Il verde attrezzato di San Martino in Trignano è “il Bronx di Spoleto“. Parola di don Gianfranco Formenton, parroco della popolosa frazione, che ha voluto denunciare la situazione di degrado su Facebook, con tanto di fotografie. Una critica in particolare alla politica, che però in qualche modo gli si è ritorta contro, anche se lui non ci sta. Tempo qualche ora, infatti, e a rispondere è l’assessore all’urbanistica Francesco Flavoni, che di fatto addossa le colpe in parte al sacerdote stesso. Ma la controreplica non è mancata.
L’area al centro delle polemiche è il verde attrezzato di San Martino in Trignano, adiacente alla palestra comunale, non distante dalla chiesa del paese. Uno spazio con un prefabbricato, spazio verde, giochi per bambini, panchine ed una fontanella. Dal 2011 al 2015 l’area è stata gestita dalla parrocchia di San Martino, in concomitanza con i lavori di ampliamento della chiesa. In seguito è iniziato l’abbandono, con il danneggiamento del prefabbricato da parte dei vandali, anche se tra i residenti della zona c’è chi lamenta che il degrado nei giardinetti, a parte il periodo di gestione parrocchiale, c’è da anni e anni.
Ad accendere dunque un faro sul verde attrezzato è stato dunque don Formenton, con tanto di reportage fotografico.
“San Martino in Trignano. Ecco il Bronx di Spoleto. Questo è “Il verde attrezzato” di San Martino, – scrive il sacerdote – attiguo alla scuola elementare e alla palestra. Luogo di devastazione, di scorribande di piccole gang minorili, di spaccio di sostanze stupefacenti… Luogo di “promesse elettorali”, palestra di roccia di assessori “risolviamo noi”, di Pellegrinaggi politici ad orologeria… Si. Qui bivaccano i nostri adolescenti sotto lo sguardo rassegnato di cittadini impotenti ai quali era stato promesso “tempestivo intervento” dopo “denunce” plateali contro “ignoti”. Denunce meno plateali, circostanziate e ignorate, sono state fatte senza nessun riscontro.
PS. Ah. Per entrare, anche se il cancello è chiuso, basta passare dalla palestra, come sanno tutti…. E, per completare, questo è anche “area di attesa” in caso di calamità naturali (sic)”.
Il problema, infatti, è anche quello dell’impianto sportivo sempre accessibile, tanto che alcuni utenti denunciano la possibilità di entrare anche a farsi la doccia negli spogliatoi quando la palestra è teoricamente chiusa.
Alla polemica avviata dal parroco di San Martino, a cui stanno seguendo numerosi interventi sui social network, ha risposto prontamente l’assessore all’urbanistica Francesco Flavoni. Che punta in qualche modo il dito contro lo stesso don Formenton.
“Caro Don Gianfranco Formenton, le vorrei ricordare – seppur i verdi attrezzati non rientrino nelle mie deleghe – che il degrado del luogo – sottolinea Flavoni – iniziò nel passaggio in cui lei comunicò alla passata amministrazione, seppur senza riconsegnare le chiavi, che non intendeva più gestire il luogo che aveva fino ad allora in gestione e su cui aveva installato un tendone che usava per celebrare la Messa.
Ricordo che uno dei primi appuntamenti che fissai da assessore fu proprio con lei perché, appunto, il Comune non era in possesso delle chiavi del verde attrezzato e proprio lei mi comunicò che aveva da tempo inviato la lettera di rinuncia. Ora, senza entrare nel merito delle motivazioni per cui lei dopo aver utilizzato per lungo tempo il verde attrezzato anche per le celebrazioni decise di lasciarlo, lei capirà che nessuno può prenderlo in gestione in tali condizioni e pertanto il problema è questo: poiché non fu valutata la consistenza del luogo al momento della sua riconsegna non è possibile imputare i danni ad alcuno, seppur fatte (tardivamente) le dovute denunce, e pertanto risulta difficile attivare l’assicurazione che altrimenti avrebbe coperto il danno. Probabilmente il Comune sarà costretto a pagare per i danni senza poter fare rivalsa su alcuno… ma questa è l’ultima ipotesi, stiamo tentando di percorrere altre strade meno costose per i cittadini”.
La diatriba sul verde attrezzato rischia di essere infinita. All’assessore Flavoni replica infatti lo stesso don Gianfranco Formenton.
“Ho capito. Secondo Francesco Flavoni – controreplica il sacerdote – il problema è che, al termine della convenzione con il Comune è stata la Parrocchia di S. Martino a lasciare il luogo in condizioni tali da non permettere ad alcuno di prenderlo in gestione… però non può dimostrarlo “poiché non fu valutata la consistenza del luogo al momento della riconsegna…” Le denunce io le ho fatte a tempo debito (faccia un salto in caserma)… voi tardivamente e sotto i riflettori…(e farò un salto in caserma a vedere se è vero). Comunque, assessore, ripassi la storia perché “carta canta” e quindi entri pure “nel merito delle motivazioni per cui…” che è tutto molto semplice. Si chiama “convenzione” che inizia e termina” “.
Le polemiche, insomma, sembrano destinate a proseguire.