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Pace fiscale, caccia alle coperture: si punta a decreto ma c’è nodo risorse

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Pace fiscale, caccia alle coperture: si punta a decreto ma c’è nodo risorse

Ven, 14/02/2025 - 07:03

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(Adnkronos) –
Parte la caccia alle coperture per la pace fiscale con l’obiettivo di varare un decreto ad hoc in primavera, coperture permettendo. All’indomani del Consiglio della Lega convocato dal vice premier Matto Salvini per una maxi rottamazione in 10 anni per 10 milioni di italiani, la maggioranza – a quanto si apprende – trova la sintesi politica sulla necessità di un intervento ma resta il nodo risorse.  

Dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti è arrivato un ‘sì’ politico al progetto; favorevole alla rottamazione anche il fronte FdI, con il vice ministro Maurizio Leo, titolare del dossier e ‘padre putativo’ della riforma fiscale, che ha ribadito il suo via libera alla pace fiscale nel rispetto della sostenibilità dei conti. Forza Italia ribadisce il suo sostegno al taglio dell’aliquota Irpef per i redditi fino a 50-60mila euro dal 35% al 33% ma, secondo fonti della Lega, i due interventi (taglio tasse ceto medio e pace fiscale) non sono alternativi. 

 

Il nodo non sarebbe politico ma meramente ‘contabile’, legato alle risorse ad oggi esigue. La pace fiscale ipotizzata dalla Lega in versione ‘light’ potrebbe costare circa 2 miliardi mentre nella sua versione più estesa, ovvero per 10 milioni di contribuenti con cartelle pendenti costerebbe circa 5 miliardi. Il taglio Irpef sostenuto da Fi costerebbe invece 2,5 miliardi se si fermasse ai redditi fino a 50mila euro, l’onere salirebbe a 4 miliardi se si spingesse fino al tetto dei 60mila euro. Il costo totale delle due operazioni si aggirerebbe entro una forchetta tra i 4,5 miliardi e 9 miliardi, in base ai beneficiari. Ad oggi però le risorse languono. A dicembre nelle casse dell’Erario per effetto del concordato preventivo biennale sono entrati quasi 1,7 miliardi contro una stima di 2,5.  

Adesso il lavoro passa ai tecnici del Mef, con la Ragioneria generale dello Stato ha già fatto una prima verifica dei costi in occasione del parere agli emendamenti per l’estensione della rottamazione 4 e del concordato (poi saltato quest’ultimo) al dl Milleproroghe in discussione in commissione Affari costituzionali al Senato.  

Per la nuova pace fiscale l’idea è di rivolgersi agli insolventi ‘onesti’ ovvero chi in difficoltà economiche non è riuscito a saldare i debiti con il Fisco maturati dopo aver presentato una dichiarazione dei redditi corretta. Per le coperture sarà anche importante aspettare gli esiti dei lavori della commissione tecnica istituita dal Mef per scrutinare il magazzino dei crediti non riscossi da 1.275 miliardi per vedere quali cartelle siano da abbandonare, quali da gestire e quali da sottoporre a eventuale ‘rottamazione’.  

Si attende la primavera per vedere con maggiore chiarezza anche il trend del possibile rallentamento delle stime di crescita che limitano il margine di manovra; ma si vedrà anche l’andamento delle entrate che beneficerebbero di un aumento della base imponibile per effetto della crescita dell’occupazione stabile. In prospettiva altro gettito strutturale arriverebbe anche dalla revisione catastale degli immobili post superbonus, e dalla lotta all’evasione che beneficerà sempre di più dell’incrocio delle banche dati in un’operazione ‘anti-furbetti’.  

Intanto, sul possibile strumento normativo si ragiona su varie ipotesi: al momento ci sono alle Camere i due progetti di legge della Lega a firma Romeo (Senato) e Gusmeroli (Camera) per la pace fiscale da 120 rate tutte uguali. Fonti della maggioranza ieri hanno parlato di un più generico “veicolo normativo”: il cantiere è aperto e si potrebbe valutare anche una legge ad hoc, spiegano fonti del Carroccio, dunque un decreto da varare in primavera per dare un imprimatur di governo all’operazione. Risorse permettendo. (di Laura Cimino) 

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