Tra i vigneti di Montefalco, nel cuore della francescana Umbria, c’è un prete, in sella ad una Vespa 50 Special anni ’70 di colore giallo fiammante, che scorrazza di colle in colle per portare alle famiglie la benedizione pasquale.
La parrocchia è quella di Turrita, il parroco è il giovane Don Davide Tononi, anche conosciuto come ‘Lu poru prete de Turrita’ nome di battaglia che ha fatto scrivere sulla maglietta di gara delle Spartan Race. Eh si, perché il nostro Don Davide pur partecipando alle tradizioni processioni religiose ed ai canonici pellegrinaggi, ama anche ‘mostrare i muscoli’ e girare l’Italia, partecipando a queste speciali competizioni sportive tipo corsa ad ostacoli, simili ai percorsi di guerra degli addestramenti militari: dallo strisciare nel fango allo scavalcare palizzate, con slalom tra copertoni e fili spinati. Insomma, uomo di chiesa ma capace di competere alla grande anche su fronti in cui occorre una certa preparazione fisica, oltre che spirituale.
Il tutto, come tiene a sottolineare, senza rinunciare al suo ruolo anzi, valorizzandolo anche in quel contesto. Ed anche se l’abito non fa il monaco, don Davide ha voluto modificare la sua tenuta sportiva inserendo il collarino ecclesiastico. Se prima la cosa era quantomeno originale, adesso è a dir poco unica.
Non bastasse la passione per la Vespa, e l’impegno per la Spartan Race, non poteva certo mancare il pallino musicale. Oltre a saper suonare la chitarra, improvvisando alcuni video da postare poi in rete, la sua star preferita è ovviamente Vasco Rossi. Dai canti religiosi a ‘una vita spericolata’ anche qui si ritrova un po’ l’essenza del ‘prete spartano’. Un parroco sui generis indubbiamente.
C’è anche qualcuno che storce un po’ il naso, ma è proprio per questo che don Davide è così tanto amato. “Paradossalmente io vivo la mia normalità e faccio le cose che farebbe un qualsiasi ragazzo di trentaquattro anni – rileva don Davide Tononi – magari tra qualche anno farò altre cose, ma in questo modo, vivendo tra la gente e con i giovani, riesco a portare il messaggio di Cristo e della Chiesa a tanti, che magari non ne avrebbero avuto occasione”.
Un ringraziamento particolare ci tiene a farlo a tutti i collaboratori, agli anziani che lo vivono come un nipote, ed agli amici della squadra di Spartan ‘MoLon labe’. Quindici anni fa, quando faceva ancora il tornitore, ed era uno scatenato ultrà del Brescia – passione rimasta intatta – scelse di venire in Umbria ‘per rimettere insieme le priorità della vita’ sulla scia di San Francesco. Entrò in seminario ad Assisi, per poi passare a Spoleto, Città di Castello e Bevagna. Dal cuore dell’Umbria, con l’Umbria nel cuore.