hanno anche arrestato due coppie di albanesi fermate all’aeroporto di Bologna e di Linate perché trovati in possesso di passaporti falsi.
Secondo quanto riferito dalla polizia, nel corso delle indagini, sono stati circa 40 i cittadini albanesi che sono entranti illegalmente con il visto turistico negli Stati Uniti. Solo che poi, trascorsi i 90 giorni, molto spesso si sono resi irreperibili e sono rimasti lì clandestinamente. L’inchiesta comunque non si conclude con questi arresti: la polizia albanese continuerà infatti con degli approfondimenti per identificare altri complici.