Dopo Claudio Ricci, che ha iniziato la sua corsa già agli inizi del 2018 con le sue tre liste civiche, arriva un altro candidato alla presidenza della Regione Umbria. Si tratta di Antonio Pappalardo, generale dei carabinieri in pensione, vicino al movimento dei Forconi ieri e sostenuto dai gilet arancioni oggi. Insieme a Forza Centro e L’Umbria nel Cuore.
Proprio ragioni di “cuore” avevano portato Pappalardo a Perugia nelle scorse settimane, quando Carmine Camicia lo presentò come futuro assessore in caso di sua vittoria. Camicia non è entrato neanche in Consiglio e così Pappalardo (che in passato in Umbria aveva contatti con alcuni rappresentanti del mondo artigianale) punta più ambiziosamente Palazzo Donini, questa volta mettendoci la faccia.
“Cambiare musica” è il messaggio che Pappalardo ha lanciato dalla Sala della Vaccara, lanciando la propria candidatura. A cominciare dai 42mila disoccupati della regione a cui vuole trovare un’occupazione, promette, in 3 anni. Psdi, Patto Segni, An, Movimento dei forconi, Mli ed ora Forza Centro e Movimento gilet arancioni. Contrapporsi ai partiti tradizionali che hanno portato in declino l’Italia è stato sempre l’obiettivo di Pappalardo. Un obiettivo perseguito cavalcando ogni protesta popolare e proponendo soluzioni drastiche, come quando a Milano tentò di “arrestare” l’allora presidente della Camera Boldrini.
Soluzioni drastiche che Pappalardo prospetta come medicina per l’Umbria della sanità malata e dell’economia in affanno. “Liberando” le imprese e affidando la regione a San Francesco.