Economia & Lavoro

Ospedale Terni, sindacati ‘minacciano’ scioperi e iniziative a Perugia se non ci saranno assunzioni

Se la Regione Umbria è considerata la prima in termini della qualità dei servizi resi, ciò influirà positivamente anche sul riparto del Fondo Sanitario che verrà assegnato nel 2018. “Un obiettivo importante raggiunto grazie ad un grande lavoro di squadra che vede innanzitutto protagonisti gli operatori della sanità umbra”, ha dichiarato l’assessore regionale alla Sanità Luca Barberini. Certamente un’ottima notizia, ma è necessario che questi risultati positivi tornino fattivamente nei territori in termini di assunzioni e posti di lavoro.

Le organizzazioni Sindacali della Funzione Pubblica di Cgil, Cisl e Uil chiedono pertanto di rendere esecutivo l’accordo del marzo 2017 che per il 2018 prevedeva 76 assunzioni per l’ospedale di Terni.

“Il tempo è scadutoaffermano i sindacatinon siamo più disposti ad attendere un pronunciamento dell’assessore che tarda ad arrivare, vogliamo sapere cosa intende fare la Regione, se intende autorizzare il fabbisogno previsto per l’anno 2018”.

Per Cgil, Cisl e Uil sta passando “troppo tempo per attivare le mobilità, troppo tempo per indire i concorsi, troppo tempo perché la Regione si pronunci. Crediamo pertanto che sia opportuno riprendere la vertenza che avevamo interrotto dopo l’accordo del 2017 – affermano ancora i sindacati – perché non abbiamo scherzato, né siamo disposti a rimanere con il cerino in mano, accettando i rimpalli tra assessore e Direzione Aziendale”.

“I cittadini, i lavoratori dell’azienda – insistono le tre organizzazioni della Funzione Pubblica ricordano alla Presidente che anche Terni è in Umbria, anche questa comunità ha diritto ad un servizio di qualità, in termini di professionalità, organici e strutture”.

Se a breve non riceveranno le risposte che l’assessore si è impegnato a dare, i sindacati riapriranno dunque la vertenza, che si protrarrà nei prossimi mesi con una serie di iniziative, assemblee, sit-in, conferenze stampa, manifestazione a Palazzo Donini, fino ad arrivare, nel mese di settembre, a “una raffica di scioperi che investirà tutti i dipartimenti del Santa Maria”.