“Il ventennio breve”: così il giornalista Luca Telese e il direttore Antonio Padellaro chiamano l’era che in molti si sono affrettati a definire come post berlusconiana. E come molti, anche loro si interrogano su cosa sarà dell’Italia dopo l’interruzione del governo del Pdl e l’arrivo a Palazzo Chigi di Mario Monti e del suo esecutivo tecnico.
Lavorano insieme nella redazione de Il Fatto Quotidiano dal 23 settembre 2009, quando “il progetto di un giornale senza editore sembrava irrealizzabile. Da quella data è in edicola il nostro quotidiano, che sovvenzionandosi solo con i proventi della pubblicità e delle vendite e con la rinuncia ai fondi del finanziamento pubblico per l’editoria ha dimostrato la fattibilità di un progetto apparso ai più come utopico e irrealizzabile”.
L’idea dunque di un giornale che non fosse solo un’utopia, in linea con il main stream de l’Immaginario 2.0 di quest’anno, la kermesse che si sta svolgendo in questi giorni a Perugia e che continuerà fino al 24 novembre. “Fare un nuovo giornalismo, libero da qualunque vincolo – dice il direttore Padellaro – significa sostenere le basi di un’informazione diversa”. Il Teatro Pavone era affollato di gente interessata a sentir raccontare da due commentatori attenti alla realtà delle cose e volenterosi di “comprendere cosa può riservarci un futuro pieno di molte incertezze”. L’incontro ha visto messi in campo i fatti italiani della più stringente attualità, per poi lasciare spazio al racconto di questi primi tre anni di vita de Il Fatto. Un modo dunque di confezionare le notizie in modo diverso, attraverso il giornalismo d’inchiesta, “schierandosi contro una certa parte di giornali che glissano la realtà delle cose. A forza di far finta di non vedere – sottolinea Padellaro – abbiamo abituato gli italiani a far finta di non vedere. L’informazione modella il Paese”. I due giornalisti hanno poi voluto precisare come “parlare sempre di Berlusconi non significa fare il suo gioco, come spesso ci accusano. Al contrario, lo è nascondere”. Luca Telese e Antonio Padellaro hanno poi voluto affrontare con ironia le numerose querele ricevute da parte di alcuni politici per via dei loro articoli. Tra le domande del pubblico, anche una provocazione a Telese sul lavoro che svolge presso l’emittente televisiva La7, e in particolare della polemica nata dopo la sostituzione nella co-conduzione di Luisella Costamagna con Nicola Porro, personaggio legato ad una parte politica diversa da quella di Telese. Il giornalista ha voluto rispondere affermando che “la cultura del nemico è un lascito del berlusconismo. Scardinare le divisioni significa mettere in crisi questo sistema”.
Guarda il video: http://www.youtube.com/user/radiophonicapuntocom?ob=5#p/u/6/I1yWlnpG4tQ
AleChi
Video di Nicola Palumbo