Se non fosse scritto nero su bianco in numerosi comunicati stampa che affluiscono senza sosta nelle redazioni dei giornali si stenterebbe a crederlo. In una sorta di stato d’animo diviso tra la trance metapsichica e l’eccitazione da montagne russe, l’argomento del nuovo Piano Sanitario regionale che alla fine scontenta una regione intera e soprattutto Spoleto, tiene tutti attaccati alle tastiere dei pc per dire ognuno la propria verità inconfutabile. Ovviamente non mancano i sontuosi commenti sui social, dove stuoli di sapienti esperti di sanità spiegano con sussiego come dovrebbe essere la nuova architettura ospedaliera territoriale.
Tutti contro tutti, in un crescendo di protagonismo mediatico che non va di pari passo con azioni effettive e mirate per trovare una soluzione, mentre invece il tempo sembra già scaduto per cambiare lo stato di fatto.
Comunicato stampa del PD Spoleto
Sanità umbra allo sbando, diritto alla salute negato, Spoleto e i suoi 60mila abitanti di bacino lasciati al loro destino. E’ questo il quadro desolante del Piano sanitario che la Giunta Tesei ha esposto furbescamente in questi giorni quando i giochi delle elezioni politiche sono stati fatti. In barba all’articolo 32 della Costituzione (“La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti”) la destra getta alle ortiche il primato che negli anni l’Umbria si era conquistata sul fronte dei servizi sanitari e ospedalieri al punto da essere solo quattro anni fa valutata la più virtuosa in campo nazionale. Oggi siamo fanalino di coda.
Durante la campagna elettorale avevamo fatto richiami forti ai cittadini perché prendessero coscienza di quanto sta avvenendo: sanità pubblica sempre più negata a favore di quella privata a pagamento; liste d’attesa interminabili, esami specialistici prorogati a date impensabili, reparti chiusi, servizi azzerati, medicina territoriale inesistente, ambulatori chiusi senza appello.
Avevamo ripetutamente smascherato le menzogne della Presidente Tesei quando, dopo aver chiuso d’imperio l’ospedale di Spoleto per convertirlo a Covid-hospital, si era impegnata a ripristinarlo meglio di prima. Ora vorremmo che chi, come Grifoni, si era accreditato come garante della veridicità delle promesse dell’esecutivo regionale spiegasse come mai tutto quel promettere si sia risolto nel nulla.
Spoleto ipocritamente è definita DEA di primo livello senza prevedere figure professionali e servizi essenziali per tale requisito.
In sintonia con le dichiarazioni del Sindaco Andrea Sisti, il PD di Spoleto intende promuovere una sorta di stati generali della sanità a Villa Redenta chiamando a raccolta tutte le forze politiche di opposizione alla maggioranza che governa l’Umbria, le associazioni, le organizzazioni sindacali e gli ordini professionali per arrivare con un documento al Consiglio comunale aperto che si terrà nei prossimi giorni.
La mobilitazione non si fermerà qui. Siamo pronti a organizzare una grande manifestazione di protesta a Perugia in accordo anche con i sindaci dei territori umbri che non accetteranno mai decisioni che, in maniera violenta e incompatibile con le esigenze della popolazione, stanno dividendo i cittadini tra quelli di serie A e quelli di serie B.
Il Partito democratico di Spoleto darà battaglia durissima in difesa del diritto alla salute e al rispetto della Costituzione.
Consiglieri di opposizione- Sergio Grifoni, Paolo Imbriani, Alessandra Dottarelli, Alessandro Cretoni, Gianmarco Profili
“Il vero coraggio è la quantità di simulazione disponibile”, scriveva decenni fa il filosofo francese Paul Valery.
Ed il PD spoletino ha dimostrato, con il suo allucinante comunicato stampa sulla sanità umbra e sul nostro Ospedale, di possedere una dose esagerata di coraggio.
Perché ci vuole tanto, troppo coraggio, per chiamare a raccolta le truppe al fine di cavalcare le trepidazioni degli spoletini a salvaguardia dei servizi del San Matteo, adesso che la gestione degli stessi non dipende più da loro.
Quegli stessi servizi che, per decenni, le amministrazioni regionali guidate dalla Lorenzetti e dalla Marini, con la supina connivenza dei compagni locali, hanno depauperato, massacrato, mortificato. Ed ora si grida allo scandalo?
E questo a seguito di una proposta, come quella contenuta nella recente delibera regionale, tra l’altro non ancora definitiva, che potrebbe contenere una valenza propositiva accettabile o essere ridiscussa nelle sedi opportune per modificarla.
È proprio vero che per gli sfrontati, l’unica difesa è l’attacco! Non è nostra intenzione salvaguardare a tutti i costi, per appartenenza ideologica, l’Amministrazione regionale, perché, in occasione delle decisioni adottate per il San Matteo nel corso della pandemia, improvvise e non partecipate, abbiamo insieme a tutti sollevato perplessità e proteste.
A dimostrazione che non facciamo sconti ad alcuno e il problema della salvaguardia della salute per noi è prioritario. Ecco perché non accettiamo lezioni da parte di chi dovrebbe fare ricorso, con onestà intellettuale, alla propria memoria al fine di trovare più le ragioni per tacere, piuttosto che gridare allo scandalo.
