E’ il cuoco eugubino Paolo Pascolini il vincitore della quarta edizione del concorso enogastronomico nazionale “Premio Tartufo di Gubbio”. Per la prima volta, l’ambito riconoscimento va a un cuoco del territorio, apprezzato dalla giuria specializzata per il suo rendimento costante nelle tre prove del concorso e nell’equilibrio mostrato nel combinare gusto, presentazione del piatto e originalità delle proposte.
Il menu – Pascolini ha sottoposto all’esame dei giurati un menù composto da: antipasto di “Uovo pochè con carciofi fritti e tartufo bianco di Gubbio”, primo di “Bottoni ripieni ai marroni su fonduta di caciotta di Norcia e tartufo bianco di Gubbio”, e per secondo “Guancia di vitello cotta a bassa temperatura con purè di topinambur e tartufo bianco di Gubbio”.
Il cuoco trentaseienne svolge quest’attività da diciotto anni e da dieci è titolare, insieme alla famiglia, del ristorante “La Cia” di Gubbio. “Sono contentissimo – ha commentato a caldo Pascolini, premiato dall’assessore comunale al Turismo Marco Bellucci con un piatto di ceramica -, finalmente insieme anche agli altri cuochi locali siamo riusciti a far rimanere il premio a Gubbio. E’ un riconoscimento vero come ha dichiarato anche la giuria, non è pilotato, altrimenti un cuoco eugubino avrebbe già vinto, e penso sia meritato”. Già l’anno scorso il giovane chef aveva sfiorato la vittoria. Tra i piatti in concorso, inoltre, una menzione speciale è andata al “Petto di piccione con tavolozza di patate, foie gras, cracker al rosmarino e tartufo bianco di Gubbio”, dello chef Daniele Canella del ristorante “Le Fontanelle” di Castelnuovo Berardenga, risultato quello con la votazione più alta in assoluto.
La gara – Gli altri cuochi in gara erano: Giacomo Ramacci del ristorante “Taverna del lupo”, Vito Favuzzi del ristorante “Il Bottaccione in gola”, Laura Tognellini del park hotel “Ai Cappuccini” e gli chef ospiti Diego Colladon dell’hotel “Quirinale” di Roma, Maurizio Cecilioni della locanda “Strada della Marina” di Scapezzo di Senigallia e Massimo Rossi del ristorante “Belvedere” di Monte San Savino. Per tutti è stata un’esperienza bella e stimolante. “E’ stata l’occasione per conoscere meglio il tartufo bianco di Gubbio – ha detto Diego Colladon dell’hotel “Quirinale” di Roma – di cui apprezzo la delicatezza dell’aroma, perfetto per una cucina come la mia, pulita, semplice, attenta alla qualità dei prodotti e poco sofisticata”. E anche chi lo usa ormai da dieci anni, come il cuoco pugliese Vito Favuzzi del ristorante “Il Bottaccione in gola” di Gubbio, ha avuto l’occasione di testare soluzioni nuove: ”ho osato molto in questo concorso con abbinamenti particolari come pesce, lenticchie e tartufo bianco”. E anche il lavoro in gruppo ha dato i suoi frutti. “L’ho trovato un ambiente accogliente, caratterizzato da affiatamento e collaborazione – ha detto il lucchese Daniele Canella, 38 anni -. Era il mio primo concorso, un’esperienza davvero arricchente il confronto con gli altri chef”. La considera una strada per rinnovare il menù del proprio ristorante il toscano Massimo Rossi: “Ho voluto sperimentare per avere indicazioni dalla giuria di esperti sulle strade da percorrere in futuro”. Componenti della giuria, presieduta dal giornalista enogastronomico Bruno Gambacorta e coordinata dal giornalista Claudio Zeni, sono stati invece Paolo Capresi, Tarsia Trevisan, Roberto Vitali, Vittorio Cota, Alberto Scheppati, Salvatore Marchese e Francesco Cerea del ristorante da Vittorio di Brusaporto, con tre Stelle Michelin.
“Il tartufo di Gubbio non è secondo a nessuno – ha detto il giornalista enogastronomico Bruno Gambacorta durante la premiazione – e bisogna insistere sul marketing territoriale e sulla promozione del prodotto come hanno fatto altre zone d’Italia”. La serata conclusiva che si è tenuta al park hotel “Ai Cappuccini”, dopo le sessioni di gara ospitate alla “Taverna del lupo” e al ristorante “La Cia”, è stata l’occasione per conferire il riconoscimento “Eccellenze umbre nel mondo – Premio tartufo di Gubbio”, consegnato dall’assessore provinciale al Turismo Roberto Bertini a Marco Caprai per aver onorato e promosso, con la propria impresa, l’Umbria nel mondo.
L’imprenditore montefalchese, tra l’altro, sta portando avanti un’appassionante sperimentazione a Gubbio in campo vitivinicolo, in collaborazione con Ubaldo e Carmela Colaiacovo. “Siamo alla seconda vendemmia di un Nebbiolo di Gubbio salvato e riprodotto quindici anni fa a Montefalco su richiesta di un signore eugubino. Stiamo facendo gli artigiani per capire, con il know how della nostra azienda, le potenzialità del territorio e di questo vitigno. Vorremmo produrre un vino di qualità di tipo ‘nordico’ e completare il paniere delle eccellenze eugubine”.