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Palazzo Grossi, per il Comune è stato un affare

Redazione

Palazzo Grossi, per il Comune è stato un affare

La relazione degli uffici sul project financing dell'ex scuola Pascoli
Lun, 17/09/2018 - 15:27

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La V Commissione consiliare controllo e garanzia, presieduta da Emanuela Mori, ha discusso la richiesta di attivazione presentata dalla capogruppo del Movimento 5 Stelle Cristina Rosetti sul Project financing della ex scuola media G. Pascoli in piazza Morlacchi (oggi Palazzo Grossi). Nell’atto la consigliera Rosetti chiede “di verificare la legittimità dell’operazione per la realizzazione dei lavori di ristrutturazione ed ampliamento dell’edificio funzionale, intrapresa in assenza dei requisiti per la sua sostenibilità economica, nonché la legittimità della rinegoziazione alla convenzione originaria“. L’esponente pentastellata ha ripercorso la vicenda, dall’approvazione da parte del Consiglio comunale nel luglio 2003, fino alla dismissione della mensa allestita al piano terra, il contenzioso tra il Comune e la Pascoli srl per il riadeguamento degli spazi ed il successivo accordo (un accordo di 60mila euro per i lavori, più altri 30mila che l’ente avrebbe versato come canone annuo per l’utilizzo dei locali).

Di fatto, la Giunta – secondo Rosetti – dava atto che tale operazione si inseriva nell’ambito del rapporto concessorio in corso, destinando ad uffici comunali spazi che inizialmente erano nella disponibilità del concessionario. “L’ultima rinegoziazione – sostiene Rosetti – ripristina l’equilibrio finanziario dell’operazione, solo nell’interesse del concessionario che con la cessazione della gestione del bar/mensa si è visto venire meno parte dell’alea. D’altro canto, per l’amministrazione viene annullato invece, qualsiasi risparmio, dato l’ulteriore esborso previsto, così da rendere l’intera operazione totalmente antieconomica per il Comune”.

Le osservazioni degli uffici

Ma per gli uffici, così come scrivono nella loro relazione, “la procedura adottata dal Comune di Perugia, sia da un punto di vista formale che sostanziale, è stata pienamente conforme e coerente alla normativa vigente all’epoca dei fatti e ai principi enucleati a livello comunitario e nazionale in materia di finanza di progetto“.

Per quanto concerne i rischi dell’operazione, il Comune ha trasferito sul concessionario, non solo i rischi di costruzione e disponibilità, come previsto dalle norme, ma anche parte del rischio di domanda (che, di regola, nelle opere fredde tale rischio è a carico della pubblica amministrazione, salvo che non si prevedano porzioni di opera destinate ad attività produttive di reddito per il concessionario).

Per quanto riguarda la rinegoziazione del 2015, si legge ancora nella relazione, “il canone di utilizzazione annuo è passato da euro 696.000,00 oltre IVA (proposta iniziale del candidato promotore del mese di dicembre 2003) ad euro 467.500,00 oltre IVA (proposta finale), con una riduzione di € 228.500,00, dopo lunghe trattative e l’assegnazione di alcuni locali per un totale di 800 mq. al concessionario. A seguito della variante progettuale n. 1 approvata nel 2008 il canone è stato ulteriormente ridotto ad euro 458.150,00.

Secondo i tecnici, la convenienza per il Comune della rinegoziazione del 2015 risulta ben motivata nella delibera di Giunta n.142 del 20.05.2015 per diversi motivi:

 – l’allocazione dell’ufficio Archivio presso Palazzo Grossi, che consente pertanto la totale dismissione di via Scarlatti, n.6, risulta da un punto di vista logistico la più opportuna;

– l’importo di euro 30.000,00, oltre Iva, quale canone annuo di utilizzazione risulta congruo; infatti, il Concessionario, come detto, garantirà per tutta la durata della concessione, con oneri a proprio carico e senza costi aggiuntivi per il Comune, la manutenzione ordinaria, straordinaria e a guasto dei locali, compresi gli impianti, al pari delle restanti parti dell’edificio;

– la convenienza per il Comune è ulteriormente rafforzata in considerazione che alla scadenza della concessione l’Amministrazione, rientrando nella piena disponibilità dell’intero edificio, non dovrà sostenere oneri ulteriori per la trasformazione degli spazi in questione ad uffici.

La valutazione dell’importo complessivo del project passato da euro 24.492.756,29 ad euro 25.291.756,20   va considerato, secondo i tecnici, in questo più ampio contesto.

Una pratica che comunque, nonostante la valutazione degli uffici, continua a non convincere i cinquestelle.

Al termine dell’illustrazione, la discussione è stata aggiornata ad una successiva seduta in cui saranno illustrate le relazioni della consigliera Rosetti e quella di maggioranza, per la cui redazione la presidente Mori ha dato tempo quindici giorni.

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