Categorie: Cultura & Spettacolo Foligno

PASQUETTA A MONTEFALCO, GARA DELLA CIUCCETTA: SPETTACOLO GARANTITO

Domani pomeriggio, Lunedì dell'Angelo, alle ore 15,00 a Montefalco si svolgerà la “Ciuccetta” in Piazza del Comune. Si tratta di un'originalissima tradizione locale, in cui si gareggia con uova fresche, proveniente, forse, dall'area di cultura slava, con cui Montefalco ebbe proficui contatti nel sec. XV. I Maestri “Ciuccettari” ed i turisti con uova proprie, o acquistate sul posto, gareggeranno sotto il loggiato quattrocentesco del Palazzo Comunale dove sarà possibile gustare la tipica pizza pasquale e i vini di Montefalco. Vincitore sarà colui che rimarrà con l'uovo intero dopo aver sfidato gli avversari.

Di remota origine popolare essa trae vitale linfa attraverso il tempo grazie alla gente di ogni ceto e classe, abitante all'interno della città storica. I più appassionati a tale competizione folcloristica sembra fossero gli artigiani più umili: calzolai, macellari, vasari, falegnami, barbieri, fabbri, sarti, fornai, ecc. Infatti tale pacifico ed originale modo di misurarsi è giunto fino ai nostri giorni per merito dei cosiddetti “patiti ciuccettari”, originari di famiglie prevalentemente artigiane o comunque esercitanti occupazioni che tenevano l'individuo a continuo contatto con la gente.

L'unica notizia, che si presta a qualche supposizione, è che, come riportato in alcuni documenti, Montefalco nel Medioevo figurava come un grande centro di produzione di uova, tant'è che venivano a Montefalco a farne scorta al punto che ebbe a costituirsi anche una società per vendere e consegnare le uova a Roma. L'uovo era quindi un prodotto commerciale locale legato all'ambiente e alle tradizioni, ma anche all'economia. A Montefalco, in occasione delle fiere e dei mercati insieme ai polli, piccioni, oche, conigli, un ampio spazio era riservato alle uova.

Ma per cercare di spiegare in qualche modo la gara della “Ciuccetta ” legata alla Pasqua, bisogna ricollegarsi al periodo in cui le galline dopo la cosìdetta “sfetatura” invernale ricominciavano a fare uova in grande quantità, per cui, evidentemente, la produzione locale primaverile era talmente alta che non si riusciva a smaltirla facilmente, malgrado la presenza degli “accoltori” itineranti e dei cantori della “Passione”, che a gruppi di tre o quattro cantori, accompagnati da una fisarmonica, giravano in lungo ed in largo le campagne cantando ma anche mangiando e bevendo. La strofa finale del canto della “Passione” era proprio questa:”Buttatice ju l'ova/ che noi il canestro avemo/ se no sò quaranta armeno / non se chiama carità!”In tanta abbondanza, dunque, si può spiegare il gioco della “Ciuccetta”. Con tutte quelle uova ad un certo punto ci si poteva anche giocare: perderne alcune non doveva rappresentare un gran danno! Ma le uova rotte non venivano buttate e per alcune famiglie, soprattutto artigiane, una buona vincita poteva garantire il vitto per una settimana.

Si potrebbe addirittura pensare che la “Ciuccetta” l'avessero inventata proprio gli artigiani, che non avevano galline. Certo è che i vecchi “Ciuccettari” erano in particolar modo di estrazione artigiana.Alla luce dei documenti possiamo sicuramente affermare che una tale situazione affonda le sue radici nei secoli, in un Comune a prevalente vocazione agricola.

Nel 1358 i frati del Sacro Convento di Assisi acquistavano due grosse partite di uova da certo Massolo da Montefalco. Una prima, il 28 luglio di ben milleduecentodue uova, altre millecinquecentotrentasei il 1° agosto. C'è da giurare che il venditore fosse Massolo di Andreuccio fattore del Monastero di Santa Chiara. Evidentemente già fin da allora Montefalco era un centro di grande produzione. I documenti che seguono lo confermerebbero.Nel 1493, ad un secolo di distanza troviamo un certo Pietro Paolo di Cecco di Egidio che prometteva di restituire a Bernardino del Signor Giuliano dieci fiorini per poter essi trafficare in uova. Il 1° novembre dello stesso anno si costituì una vasta società con l'obiettivo di esercitare collettivamente un tale lucroso commercio regolando i loro rapporti con un apposito capitolato per cui nessuno poteva andare a Roma se non ogni quindici giorni.

Anche nel 1502 Pietro di Giacomo dichiara di aver ricevuto da Giovan Giacomo Filippi venti fiorini d'oro e argento con cui esercitare “l'arte del traffico di polli, uova e altro”. Nella seduta del Consiglio Comunale del 1603 proprio nell'imminenza della grande “colta” pasquale, si propose, per eliminare il grande abuso di quelli che andavano per le ville cogliendo “l'ova alle case dei particolari”, la vendita soltanto in Piazza. Fatto importante che emerge dalla documentazione storica (Archivio Notarile, Archivio Storico Riformanze) è che il commercio delle uova a Montefalco ha rappresentato un aspetto notevole dell'economia locale.

Dopo aver parlato delle motivazioni e attendibilità storiche che hanno determinato tale simpatico gioco torniamo a parlare della “Ciuccetta” così come si svolge ora. Essa ha norme semplicissime, la competizione è aperta a chiunque sia desideroso di sbattere l'uno contro l'altro i “Pizzetti di uova di gallina crude e commestibili”. Chi rimane con uovo intatto, dopo i vari scontri è chiamato vincitore. Possono gareggiare persone senza limiti d'età. Per chi intende partecipare è obbligatorio iscriversi e munirsi di sei uova controllate e timbrate dalla Giuria prima dell'inizio della gara. Ai primi classificati vini e prodotti tipici.

Per informazioni: Comune di Montefalco 0742-378673