Dentro l’uovo di Pasqua, gli albergatori di Foligno hanno trovato una sorpresa che li ha lasciati soddisfatti a metà. Il bilancio del ponte pasquale, da sempre anteprima della stagione vera e propria, non è stato un granché esaltante ma al tempo stesso lascia ben sperare.
Non sarà stato il tutto esaurito, ma i turisti sembrano ancora gradire il soggiorno sulle rive del Topino.
Il fatto è che scelgono ‘il centro del mondo’ o in questo caso, la ‘rosa dell’Umbria’ più come comoda e strategica base logistica per visitare il resto della regione, che come meta turistica ad hoc: questo l’altro lato della medaglia.
“E’ ancora presto per fornire i dati esatti – fa sapere Elisa Cesarini, responsabile territoriale della Federalberghi – ma possiamo comunque dire che il settore si è sostanzialmente confermato sui livelli registrati lo scorso anno”.
Considerato il maltempo, che ha reso la situazione più natalizia che primaverile, non ci sono state disdette o diserzioni dell’utim’ora. Un trend in linea anche con il quadro nazionale, e in una congiuntura come questa, già il fatto di non aver subito flessioni può essere considerato un risultato positivo.
“Foligno ha una sua capacità di attrazione, in questo periodo composta prevalentemente da un target di turisti italiani, ma anche da scolaresche e piccoli gruppi organizzati anche in maniera autonoma – spiega la Cesarini – il fatto è che nonostante tutto la città ha nuovamente perso una grande occasione per farne tesoro”.
E tornano le dolenti note. “Purtroppo anche durante questa Pasqua i negozi sono rimasti chiusi nonostante un discreto afflusso di gente, considerando un’occupazione media di oltre il 60% dei posti disponibili. Con tutti questi turisti sarebbe stata un’operazione intelligente lasciare aperte le attività – sostiene la responsabile di Federalberghi – così come avviene nelle realtà vicine. Altra questione annosa, quella della totale mancanza di eventi – incalza – così i nostri clienti si sono recati a Montefalco per ‘Terre del Sagrantino’ a Bevagna per le tradizioni pasquali, o verso Trevi e Spello per fare un giro e approfittare anche dell’occasione per fare shopping, soprattutto di prodotti e produzioni tipiche del territorio. Vero che erano aperti Palazzo Trinci, il Ciac e il museo dell’ex Annunziata, ma questo non basta. Serve una strategia mirata e strutturata”.