Papa Francesco ci ha donato la speranza / La storia del giovane Marco - Tuttoggi.info

Papa Francesco ci ha donato la speranza / La storia del giovane Marco

Redazione

Papa Francesco ci ha donato la speranza / La storia del giovane Marco

Anni di lotta contro il morbo di Perthes / Tra scienza e fede / L'associazione per i malati
Mer, 16/07/2014 - 21:21

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Il telefono squilla. A risponderci è Carlo Villani di Orvieto. La sua è la voce di un padre che racconta una storia di difficoltà. Quelle che si riscontrano nel combattere quotidianamente la malattia di Legg-Calvé-Perthes, che ha colpito suo figlio Marco.

Oggi Carlo ci parla dei sacrifici che ha dovuto affrontare per ritrovare un briciolo di speranza, per lui e soprattutto per il giovane Marco. Tutto questo grazie all’incontro con la fede, con Papa Francesco e la fondazione dell’Associazione A.I.P. in Cammino.

“Al Bambin Gesù non sono stati capaci di riconoscere la malattia di mio figlio Marco”- dice Carlo- “sono davvero amareggiato”.

Con queste parole si apre la conversazione con il signor Villani.

“Tutto ha inizio nel Gennaio del 2012, quando a mio figlio è stato diagnosticato il morbo di Perhes, una malattia rara e degenerativa della testa del femore. Inizialmente nessun tipo d’intervento sembrava adatto per Marco”.

“A Luglio (dello stesso anno n.d.r.) l’intervento al femore e 2 mesi dopo i medici suggeriscono di riprovare ad usare le stampelle per camminare.”

“A Ottobre Marco prova dolori forti, sia alla gamba sinistra che a quella destra. Purtoppo la malattia colpisce entrambi i femori”- prosegue Villani -“così ci siamo recati a Padova, dove Marco è stato ricoverato urgentemente data la grave situazione.” La diagnosi è terribile: “Il rischio era l’amputazione delle gambe”. La famiglia Villani non sa più cosa fare e decide di tentare un viaggio della fede.

A Medjugorje arriva la conversione spirituale.“Eravamo presi dalla disperazione”, dice Carlo, spiegando la decisione di recarsi in questa località ritenuta santa, famosa per le numerose apparizioni della Madonna, e dunque divenuta meta di migliaia di pellegrinaggi.

“Mi piace ricordarci come una famiglia partita con una disgrazia e tornata con una grazia e un sorriso”- continua il papà di Marco-“da qui l’idea di fondare un gruppo di preghiera per avvicinarci a Dio e alla Chiesa, per metterci a disposizione della comunità.”- conclude Carlo. Dal viaggio alla fondazione di un’associazione dedicata ai malati del morbo di Perthes, il passo è stato breve.

A Dicembre del 2013 la lettera scritta a Papa Francesco, in cuiMarco chiede aiuto al Santo Padre. “Verso Gennaio riceviamo una telefonata dalla Santa Sede”- dice Carlo –“era il Papa che si dichiarava interessato alla situazione di Marco.”

All’udienza generale del mercoledì, nel Maggio  2014, il giovane Marco e la sua famiglia vengono accolti da Francesco.

Emozionato nel ricordare l’avvenimento Carlo ci dice: “Io stupidamente non ho portato doni al santo padre, mentre tutti gli altri ne erano provvisti” – continua – “al Pontefice ho mostrato l’unico oggetto che porto sempre con me: il mio rosario consumato di legno. Dopo averglielo mostrato l’ha benedetto e me lo ha riconsegnato, chiedendomi di continuare a pregare per lui.” “Quest’incontro ci ha dato speranza e forza per continuare il nostro cammino di fede” –dice Carlo.

Quando gli domandiamo di raccontarci come è nata l’idea di fondare “l’Associazione Italiana Perthes …in cammino”, Carlo risponde così: “Quest’associazione nasce con lo scopo di dare speranza a tutte le famiglie che hanno riscontrato problemi nell’affrontare questa malattia. Inoltre – conclude Villani – nasce per far accrescere dentro mio figlio Marco la forza morale, spirituale e la fiducia nella ricerca scientifica.”

Oggi Marco, che ha compiuto 16 anni, è potuto tornare a scuola a seguire le lezioni e nonostante le grandi fatiche e il dolore della malattia è riuscito a terminare  suoi studi

Questi i contatti per chi fosse interessato ad aiutare  l’associazione, questi ragazzi e contribuire al progresso e alla ricerca:

Intervista realizzata da Federica Pucino

© Riproduzione riservata

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