La questione dell’ospedale di Spoleto è tornata a surriscaldarsi in questi giorni di una fine estate bollente. Un dibattito che si trascina ormai da anni e particolarmente acceso durante il periodo della pandemia, quando la struttura sanitaria è stata trasformata in un ospedale Covid, suscitando, all’epoca, l’indignazione delle varie associazioni raccolte sotto al cappello del Cityforum e di molti cittadini e associazioni.
Preoccupazioni manifestate spesso in piazza e che d’altra parte avevano ricevuto rassicurazioni dalla presidente della Regione Umbria, Donatella Tesei, sul fatto che l’ospedale sarebbe tornato alla sua piena operatività non appena terminata l’emergenza. Che ha risentito, alla cronica carenza di personale, di bandi di concorso spesso andati deserti. Mentre prendeva avvio il progetto del “Terzo Polo ospedaliero dell’Umbria”.
Ospedale & Terzo Polo: ottimizzazione o depotenziamento?
Senza metterci di mezzo la politica, il progetto “Terzo Polo” altro non dovrebbe essere che un piano studiato su parametri numerici di efficientamento con il fine di ottimizzare le strutture ospedaliere di Spoleto e Foligno. Ospedali che, sulla base degli ultimi dati pubblicati dalla USL Umbria 2, servono un’area di poco meno 160mila abitanti, tra le due città principali i comuni limitrofi compresa gran parte della Valnerina.
Nelle azioni applicative del progetto, tale ottimizzazione sta portando alla rimodulazione e al ricollocamento di alcuni servizi e reparti. Per citarne uno su tutti la chiusura del Punto Nascite a Spoleto che a onor del vero nella città del Festival già da anni non raggiungeva più il numero minimo annuale di nuovi nati. Spostamenti e chiusure che continuano ad alimentare la polemica.
La questioni dei bandi
A riaccendere in questi giorni la polemica è stata l’apertura di alcuni bandi per figure dirigenziali per i due ospedali: in particolare il bando per il dirigente del reparto di Pediatria unico per Foligno e Spoleto. Ciò ha fatto temere la chiusura completa del reparto pediatrico di Spoleto, con l’allarme lanciato dal capogruppo regionale del M5S, Thomas De Luca.
La USL2 ha cercato di mitigare con una nota che confermava una modalità di gestione in continuità con quanto già accaduto nel precedente quinquennio. “L*’avviso bandito dalla Usl Umbria 2 non fa altro che prevedere la sostituzione del professionista in quiescenza*” ha dichiarato l’ente sanitario “Va da sé che trattandosi di un’unica struttura complessa presente in due poli ospedalieri – viene chiarito – la stessa dovrebbe essere, come avviene in tutta Italia, differenziata per ruolo e funzioni”.
L’allerta improprio del CItyforum
E questo succedeva solo ieri. Neanche il tempo di 24 ore ed ecco arrivare un’altra allerta sul nosocomio cittadino (basta scorrere la sezione dei comunicati della Usl2 per comprendere a quale raffica di smentite è stato costretto il Commissario De Fino e il malcapitato addetto stampa – clicca qui). Questa volta è il Cityforum cittadino a scendere impropriamente in campo contro lo “smantellamento” del reparto di Ostetricia e Ginecologia dell’ospedale di Spoleto.
“In questi giorni la Regione e la USL Umbria 2 vogliono mettere la nostra città di fronte al fatto compiuto dello smantellamento del reparto complesso di Ostetricia e Ginecologia”. Una dichiarazione che sembra non lasciare adito a dubbi, ma che giunge “fuori tempo” rispetto alla decisione esattamente di senso opposto presa durante “la riunione tenuta ieri, 23 agosto, tra la direzione strategica, i responsabili e il personale dei due servizi di Anestesiologia dei presidi ospedalieri di Foligno e Spoleto” in cui era già stato concordato, ”di garantire la piena attività chirurgica della struttura di Ginecologia del “San Matteo degli Infermi” di Spoleto, che sarà convertito da week surgery (prevede un ricovero di non più di 5 giorni ndr) a reparto di degenza aperto 7 giorni su 7 h 24”. Decisione che alle 21 uno dei capigruppo della opposizione, Sergio Grifoni, aveva annunciato sul proprio profilo Facebook. Dimostrando così la ben poca capacità del governo spoletino di saper interloquire con le istituzioni regionali e sanitarie. Si arriva così alla seconda nota di smentita (da parte della Usl2) in due giorni.
La chiamata all’azione
Nel pieno della turbolenza, in preda al panico (senza verifica) di perdere “pezzo dopo pezzo tutto l’ospedale di Spoleto”, il Cityforum chiama a raccolta la cittadinanza tutta che “dovrà ritrovarsi unita per richiedere la riattivazione dei reparti e servizi ospedalieri precedenti alla “Covidizzazione” del nosocomio a cominciare dal punto nascita”.
