Verrà inaugurata oggi, alle ore 18.00, presso il Museo civico di Palazzo della Penna, la mostra che il Comune di Perugia dedica a Romeo Mancini (1917-2003) nel centenario della nascita e che propone un coinvolgente itinerario tra i temi fondanti della sua ricerca.
Pittore e scultore, Mancini appartiene alla generazione protagonista del vitale e contrastato dibattito del secondo dopoguerra. Nel clima di apertura favorito a Perugia dal pensiero di Aldo Capitini e dalla presenza di molti intellettuali, tra cui lo storico dell’arte Lionello Venturi, un nuovo senso etico e politico del fare arte accelera in lui l’urgenza dell’aggiornamento. Il suo linguaggio si misura allora con la lezione dei maestri francesi, da Cézanne ai neocubisti, in uno stimolante confronto con i vecchi compagni dell’Istituto d’Arte di Perugia, Leoncillo ed Enzo Rossi, con i quali nel 1950, dopo un viaggio in Francia, si ritrova a Roma nell’effervescente laboratorio di Villa Massimo. Qui, vicino anche a Guttuso e Mazzacurati, Mancini si schiera con i Realisti e inizia a dedicarsi alla rappresentazione del lavoro, convinto che «le vere ragioni dell’arte e della cultura si trovano dove c’è la vita e la lotta per conquistarla».
Negli anni ’60-’70, il suo ruolo di docente e poi direttore dell’Accademia di Belle Arti di Perugia rinsalda un impegno che si manifesta anche nell’ideazione di numerosi monumenti pubblici. L’ultima feconda stagione di Romeo Mancini si sviluppa intorno al tema delle “Cattedrali”, sintesi perturbanti e surreali del rapporto tra uomo e macchina, indagato dalla forza rivelatrice della pittura.
La mostra, promossa dal Comune di Perugia, con il patrocinio dell’Accademia di Belle Arti “Pietro Vannucci”, è curata da Stefania Petrillo con Simone Mancini e Anna Lisa Vergarolo, e propone oltre novanta opere, tra dipinti, sculture e disegni, molte delle quali inedite.
Alla presentazione alla stampa, questa mattina, hanno partecipato l’Assessore alla Cultura del Comune di Perugia Teresa Severini e la curatrice della mostra Stefania Petrillo, insieme alla moglie dell’artista e al figlio Simone.
“Quando Simone Mancini presentò la proposta di una mostra dedicata al padre –ha spiegato l’assessore Severini – l’ho subito appoggiata e abbiamo fatto si che prendesse vita grazie a Stefania Petrillo perché rientrava nell’obiettivo che come Assessorato ci eravamo prefissati a inizio mandato, quello di valorizzare e far conoscere, soprattutto alle nuove generazioni, i grandi artisti umbri, tra cui lo stesso Mancini è annoverato”.
“D’altro canto, -ha fatto eco Simone Mancini- mio padre era molto fiero di essere perugino ed era molto legato alla città. Ha lavorato tutta la vita con la città e per essa”.
La mostra è stato il frutto di un attento lavoro, di confronto e scambio tra gli Archivi Mancini e la curatrice della mostra, Stefania Petrillo che ha ribadito come Romeo Mancini fosse un artista molto impegnato attraverso la sua arte, sempre calato nel suo tempo. “La mostra –ha detto- non è solo un modo per ricordare Mancini, ma per conoscerlo e ristudiarlo”.