L'obiettivo della Giunta Latini resta quello di procedere alla bonifica del Parco Rosselli per restituirlo alla fruizione dei cittadini
Confermata la pericolosità del parco Rosselli di Terni per colpa dell’inquinamento, che dunque rimane chiuso dopo l’ordinanza emessa un anno fa dal Comune.
E’ stato infatti trasmesso oggi alla Direzione Ambiente del Comune di Terni il documento conclusivo con l’“Analisi di rischio sanitario-ambientale sito specifica” (AdR) redatto dalla società incaricata dall’amministrazione comunale.
Le conclusioni dell’analisi confermano la contaminazione del sito ed evidenziano profili di “rischio espositivo da inalazione polveri e di lisciviazione in falda per taluni parametri” in un’area che è già comunque interessata dalla precedente ordinanza. Ora queste conclusioni, con i dati rilevati, saranno trasmesse alla Regione Umbria che, seguendo le procedure di legge, convocherà la conferenza dei servizi. L’obiettivo della Giunta Latini resta quello di procedere alla bonifica del Parco Rosselli e di restituire l’area alla fruizione dei cittadini, seguendo l’iter indicato nelle normative e che garantirà la massima sicurezza per tutti.
La situazione di inquinamento del Parco Rosselli era emerso nel 2015 a seguito della caduta di alcuni alberi per il maltempo. In quella occasione, infatti, era stato rilevato “materiale antropico” tra le radici. Le analisi chimiche condotte sul materiale prelevato avevano evidenziato uno stato di potenziale contaminazione del sito. Da qui le analisi, dopo la gara avviata nel 2020, effettuate nel 2021. Nel frattempo relativamente all’area erano state emesse due ordinanze comunali, nel 2017 e nel 2021 appunto.
“Nello specifico, – si legge nella relazione della Direzione Ambiente del Comune – sono stati realizzati sei sondaggi superficiali fino alla profondità di circa dieci metri dal piano campagna e tre sondaggi attrezzati a piezometro profondi circa 25 metri. La campagna di analisi dei suoli, estesa a tutta l’area del parco, per un totale di 11.300 metri quadrati, ha evidenziato la presenza di materiale di riporto per uno spessore variabile tra i quattro e i nove metri, ascrivibile a materiali da costruzione e a materiali di derivazione siderurgica“.
Gli accertamenti successivi hanno mostrato una situazione piuttosto preoccupante, limitata comunque all’area del Parco Rosselli già interdetta con apposita ordinanza: “Le conclusioni dello studio hanno messo in luce, per il suolo superficiale, il rischio cancerogeno R (HH) superiore alla soglia di accettabilità per il parametro piombo, un indice di pericolo per il cobalto e un superamento per il rischio cumulato outdoor (On-site). Inoltre è presente un rischio per la risorsa idrica Rgw (GW) derivante dalla lisciviazione del Nichel. Per il suolo profondo sussiste un rischio per la risorsa idrica, legato alla lisciviazione dei parametri: Nichel, Rame, Cobalto, Antimonio, Arsenico e Piombo. Non sono state invece individuate situazioni di rischio per i recettori situati all’esterno dell’area del parco (off-site)”.
(foto di repertorio)