Due sono le date già fissate per la rimostranza pubblica: “una manifestazione di protesta per sabato 23 settembre, con un corteo che partirà da Piazza Garibaldi fino ad arrivare all’Ospedale San Matteo degli Infermi” e un’altra urgente per domani 25 agosto agosto alle ore 11. Leggiamo: “…Allo scopo di impedire che ciò avvenga si sono incontrati il Sindaco ed i rappresentanti dei comitati, delle associazioni e dei sindacati che hanno concordato di presentarsi tutti insieme venerdì 25 alle ore 11 presso l’ingresso dello stesso reparto di Ostetricia e Ginecologia dove era presente il nostro punto nascita”.
Viene da chiedersi quali autorizzazioni abbia mai ottenuto il Cityforum, che invia la nota firmata da “Sindaco Sisti e l’Amministrazione comunale, City Forum, Comitato di strada per la salute pubblica, Casa Rossa, Unione Sindacale di base, Uilpensionati, Spi Cgil, Anpi e Adoc”, di Spoleto, per poter inscenare una protesta all’interno del nosocomio cittadino. Se è ovvio che il Sindaco, quale massima autorità sanitaria comunale, abbia accesso all’Ospedale in qualsiasi ora del giorno e della notte, rischia di trasformarsi in un boomerang l’eventuale accesso da parte dei “rappresentanti” di associazioni e sindacati. Con il rischio di compromettere le attività sanitarie. Sarà per questo che, a quanto risulta a Tuttoggi, alla diramazione della nota del portavoce del City Forum Leonello Spitella (che non avrebbe condiviso la nota con le 40 associazioni che ancora aderirebbero, il condizionale è d’obbligo, al comitato) le forze dell’ordine hanno previsto per domattina una sorveglianza discreta intorno al nosocomio.
E tre …
Una burrasca, quella scatenata dalla girandola di comunicazioni – nel pomeriggio è arrivata anche una nota di sostegno e partecipazione alla protesta anche da parte dei consiglieri Giancarlo Cintioli e Paolo Piccioni, sempre più ondivaghi nel sedere formalmente tra i banchi della minoranza- che la USL2 Umbria è costretta a inviare una terza “ulteriore nota di replica della Direzione ai contenuti dell’iniziativa di protesta di alcune associazioni”. La riportiamo integralmente:
“Dopo aver chiarito più volte il modello organizzativo e l’intento della riorganizzazione delle due strutture di Ortopedia e di Ginecologia dell’Ospedale di Spoleto, sorprende che persista un atteggiamento di incomprensione e di chiusura preconcetta alle azioni messe in campo dalla Direzione Strategica dell’Usl2 che ha come unico fine quello di dare un nuovo slancio alle attività, soprattutto chirurgiche, del “San Matteo degli Infermi”. Dobbiamo quindi ribadire che nulla verrà smantellato, nulla verrà depotenziato, contrariamente a quanto affermato dai comitati e soggetti promotori della manifestazione annunciata per domani mattina. In particolare l’inversione della destinazione dei due reparti (Ortopedia al terzo piano, Ginecologia a piano terra), consentirà di arrivare a 18 posti letto ad Ortopedia, con accessi chirurgici giornalieri e con la piena disponibilità di due sale operatorie dedicate, mentre i posti letto di Ginecologia partiranno da un minimo di dieci, come da situazione attuale, con possibilità di estensione a 16 a seguito di incremento previsto delle attività assistenziali e di cura. A completamento delle azioni messe in atto, finalizzate alla copertura di tutto il percorso assistenziale ortopedico, verrà contemporaneamente riattivata l’attività di Riabilitazione Funzionale nei locali a piano terra dell’ala chirurgica del nosocomio, ad oggi completamente ristrutturati.
Tali scelte si coniugano in maniera più efficiente e più efficace con le misure adottate dalla Direzione Strategica della Usl Umbria 2 per l’Unità Operativa di Chirurgia in cui si prevede, come già annunciato, l’inizio imminente delle attività chirurgiche Testa – Collo, come da documento concordato anche a livello politico riportato nella Dgr 1181 del 2022 sulla costituzione del Terzo Polo. Non rimane che ribadire, per l’ennesima volta, l’impegno testimoniato da atti ufficiali e misure concrete, della Direzione aziendale per il potenziamento di strutture, tecnologie, dotazione organica ben consapevoli che “la Salute è presupposto della vita, del benessere e dello sviluppo di una comunità”
E le istituzioni?
In tutto questo can can non si hanno notizie ufficiali del Comune di Spoleto. Nessun comunicato o dichiarazione da parte del primo cittadino Andrea Sisti che al momento sembra accontentarsi della comunicazione veicolata poco istituzionalmente dal Cityforum, in cui compare quale primo firmatario (insieme, vale ribadirlo, alla “Amministrazione comunale”) della missiva.
Nessun commento da Palazzo Donini dove però la presidente Donatella Tesei, che sull’affaire del Terzo polo ci ha messo la faccia, a detta del suo entourage è a dir poco infastidita dalle continue fughe in avanti di Sisti & Co.
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