Da una parte c’è la Corte d’appello di Firenze che preme perché si giunga al più presto ad una decisione. Dall’altra faldoni di documenti tecnici e soluzioni solo ipotetiche. Sanare l’irregolarità del doppio palazzo della Posterna ed evitare la sua demolizione è probabilmente la patata più bollente in mano alla Giunta guidata dal sindaco Andrea Sisti.
Gli intendimenti dell’Amministrazione comunale sono finiti al centro di ben due interpellanze durante il consiglio comunale di giovedì pomeriggio. A presentarle Sergio Grifoni (Obiettivo Comune) e Giancarlo Cintioli (Insieme per Spoleto).
A ripercorrere tutta la vicenda relativa alla costruzione di quello che per anni è stato bollato come ecomostro è stato Grifoni. Un iter avviato nel 1996, ma con il permesso a costruire rilasciato solo 10 anni dopo, strettamente legato alla realizzazione del parcheggio multipiano della Posterna, caratterizzato da vincoli, stop imposti dalla Procura (che nel 2009 sequestrò il cantiere, dissequestrato e completato dopo la prima sentenza d’appello, un paio di anni dopo) e processi. Fino alla sentenza definitiva, con la condanna di 6 persone per abuso edilizio (tra cui due tecnici del Comune di Spoleto) e l’annullamento del permesso a costruire, con l’ordine di demolizione “aggirabile” solo acquisendo a patrimonio pubblico l’immobile o sanando la volumetria (pagando una cifra consistente).
Grifoni, come Cintioli dopo di lui, ha chiesto dunque al sindaco quali azioni siano state messe in campo per risolvere l’annosa problematica. Ricordando che da parte dei proprietari e costruttori sono state presentate tre istanze di sanatoria al Comune, due delle quali respinte ed una ancora in essere. Rigetto – va ricordato – che è stato impugnato davanti al Tar, che ha dato ragione all’ente.
Anche se sull’ultima sentenza del Tar è appena stato presentato ricorso davanti al Consiglio di Stato da parte dei proprietari degli appartamenti.
Il consigliere di Obiettivo Comune ha poi detto che “sembrerebbe essere in corso presso il tribunale di Spoleto una causa di richiesta risarcimento danni da parte della ditta costruttrice nei confronti del Comune per un importo di svariati milioni di euro, alla quale potrebbe aggiungersi, in caso di demolizione, quella dei proprietari degli appartamenti“.
Duro l’intervento di Cintioli (già assessore ai lavori pubblici del Comune dal 1999 al 2004) nel contestare le passate amministrazioni che non sono riuscite a superare la problematica. Nel mirino soprattutto la Giunta de Augustinis che a suo dire avrebbe peggiorato la situazione con l’ipotesi di acquisire il doppio palazzo della Posterna e destinarlo ad edilizia residenziale pubblica. “Quell’ipotesi lì – ha sostenuto l’esponente di Insieme per Spoleto – ha portato poi la proprietà a chiedere un risarcimento danni astronomico al Comune”. Cintioli ha anche rivelato che “la proprietà, da quello che mi risulta, sta portando avanti iniziative perché si possa andare alla revisione del processo“.
Il sindaco Andrea Sisti, seppure con alcuni strafalcioni durante il suo intervento (sui “colleghi” condannati e sull’azione del Tar), ha spiegato di essere già all’opera per la risoluzione del problema. Anche perché, appena insediata la nuova Giunta, la Corte d’appello di Firenze ha scritto al Comune di Spoleto chiedendo se fossero state prese già decisioni sulla Posterna (va ricordato che la demolizione è stata sospesa solo temporaneamente).
Il primo cittadino ha ricordato come nel corso del tempo “sono state esperite alcune valutazioni, ci sono alcuni pareri di avvocati” e che anche la sua Amministrazione ha già consultato i propri legali. Ricordando poi che c’è un ricorso pendente davanti al Consiglio di Stato sulla richiesta di sanatoria dei condomini rigettata dal Comune.
Quindi le questioni tecniche: “Bisogna recuperare circa 8mila metri cubi per sanare l’edificio, stiamo valutando come poter giungere a una soluzione che soddisfi sia l’interesse pubblico (inserito nel contesto di mobilità alternativa) che quello dei privati”. Un aiuto per superare la controversia arriva dalla legge Madia del 2016, ma occorrerà comunque approvare un nuovo piano attuativo in sanatoria per l’area, con passaggio prima in Giunta e poi in Consiglio comunale, previo accordo transattivo con i privati. Uno scoglio su cui finora però si sono arenate tutte le amministrazioni comunali precedenti.
Il sindaco Sisti è invece certo di trovare un’intesa. Anche perché l’immobile è illegittimo e dunque non ha nemmeno valore economico sul mercato e gli appartamenti non possono essere venduti. Una spada di Damocle per i privati, anche se le parole del primo cittadino in aula sono risuonate un po’ come un possibile “ricatto”. Sicuramente, però, le intenzioni del sindaco non erano assolutamente quelle, considerando che l’obiettivo è trovare un’intesa.
Sisti ha fatto anche un accenno alla questione dell’Imu e delle tassazioni sugli appartamenti: se la Posterna è illegittima non sarebbero dovute essere nemmeno richieste. “La legalizzazione di quell’immobile consentirà una commerciabilità di quell’immobile ed al tempo stesso di percepire la tassazione su quell’immobile in modo legale” ha detto il sindaco.