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Il partito “comunica” | A Spoleto redazioni in allarme, ne uccide più la parola che Ebola

C’era una volta una romantica canzone di Charles Fox e Norman Gimbel (portata al successo da Roberta Flack) che raccontava di una morte consapevole per mezzo del canto, Killing me softly with his song, si intitolava. Parafrasando Fox & Gimbel da qualche tempo una nota formazione politica spoletina ha deciso di usare un nuovo mezzo di sterminio di massa, sopratutto diretto alle redazioni giornalistiche, che risponde al nome di “Comunicato Stampa”. Killing me softly with his words.

Nelle redazioni suddette è già un fuggi fuggi generale. Quando fischia il vento e urla la bufera stai sicuro che da lì a poco arriva anche un Comunicato Stampa del Partito Democratico, che normalmente ha per scopo primario quello di fiaccare la “resistenza” dell’amministrazione comunale, ma che invece produce devastazioni tra la popolazione inerme  dei giornalisti  nelle redazioni.
Al momento in cui scriviamo, con l’elmetto in testa e con indosso la maschera antigas Nbc, la lista degli attacchi è la seguente:

  • 7 comunicati ad aprile,
  • 14 comunicati a maggio di cui 2 inviti a incontri pubblici (a casa nostra sarebbe uno ogni 2 giorni circa)
  • 6 nei primi 20 giorni di giugno

Oggetto delle missive, densi riepiloghi di tutto ciò che accade in città con insistenti domande sul futuro a carico del destinatario, e richieste di dimissioni della giunta. Richieste di costituzione di tavoli programmatici, sgabelli geopolitici e buffet e controbuffet ideologici. Una cucina dal sapore antico si direbbe.
Stillicidio a mò di goccia di cinese, anche un po’ maoista, che rieduca più le redazioni che i nemici colpevoli, politicamente, di inazione e tiracampà.
Al punto che ormai anche il più smaliziato notista politico ha perso il bandolo della matassa ed inizia a dubitare di chi sia veramente l’obiettivo di lotta per il partitissimo spoletino.
Persa ormai nell’iperuranio radioattivo della comunicazione politica spoletina, la meteora di personaggi come Archimede Strologone, eroe di un solo comunicato di lotta e “de paura”, finita l’epoca dei comunicati al 50% come i saldi (metà dei consiglieri del partito li approvava e l’altra metà li smentiva in consiglio comunale), ora assistiamo a temibili Think Thank, carrozzati Pininfarina, che elaborano comunicati a getto continuo secondo un rigido piano quinquennale di produzione di stampo coreano.

E pensare che l’amministrazione Cardarelli, da qualche mese,  fa tutto da sola per correre in salita e proprio per questo rimane impermeabile a qualsiasi gas nerv(os)ino dei nemici politici di sempre o di quelli “amici” della sua stessa coalizione. La “Cardarelli one” è talmente affaticata che l’unica cosa veramente cattiva sarebbe fargli una risata  in faccia mentre quella suda e sbuffa per raggiungere la vetta. E invece che ti escogita uno come il Think Thank Pininfarina? Aumentiamo il numero dei comunicati stampa, seppelliamoli. I giornali come i Dazebao della Rivoluzione Culturale cinese.

Con il morale a terra, l’autostima sotto i tacchi, con l’unica consolazione di poter canticchiare il ritornello della nota canzone romantica parafrasata “Mentre mi uccide con le sue parole”, pensiamo ai bei tempi che furono, quando per lunghi mesi non c’era traccia di vita nelle sedi dei partiti.

Sconsolati non ci resta che ululare alla luna “Addavenì Baffone…anzi no! Aridatece Strologone”.