Ad undici mesi esatti dal sisma dell'Aquila, ieri in Vaticano, l'udienza Pontificia Speciale del Papa per i volontari della Protezione Civile Italiana. L'istanza di un'udienza pontificia speciale era nata dalla rinuncia da parte di molti volontari ad incontrare il Santo Padre nella visita all'Aquila a sole tre settimane dal sisma, poiché, essendo impegnati nelle attività di soccorso, preferirono che fosse la popolazione colpita dal sisma a poterlo avvicinare.Così gli oltre settemila volontari provenienti da tutta Italia (circa 300 volontari per ogni regione), sono stati accolti nella Sala Paolo VI, insieme ai rappresentanti delle componenti del sistema nazionale di protezione civile che hanno operato per l'emergenza sismica in Abruzzo, tragedia nella quale, lo ricordiamo, persero la vita 308 persone. Non poteva ovviamente mancare la rappresentanza umbra presente con una ventina di Comuni, tra i quali Spoleto, Foligno, Castel Ritaldi, Campello sul Clitunno, coordinati dal Servizio Regionale di Protezione Civile. La mattinata si è aperta con una lunga introduzione, ben condotta da Paola Saluzzi, che ha fatto ripercorrere i momenti più importanti e significativi degli ultimi dieci anni di Protezione Civile, attraverso la proiezione di filmati inediti, accompagnati dalle esecuzioni musicali dell'Istituzione Sinfonica Abruzzese, del Coro delle Matite Colorate e dalle testimonianze dirette di alcuni ragazzi aquilani. Innumerevoli gli applausi spontanei che hanno scandito le immagini dei filmati di San Giuliano (2002), Beslan (2004), tsunami Sri Lanka (2004), Giornata Mondiale della Gioventù (2000) fino al commosso applauso che ha accompagnato l'intero filmato dell'addio a Giovanni Paolo II (2005).
Il Cardinale Angelo Comastri, Arciprete della Basilica di San Pietro, ha guidato i volontari nella preparazione dell'incontro con il Santo Padre, con un momento di preghiera nel quale ha ricordato come la parabola de “Il Buon Samaritano” sia un elogio, anzi, il più bell'elogio ai volontari, ricordando che “non è il ruolo che rende automaticamente buona o grande una persona, ma il cuore” inteso come la capacità di commuoversi e di spendersi per gli altri.Il Cardinale ha poi recitato la preghiera della “Madonna della Protezione”, preghiera scritta dal Cardinale stesso per la Protezione Civile. “La Provvidenza ha voluto che questa udienza cadesse proprio in occasione dell'undicesimo mese dalla terribile tragedia del terremoto dell'Aquila, pertanto è il proseguimento del dialogo che Lei ha voluto iniziare lo scorso aprile, in un momento in cui si vorrebbero confondere le responsabilità di alcuni con il lavoro ed il merito di molti” queste le parole iniziali dell'intervento del Capo Dipartimento della Protezione Civile, Guido Bertolaso che ha voluto così riportare l'attenzione sui meriti della Protezione Civile ed in particolar modo sul valore del volontariato. Lo ha fatto innanzi tutto con l'aiuto dei numeri: oltre 7000 volontari impegnati per più di 800.000 giornate di lavoro per dare ospitalità ai 35.000 sfollati. Successivamente ha sottolineato che “l'Italia è l'unica Nazione che ha dato dignità istituzionale alla presenza del volontari, rinunciando alla spontaneità, incompatibile con la capacità di dare soccorso in ogni occasione, si raggiunge una preparazione tale da rendere la sua opera indistinguibile da quella di coloro che hanno fatto scelte professionali specifiche”.Lo stesso Bertolaso ha poi concluso affermando che comunque “non c'è nessun ordinamento statale giusto che possa rendere superfluo il servizio dell'amore”. Durante l'udienza, Papa Benedetto XVI ha sottolineato il “vivo desiderio” di incontrare i volontari, cui si è rivolto come “una delle espressioni più recenti e mature della lunga tradizione di solidarietà che affonda le radici nell'altruismo e nella generosità del popolo italiano”. Il Papa ha quindi accostato la figura del volontario con quella evangelica del buon Samaritano ricordando che “senza volontariato il bene comune e la società non possono durare a lungo, poiché il loro progresso e la loro dignità dipendono in larga misura proprio da quelle persone che fanno più del loro stretto dovere”. L'udienza si è conclusa con la consegna al Santo Padre della giacca della Protezione Civile, subito indossata tra l'applauso caloroso dei volontari presenti.