Abusi e violenze commesse da un padre ai danni di uno dei suoi figli. Sono passati anni da quelle accuse pesantissime contro un uomo italiano sessantenne, all’epoca dei fatti residente a Bastia Umbra, ma ieri si concretizzati nell’effettiva esecuzione della relativa condanna.
Secondo quanto riportato nel provvedimento affidato alla Squadra Mobile per la sua esecuzione, a firma del Sost. Procuratore Generale presso la Corte d’Appello di Perugia Costagliola, l’uomo nel 2001, una seconda volta nel 2001, nel 2002 ed infine nel 2004, si è reso responsabile del delitto punito dall’articolo 609bis del Codice Penale (“Violenza sessuale”), aggravato dalla circostanza aggravante di cui al successivo articolo 609ter comma 2°: la violenza sessuale è generalmente punita con la reclusione fino a 10 anni, ma qualora sia compiuta ai danni di un minore di anni 10, fino a 14 anni di reclusione.
E’ proprio il caso del condannato in questione, atteso che la sua vittima non solo è il proprio figlio secondogenito ma, al tempo dei fatti a lui imputati, aveva addirittura la tenera età di 7 anni. Fu la madre del bambino, compagna dell’uomo, a presentare la querela presso i Carabinieri di Bastia (Pg) in ordine ai fatti in questione: probabilmente anche per questo motivo, la loro relazione si concluse, l’indagato venne immediatamente allontanato dal nucleo familiare alla luce di simili accuse, e solo ieri, dopo un percorso processuale inesorabile, l’uomo è stato chiamato a pagare il suo conto con la giustizia.
Un conto abbastanza pesante ed oneroso per un incensurato, un lavoratore instancabile, un uomo “stimabile ed insospettabile”, che mai in vita sua aveva avuto a che fare con le forze dell’ordine e la giustizia: ora pagherà per i fatti gravi e probabilmente irreparabili di cui si è reso responsabile, ai danni di chi, proprio lui, era naturalmente tenuto a tutelare ed a difendere, per i quali, forse, non pagherà mai a sufficienza.
La pena emessa, all’esito del doppio grado di giudizio a suo carico, è della reclusione di 3 anni e 6 mesi, oltre alle pene accessorie dell’interdizione perpetua dall’Ufficio di curatore e di tutore, evidentemente ritenute incompatibili con i suoi trascorsi criminali. All’alba di ieri, un blitz degli uomini della Terza Sezione di questa Squadra Mobile (preposta ai reati contro la persona, dallo stalking all’omicidio), diretti da Marco Chiacchiera e coordinati dall’Ispettore Capo Sergio Ragni, ha permesso di assicurare alla giustizia il condannato il quale, ormai ben consapevole della condanna emessa a suo carico e forse della gravità dei fatti commessi, era ormai da tempo in attesa che le forze dell’ordine lo andassero a prendere a casa: rassegnato e collaborativo fin da subito, è stato accompagnato a Capanne per l’esecuzione della condanna a suo carico.