Paolo Villaggio è stato dimesso dal nosocomio perugino dove è stato ricoverato per alcuni giorni nella Clinica del Prof. Mannarino. C' è uno speciale tam tam che entra in funzione in un grande Ospedale come il S. Maria della Misericordia ogni volta che tra i pazienti figura qualche personaggio molto conosciuto. E' cosi con gli atleti, gli attori.
In questi giorni nei corridoi del nosocomio perugino, nella camera dieci del terzo piano, è stato visto appunto Paolo Villaggio, personaggio tra i più amati dal grande pubblico televisivo, teatrale e cinematografico, legato alla figura del ragionier Fantozzi, autore di decine di libri, vincitore del Leone D'oro assegnato alla Mostra del cinema di Venezia e di tanti altri premi di eguale importanza.
L'attore ha rilasciato un'intervista televisiva che che verrà trasmessa nel corso del programma “Le Iene”: “ha organizzato tutto la casa editrice del mio ultimo mio libro – ha dichiarato Villaggio, – nel quale racconto la confusione che regna in Italia. Nonostante fossi impegnato con gli accertamenti medici qui in ospedale, non ho potuto sottrarmi”. Villaggio parla della situazione attuale dell'Italia, “drammatica – dice – si diano tutti una regolata, siamo alla frutta”, delle dimissioni del Papa (“mi hanno spiazzato, e per sorprendere me ce ne vuole, al suo posto sarei rimasto fino all'ultimo”).
La sua degenza – Non è la prima volta che Villaggio decide di farsi curare in Umbria, all'ospedale di Perugia, tanto da promuovere il S.Maria della Misericordia: “ho trovato grande attenzione alla persona prima che alla malattia” afferma il popolare attore. E c'è una ragione specifica, dato che l'uomo vive abitualmente a Roma. “Nell'ospedale di Perugia ho trovato un'attenzione speciale alla persona ed un medico come il professor Mannarino, che mi sta aiutando a vivere al meglio i miei anni, che non sono pochi, e visto che a certi piaceri della tavola davvero non riesco a rinunciarci, debbo dire che sono soddisfatto della qualità della mia vita. A Perugia, oggi come in passato, ho notato che i pazienti, come me, come il mio vicino di letto o gli altri del reparto, vengono considerati in prima battuta come persone. La malattia viene dopo, molto dopo. Non ho grandi elementi per giudicare l'Ospedale nel suo complesso, però ho rilevato una organizzazione, una regia; sono stato accompagnato in ambulatori dove ho fatto esami diagnostici, e non ci è voluto molto per capire che qui le cose funzionano. A Roma, dove sono stato in passato, il medico mi prescriveva una sfilza di esami e poi mi diceva di tornare con i risultati. Quando invece ho avuto bisogno di chiedere assistenza medica in America, dove mi trovavo per lavoro, già all'ingresso mi hanno chiesto la carta di credito”.
“Il signor Villaggio è ricorso alle cure della nostra Struttura per motivazioni cliniche importanti – commenta il professor Elmo Mandarino, Direttore della Clinica di Medicina Interna, Angiologia e Malattie di Arterosclerosi-. Anche in passato le sue condizioni di salute hanno richiesto altri interventi; si tratta di un paziente molto scrupoloso, che si informa su tutto, in sintonia con un aspetto della sua personalità, la curiosità.
Cosa posso dire del suo stile di vita? Sarebbe perfetto se fosse più ligio alle prescrizioni dietetiche che gli vengono raccomandate. Su questo punto è un po’ troppo anarchico, perfettamente consapevole di esserlo”. Nei pochi giorni di ricovero, Villaggio ha familiarizzato con il personale medico ed infermieristico, ma è chiaro che la sua presenza nella struttura ha fatto alzare il livello di attenzione a tutto il personale per la notorietà del personaggio, che comunque non si è sottratto al cerimoniale di rilasciare autografi e di accettare di farsi fotografare con quanti glielo hanno chiesto, anche al bar dell'Ospedale.
“Dedichiamo a lui la stessa attenzione che agli altri – aggiunge il Prof. Mannarino – e lui è stato bravo ad adeguarsi ai tempi di attesa previsti per accertamenti ed esami diagnostici.Il personaggio è diretto, curioso; non c'è argomento che non lo interessi. Lo ripeto: lascia a desiderare solo nel rispettare poco le prescrizioni dietetiche, ma credo che anche chi lo vede in tv, lo abbia notato…”.
“Non mi sono sentito un paziente blindato – afferma infine Villaggio – a me piace il confronto con chiunque, quando ho potuto sono sceso anche al bar per distrarmi, altrimenti giornali e tv mi hanno fatto compagnia. Ho fiducia nella scienza nonostante mi sarei aspettato qualche risultato più importante nella lotta contro il tumore e cure più efficaci nelle malattie neurologiche. Ahimé, ci sono stai grandi investimenti anche da parte dell'America nella ricerca, ma c'è ancora tanto da scoprire. A livello personale sono soddisfatto della vita che ho vissuto senza grandi rinunce, e dico grazie all’Ospedale di Perugia chi mi ha permesso fin qui di migliorare la qualità della mia vita”. (Ale. Chi.)
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