Categorie: Istituzioni Perugia

PARI RAPPRESENTANZA DI GENERE, PRESENTATA LA PROPOSTA DI LEGGE ZAFFINI (FLI), MONACELLI (UDC) E ROSI (PDL)

Introduzione della doppia preferenza di genere nel sistema elettorale regionale umbro. Sanzione di inammissibilità della lista, in luogo della mera sanzione amministrativa attualmente prevista, se uno dei due generi è rappresentato in misura superiore ai 2/3 nella composizione delle liste provinciali (sistema proporzionale); parità di presenza (50 per cento e 50 per cento) dei due generi nel così detto 'listino' regionale (sistema maggioritario), anche in questo caso, pena l'inammissibilità.

Sono queste le modifiche previste all'attuale normativa elettorale regionale contenute nella proposta di legge “norme per favorire le pari rappresentanza di genere nelle elezioni del Consiglio regionale” presentata oggi a Palazzo Cesaroni dagli stessi estensori: Franco Zaffini (Fli- primo firmatario), Sandra Monacelli (Udc) e Maria Rosi (PdL).

Zaffini ha rimarcato come, con queste modifiche alla legge “si intendono garantire le stesse condizioni e le stesse possibilità di partenza, non influendo, quindi, sul risultato finale. Questa modifica, – ha spiegato – già attuata dalla Regione Campania, ha portato al raddoppio del numero di donne facenti parte dell'Assemblea regionale e il nostro auspicio è che questo possa accadere anche in Umbria. C'è bisogno di contaminazione positiva di esperienze, sensibilità e di cultura. È necessario che questi due mondi agiscano insieme. Questa proposta di legge è un atto concreto verso la vera parità di genere”.

Rosi, che è anche responsabile, per il suo partito, delle Pari opportunità, ha evidenziato come questa iniziativa legislativa rappresenti “un laboratorio, un'anticipazione su una scelta che diventerà patrimonio nazionale come ha già fatto sapere il ministro Mara Carfagna lo scorso 8 marzo alla presenza del Presidente della Repubblica. Alle donne va data la possibilità non solo di partecipare, ma anche di essere elette. Al di là di ogni loro appartenenza”.

Monacelli ha tenuto a rimarcare che le donne “non sono una specie protetta e non chiedono di essere relegate in una sorta di riserva indiana. Vogliamo affermare invece una questione di principio. Chiediamo l'introduzione del merito nella selezione delle classi dirigenti anche a livello istituzionale. Non può andare avanti soltanto chi è nelle grazie del capo di turno”.

Nel corso della conferenza stampa i promotori della legge hanno evidenziato che, in Italia, i consiglieri regionali di genere femminile eletti sono stati 93, il 13,3 per cento. L'86,7 per cento della rappresentanza istituzionale dei nuovi Consigli regionali è di genere maschile. Con riferimento all'Umbria il quadro delle percentuali è stato migliore, ma non soddisfacente: a fronte di un corpo elettorale composto dal 52 per cento di donne, i candidati di genere femminile erano 65 su un totale di 185 pari cioè al 35 per cento, e i consiglieri regionali eletti del medesimo genere sono stati 6 su 31, ossia il 19 per cento.

“Si tratta di dati – hanno spiegato – che assumono l'aspetto di un paradosso se si considera proprio la prevalenza demografica del genere femminile che, tra l'altro, detiene anche le migliori performance in tutti i livelli di istruzione presentando una quota di diplomati pari al 66,5 per cento contro il 60,8 per cento degli uomini ed una percentuale di laureati del 26,5 per cento rispetto al 16,8 per cento degli uomini”.

Per Zaffini, Monacelli e Rosi, “l'elemento di genere non va considerato solo in termini numerici, ma anche e soprattutto nei termini di una 'differente' progettualità politica. L'esigenza di accrescere quantitativamente il numero di donne nelle istituzioni rappresentative e di governo significa conseguire una 'parità effettiva' nell'accesso alla rappresentanza elettiva come garanzia di democrazia”.

Scheda: “Norme per favorire la pari rappresentanza di genere nelle elezioni del Consiglio regionale. Modificazioni alla legge 23 febbraio 1995, n. 43 (Nuove norme per la elezione dei consigli delle regioni a statuto ordinario) e alla legge regionale 14 gennaio 2010, n. 2 (Norme per l'elezione del Consiglio regionale e del Presidente della Giunta regionale).

Introduce norme tese a favorire la pari rappresentanza di genere nelle elezioni del Consiglio regionale. Prevede modificazioni alla legge 23 febbraio 1995, n. 43 “Nuove norme per la elezione dei consigli delle regioni a statuto ordinario” e alla legge regionale 14 gennaio 2010, n. 2 “Norme per l'elezione del Consiglio regionale e del Presidente della Giunta regionale”.

Con la modifica della legge '43/1995' si prevede l'introduzione della doppia preferenza di genere nel sistema elettorale regionale umbro che prevede la possibilità per l'elettore di esprimere due preferenze a condizione che siano riferite a candidati di sesso diverso.

La norma riguarda esclusivamente l'esercizio della facoltà di espressione della seconda preferenza ed è finalizzata a garantire, anche di fatto, oltre che astrattamente, il paritario accesso di uomini e donne alle cariche elettive secondo il principio del 50 e 50: se l'elettore decide di esprimere due preferenze, una deve essere per un candidato di genere maschile ed una per un candidato di genere femminile.

La proposta di modifica alla legge regionale '2/2010' invece prevede l'aggravio delle sanzioni a carico di quei partiti che non rispettano le percentuali di rappresentanza dei due generi che, secondo le norme vigenti, non possono essere rappresentati in misura superiore ai 2/3 nella composizione delle liste provinciali e regionali: il testo proposto introduce la sanzione di inammissibilità della lista in luogo della mera sanzione amministrativa e fa un ulteriore passo avanti nella direzione della parità di accesso alle cariche elettive prevedendo che, nella composizione della lista regionale, i due generi siano parimenti rappresentati secondo il principio del 50 e 50. AS/as