Terni

Ospedale Terni “al collasso”, sindacati “Paziente 17 ore al pronto soccorso”

Ospedale di Terni “al collasso”, con la situazione che sta rischiando di andare “fuori controllo” e sindacati che pensano addirittura ad uno sciopero generale delle strutture sanitarie del territorio. A lanciare l’allarme sono in una nota sono Giorgio Lucci (Fp Cgil), Nicola Ambrosino (Cisl Fp) e Mauro Candelori (Uil Fpl), che contestano le ultime decisioni della Regione Umbria in materia di formazione, evidenziando nuove criticità all’ospedale di Terni.

“Invece di spogliare l’azienda ospedaliera di una ulteriore risorsa, il Centro di Formazione, – evidenziano i sindacati – la Regione venga a vedere le condizioni di lavoro del Pronto Soccorso, i disagi dei pazienti nelle Chirurgie, nelle Medicine, in Ortopedia, in Pneumologia, in Geriatria e le condizioni climatiche dei reparti del Santa Maria”

“È di questi giorni – sottolineano i sindacati – l’ennesima denuncia di un paziente che ha passato 17 ore al Pronto Soccorso prima di ricevere l’adeguata assistenza, senza poter essere preso in carico dai reparti per mancanza di posti letto, messo su una lettiga sistemato davanti alle porte automatiche per mancanza di spazi, con temperature elevate”.

Secondo i sindacati la situazione è davvero critica: “Il personale medico e infermieristico costretto a girare come trottole, impossibilitato a dare un servizio di qualità – affermano Lucci, Ambrosino e Candelori – ulteriormente ridotto per aumento dei contagi, per carenze di organico, mancanza di spazi adeguati, sempre più soggetto alle giuste lamentele di pazienti e familiari”. E ancora, “reparti misti con pazienti Covid e non Covid, senza implementazione di personale, temperature elevate per mancanza di climatizzazione”. Il tutto con un’azienda territoriale, la Usl Umbria 2, che non riesce a fare filtro: “I medici di continuità assistenziali sono stati ridotti – insistono i sindacalisti – gli ospedali di Narni e Amelia non sono in rete e il centro geriatrico Le Grazie con 42 posti letto occupati, subisce una riduzione del personale delle cooperative”.

In questo quadro i sindacati stigmatizzano la decisione della Regione di accentrare il Centro di Formazione, trasferendo le competenze a Villa Umbra, con un irrimediabile depauperamento di professionalità e anche perdita di ricchezza e opportunità per il territorio.

“Più che l’ennesima denuncia questo è un appello alle Istituzioni, Prefetto, Carabinieri, Polizia di Stato, Ispettorato del Lavoro – concludono i segretari di Fp Cgil, Fp Cisl e Uil Fpl – serve un immediato intervento della presidente della Regione, con strumenti straordinari e se possibile anche in deroga alle norme che limitano le facoltà assunzionali. Siamo di fronte ad una situazione straordinaria, che sta rischiando di andare fuori controllo. Ma al terzo anno di pandemia una simile impreparazione non è giustificabile: si metta in campo tutto il possibile si utilizzino tutte le strutture, anche il modulo Arcuri se necessario per uscire da questa situazione in cui gli operatori sono soli e i cittadini abbandonati. Siamo pronti a dichiarare lo sciopero generale di tutte le strutture sanitarie del territorio”.