Con l’aumento dei contagi e delle ospedalizzazioni in area medica dei pazienti (anche se con una progressione percentuale decisamente inferiore a quanto si assisteva un anno fa) la Regione incrementa i posti letto destinati ai pazienti contagiati dal virus.
I 196 posti attivati con lo Scenario 5 sono stati esauriti. Mercoledì erano 196 i ricoverati: 77 a Perugia, 56 a Terni, 36 a Foligno e 27 a Città di Castello. Di questi, 11 sono i pazienti ricoverati nelle terapie intensive dei due capoluoghi.
Prima di far scattare lo Scenario 5, che vede l’attivazione di posti letto Covid anche negli ospedali di Pantalla e Spoleto) si attivano ulteriori 16 posti letto in area medica a Perugia e 14 all’ospedale di Branca. Il nosocomio realizzato tra Gubbio e Gualdo Tadino già nella prima fase dell’emergenza era stato individuato per la cura dei pazienti Covid, ma poi ne era stato escluso, con la scelta di convertire completamente a Covid Hospital dapprima Pantalla e poi, nella seconda emergenza, anche Spoleto.
Spoleto e Pantalla, dunque, per ora non ospiteranno pazienti Covid. Ma è solo questione di giorni. A Pantalla (dove è stata ridotta la capienza in Medicina dall’inizio dell’anno) il personale è stato pre allertato per ospitare i primi pazienti Covid già da lunedì 10 gennaio, vista la progressione dei contagi e conseguentemente delle ospedalizzazioni. Stesso discorso per Spoleto. Il piano prevede l’attivazione di 25 posti letto Covid a Pantalla e di una trentina a Spoleto.
Per Pantalla e Spoleto comunque la scelta – a meno di scenari apocalittici che tutti scongiurano – è stavolta di non prevedere la riconversione totale alla cura dei pazienti Covid come avvenuto in passato
Una scelta anche politica, vista la mobilitazione delle popolazioni locali e gli impegni assunti dalla Giunta regionale.
“Alla luce della situazione epidemiologica attuale, l’ospedale di
Pantalla non verrà riconvertito in Covid hospital” assicura la consigliera regionale Francesca Peppucci dopo un colloquio con l’assessore Coletto. Dal quale ha avuto anche la rassicurazione che non ci saranno interruzioni “delle prestazioni sanitarie ad oggi erogate”. Anche quando una parte del nosocomio ospiterà i pazienti Covid.
Quanto al futuro, una volta superata la pandemia, Peppucci si dice sicura, alla luce del nuovo Piano sanitario regionale, che “l’ospedale di Pantalla
conoscerà in futuro una nuova fase di valorizzazione”. Lo spostamento di professionalità e la nuova emergenza Covid, però, creano malumori fuori e dentro l’ospedale della Media Valle del Tevere.
Altri posti letto per le lunghe degenze dei pazienti Covid stanno inoltre per essere ricavati nelle Rsa. A Perugia a questo scopo si sta allestendo il padiglione del terzo piano del Seppilli, come già avvenuto un anno fa.
Con l’aumento dei contagi si evidenziano anche casi di bambini che sono dovuti ricorrere alle cure ospedaliere dopo essersi contagiati dal Covid. Attualmente ce ne sono 5 a Perugia (isolati in Pediatria) e 2 a Terni (in una stanza apposita nel reparto destinato ai pazienti Covid). Si tratta comunque di condizioni cliniche definite non preoccupanti dai sanitari, che però monitorano la situazione. Insomma, si tratta di ricoveri precauzionali.
Come era prevedibile – anche se nessuno in Italia e in Umbria immaginava questo livello dei contagi – l’aggravarsi dell’emergenza pandemica nel periodo invernale porta a rivedere il piano con cui la Regione contava di recuperare entro il prossimo giugno le prestazioni sanitarie rimaste indietro. Con gran parte degli ospedali umbri impegnati anche nell’assistenza ai pazienti Covid, per le altre prestazioni si dà priorità alle sole urgenze ed a quelle non indifferibili.
Trovati i posti letto (la governatrice Tesei ha detto che l’Umbria è pronta a metterne in campo 700) occorre risolvere il problema del personale. Aggravati dall’aumento dei contagi anche tra gli operatori sanitari. Nonostante il vaccino, che protegge dalla malattia, ma non dal contagio e dalle conseguente quarantena.
Il segretario del Pd Tommaso Bori, alla luce della legge di bilancio nazionale, chiede che l’Umbria reperisca 1450 operatori della sanità. In aggiunta “agli altri 1550 promessi un anno fa” evidenzia.