“Lavori bloccati e finanziamento a rischio. Inaccettabile il rischio di perdere un servizio così importante come quello che dovrebbe essere fornito dalla nuova sala di attesa del Reparto di Oncologia medica dell’azienda ospedaliera Santa Maria di Terni” – Il gruppo consiliare del Movimento 5 Stelle punta i riflettori sui lavori di ampliamento finanziati dalla Fondazione Carit, ancora oggi bloccati, così come denunciato nella recente audizione in Seconda commissione (era lunedì 5 dicembre) dai direttori generali di Usl 2, Massimo De Fino, e dell’ospedale Santa Maria di Terni, Andrea Casciari.
Su questo il gruppo consiliare del Movimento 5 Stelle annuncia la presentazione di un’interrogazione alla giunta comunale, facendo seguito alle parole del direttore generale del Santa Maria, Andrea Casciari, che, riguardo all’avanzamento dei lavori, ha dichiarato: “I lavori sono fermi e c’è il rischio di perdere anche il finanziamento della Fondazione Carit”, e ancora “Ho chiesto alla Fondazione di mantenere il contributo, ma il progetto è del 2016”.
“Solo nel settembre 2021 venne annunciato l’inizio dei lavori per la realizzazione della nuova sala di attesa di Oncologia con un appalto, aggiudicato per oltre un milione di euro, in gran parte finanziato con fondi della Fondazione Carit. Lavori che, tra l’altro, servono a ribadire il livello regionale dell’hub di Terni anche in ambito oncologico – conclude la nota del M5S – Nella sede di Terni vengono effettuate la maggior parte delle diagnosi e delle terapie oncologiche con un particolare focus nei tumori di encefalo, mammella, torace, cute e tratto gastro-enterico, sfera otoiatrica, urologica e ginecologica. Appare oggi incomprensibile e inaccettabile il rischio che può portare alla perdita di un simile finanziamento per un servizio così importante dell’ospedale di Terni”.
Sulla questione sanità è intervenuto anche il consigliere comunale, Emanuele Fiorini, che parla di “solito film”. Fiorini, riferendosi sempre all’audizione dello scorso 5 dicembre, lamenta che il tempo concesso ai consiglieri per porre domande sia insufficiente ad avere i chiarimenti dovuti, mentre tutto la seduta è stata riservata ai “monologhi” dei due direttori. In particolare, lo sfogo di Fiorini è indirizzato verso Massimo De Fino “colui che deve gestire la sanità a livello territoriale, sanità che purtroppo non funziona e ingolfa l’Ospedale di Terni. Per questo pongo qui alcuni quesiti al Direttore De Fino del cui intervento non torna nulla e la sua gestione fa acqua da tutte le parti”.
“Il dott. De Fino ha parlato della “città della salute”, asserendo che servono soldi, ha detto che sono stati presentati dei progetti al Ministero, allora io le domando: il dpcm del 14 settembre 2022 recentemente approvato prevede nei suoi allegati dei finanziamenti a beneficio dell’azienda sanitaria locale, da effettuare come investimenti INAIL in edilizia sanitaria, 26 milioni per la Citta della salute (all. A), 18 milioni per un centro polifunzionale (all. A) e 84 milioni per il nuovo ospedale di Narni Amelia (all. C). Vorrei anche ricordarLe che, noi contribuenti ternani, paghiamo 750 mila euro circa di affitto per la sede della ASL di via Bramante. Sarebbe interessante sapere a che punto si trovano l’avanzamento e le procedure relative alla realizzazione di queste strutture?”.
“Il rapporto con l’azienda ospedaliera di Terni – continua Fiorini – dai dati che emergono dal Libro bianco edito dalla Regione dell’Umbria a fine 2019, dimostrano come da parte delle aziende territoriali non ci sia un’attività che possa definirsi complementare a quella dell’azienda ospedaliera, sia per quanto riguarda le prestazioni in regime di acuzie (breve degenza), sia per quelle in regime di post acuzie (lungodegenza e riabilitazione). Gli Ospedali Regionali di base – Umbertide, Castiglione del Lago, Assisi, Pantalla, Norcia, Narni, Amelia – non assolvono alla missione di Ospedali per acuti in maniera adeguata come voi dite. Il dato reale è che tutti risultano lontani da uno standard di accettabilità. Bisogna chiedersi a quali bacini di utenza queste strutture offrono risposte assistenziali. Il dato che preoccupa maggiormente è quello dell’ospedale di Narni (che andrebbe chiuso) – conclude Fiorini – che già in epoca pre-pandemica aveva raggiunto dei livelli di attività che possono definirsi risibili. La Regione per mitigare l’impatto nel Libro bianco ha riferito il tasso di utilizzo usando come denominatore posti letto medi invece di quelli reali previsti dal DM 70. Dunque i dati sono falsati”.