Approvato a maggioranza in Terza commissione in Regione il Piano di potenziamento della rete ospedaliera post emergenza Covid-19. I costi per l’incremento dei posti letto di terapia intensiva, l’ampliamento dei Pronto soccorso degli ospedali umbri e l’implementazione dei mezzi di soccorso avanzato provvisto di strumentazione per telemedicina ammontano a 25 milioni 906mila euro. Piano approvato a maggioranza, con il voto contrario di Bori e Bettarelli (Pd).
Il documento, che ripercorre tutte le tappe della gestione sanitaria della pandemia dall’inizio di marzo, è stato illustrato ai commissari dal direttore regionale della sanità umbra, Claudio Dario.
“Il percorso – ha spiegato Dario – è stato segnato dalle direttive ministeriali cui attenersi per ottenere i finanziamenti necessari a fronteggiare la prima fase dell’emergenza e potenziare la rete ospedaliera. Fin dai primi di marzo, le circolari del ministero della Salute hanno richiesto l’incremento della disponibilità dei posti letto pari al 50 per cento del numero di posti in Terapia intensiva e del 100 per cento di quelli in Pneumologia e Malattie infettive.
La Regione Umbria ha dovuto riconfigurare la rete ospedaliera regionale a temporanea e parziale deroga della propria programmazione. Gli ospedali umbri sono stati suddivisi in Dea (Dipartimento emergenza e accettazione) di I livello come punti di riferimento per la gestione dell’emergenza finalizzata al ricovero dei casi gravi nelle malattie infettive e in Terapia intensiva e ospedali Dea di II livello, distinti in due tipologie, nel primo caso riconfigurati per l’emergenza coronavirus e nell’altro per la gestione della patologia acuta e sub acuta medica e chirurgica ordinaria. Gli ospedali di base sono stati distinti in due tipologie: quelli destinati all’emergenza Covid, come Pantalla, e quelli di supporto, che accolgono le patologie mediche di media intensità assistenziale in trasferimento dalle aziende ospedaliere e dai Pronto soccorso”.
Sono stati individuati come ospedali Covid quello di Pantalla, interamente riconvertito, quelli di Perugia e Terni (Dea di II livello con posti dedicati al Covid) e quelli di Città di Castello e Foligno (Dea di I livello con posti dedicati al Covid).
Con la riorganizzazione della rete ospedaliera i posti di Terapia intensiva sono passati da 69, prima dell’emergenza, a 119, con un aumento di 50. I costi del potenziamento della rete ospedaliera ammontano a 25 milioni 906mila euro, di cui 24 milioni 180mila euro finanziati. La differenza è stata compensata a livello Regionale e Aziendale.
Gli interventi – ha spiegato Dario – sono stati mirati al raggiungimento del numero di posti letto in terapia intensiva richiesto dal Ministero e all’ampliamento dei Pronto soccorso degli ospedali umbri, comprensivo della riorganizzazione degli accessi.
Per l’adeguamento della rete emergenziale si è resa necessaria l’implementazione di mezzi dedicati o dedicabili ai trasferimenti secondari tra strutture covid19, alle dimissioni protette e ai trasporti inter-ospedalieri no-covid. Sono state acquisite 2 ambulanze di tipo A (soccorso avanzato provvisto di strumentazione per telemedicina), assegnate all’Azienda ospedaliera di Perugia per coprire l’area nord della regione e l’altra all’Azienda ospedaliera di Terni, operativa per l’area sud della regione. Sono costate 100mila euro ciascuna.
Il Piano di riorganizzazione della rete ospedaliera, con le specifiche voci di investimento effettuate per ogni singolo ospedale dell’Umbria, dovrà essere approvato dal Ministero della Salute entro 30 giorni dalla ricezione dello stesso.
Il direttore Dario ha detto che è stato spedito per l’approvazione il 17 giugno. É ammessa per una sola volta la richiesta di chiarimenti o integrazioni da parte del Ministero, cui la Regione dà riscontro entro i successivi 10 giorni. Senza l’adozione di un provvedimento negativo espresso dal Ministero, Il Piano si intende approvato.
Dopo l’illustrazione del Direttore sanitario, i commissari hanno chiesto dei chiarimenti sull’ospedale da campo per cui la Regione ha avuto il contributo di tre milioni di euro da parte della Banca d’Italia. Il direttore ha spiegato che il Decreto ministeriale cosiddetto “Rilancio” prevede espressamente la dotazione di posti letto mobili e che l’ospedale da campo della Regione Umbria è diverso dalle strutture allestite a Milano e ad Ancona, che sono fisse.
È stato scelto il centro “Umbria fiere” di Bastia perché serviva un posto dove fare il collaudo. Se dovesse servire in caso di recrudescenza della pandemia sarebbe spostato nei pressi di un ospedale. Si tratta di una struttura che potrebbe risultare utile anche per altre emergenze, come un evento sismico. Da tenere anche in considerazione che i 20 respiratori della Protezione civile sono in comodato d’uso, cioè potrebbero essere spostati altrove in caso di necessità diverse.
Chiarimenti sono stati richiesti dalla minoranza anche sull’ospedale di Pantalla. Il direttore ha risposto che senza l’approvazione del Ministero, che è titolare della decisione di chiudere le attività chirurgiche, la struttura non può essere trasformata.
Per la ripresa delle attività sarà redatto un altro Piano, così come per il personale.
In occasione della presentazione dei nuovi commissari delle Aziende ospedaliere e sanitarie umbre l’assessore Luca Coletto ha risposto anche ad alcune domande relative agli ospedali umbri.
Coletto ha ribadito la volontà di predisporre il Piano socio-sanitario in breve tempo. Un Piano nel quale dovrà essere trovata una collocazione all’ospedale di Narni-Amelia, deciso una ventina di anni fa e passato per vari Piani sanitari senza che fosse stato realizzato. Questo non significa necessariamente che non sarà attivato, ha chiarito Coletto. Ribadendo però innanzi tutto la necessità di dotare l’Azienda ospedaliera di Terni di un nuovo ospedale, visto che il Santa Maria risulta ormai una struttura vecchia.