E per riportare un po’ di verità nascosta sulla vicenda nel nostro ospedale, vogliamo evidenziare qualche “perché” del comportamento e delle evidenti contraddizioni del Sindaco, del Presidente del Consiglio Comunale e di questa maggioranza a prevalenza PD che governa Spoleto.
Per esempio, ci chiediamo: perché il Sindaco Sisti ha tenuto nascosto, per ben sette mesi, nel cassetto del dimenticatoio, il documento approvato all’unanimità dal Consiglio Comunale, che lo invitava ad intervenire immediatamente neiconfronti della Regione? Ricordiamo che tale documento riportava la nostra proposta corale di suddivisione dei servizi fra Spoleto, Foligno e la Valnerina.
Perché non ha agito tempestivamente, chiedendo con forza alla Regione di farlo recepire dalla Commissione Tecnica che stava già lavorando per elaborare una analoga proposta? Tale comportamento di inerzia e disinteressamento, a chi ha portato benefici?
Ed a proposito di Commissione Tecnica, perché il Sindaco Sisti, nonostante il CityForum avesse richiesto di nominare anche un suo rappresentante, ha rigettato sul nascere tale richiesta, con la scusa che doveva essere un interno all’Ospedale, nominando solo il dr. Marco Trippetti, tra l’altro presidente del Consiglio Comunale e massimo esponente del PD locale?
Perché poi questa designazione è stata fatta quando la Commissione aveva già iniziato da tempo i suoi lavori?
Tale comportamento di inerzia e disinteressamento, a chi ha portato benefici? E, dulcis in fundo, perché il dr. Trippetti, massimo esponente del PD, d’accordo con il Sindaco, ha sottoscritto per accettazione il documento che la detta
Commissione ha emanato lo scorso 22 luglio e nel quale è scritto chiaramente che il nostro Ospedale gestirà solo l’attività Programmata, mentre quello di Foligno tutte le prestazioni dell’Emergenza-Urgenza? E’ vero o non è vero che, in sede di discussione finale della Commissione, al dr. Trippetti che, per dovere d’ufficio, aveva chiesto di prevedere la proroga per riattivare il Punto Nascite a Spoleto, la direttrice sanitaria, visti i numeri reali, abbia risposto che non esistevano le oggettive condizioni per farlo? E se questo è vero, come è vero, perché il rappresentante del Sindaco e massimo esponente di quel PD che oggi protesta, ha firmato per accettazione?
Ci domandiamo infine: perché il Sindaco Sisti ed il PD, che conoscevano bene questo documento della Commissione, non ne hanno parlato mai in Consiglio Comunale, non hanno mai sollevato perplessità o chiesto chiarimenti? Questo comportamento silente, a chi ha portato benefici?
E adesso si chiamano a raccolta le truppe per protestare contro una delibera regionale che paventa ciò che in quel documento è riportato, oltretutto messo tutto al condizionale?
Come si può vedere, esistono tanti imbarazzanti “perché”, che meritano una risposta, e dovrebbero far riflettere i cittadini.
E non sarà certo un Consiglio Comunale aperto, palcoscenico istituzionale utile nel caso specifico per scambiarsi solo accuse reciproche, il momento migliore per addivenire ad una soluzione soddisfacente per il nostro Ospedale e la sanità del territorio. Occorre la giusta autorevolezza istituzionale, quella che la maggioranza dei votanti a Spoleto, lo scorso anno, aveva riposto nelle mani del Sindaco Sisti e del PD.
Occorreva ed occorre però impegnare questa autorevolezza nelle sedi giuste, alzando la voce quando occorre, mediando quando si rende necessario un accordo. Cosa che il Sindaco non ha voluto fare o non è stato capace di fare, con la complicità del PD.
Ecco perché oggi ci vuole tanto coraggio nel simulare le ragioni di una protesta.
Giancarlo Cintioli- Consigliere comunale di Insieme per Spoleto (intervento in Consiglio Comunale del 13 ottobre)
Abbiamo letto un comunicato emesso dal Comune di Spoleto, un comunicato del sindaco, con il quale si riferiva di alcune criticità di cui lo stesso era venuto a conoscenza rispetto al Piano sanitario regionale.
A me dispiacciono due cose: la prima è che questo documento di cui discutiamo oggi era uscito mercoledì scorso (5 ottobre) e io speravo che la settimana scorsa in Consiglio comunale (6 ottobre) le comunicazioni del sindaco non fossero solo riferite al fatto che c’era un consistente rischio di avvelenamento da funghi in città…ma che almeno venissero portate a conoscenza le misure che secondo me portano alla chiusura totale dell’Ospedale di Spoleto.
Come gruppo nel novembre del 2021 presentammo una mozione, in qualche modo condivisa, che impegnava l’Amministrazione a prendere in seria considerazione i rischi che già allora venivano paventati…Sono questioni che vanno affrontate unitariamente, altrimenti se ognuno toglie una foglia ad un carciofo alla fine rimane solo il gambo. Pochi mesi fa erano stati destinati alla sanità umbra 19 milioni di euro e sono stati distribuiti in tutti i comuni del nostro comprensorio…a Spoleto sono toccati 300mila euro per sistemare la sede di Via Manna…questo ed altri argomenti andrebbero discussi con tutti i sindaci in maniera sinergica. E andrebbe fatto con la Presidente Tesei, eletta dagli umbri e non con l’assessore Coletto comandato qui da altre regioni.
Dario Pompili, Presidente Fondazione Cassa di Risparmio di Spoleto
La Fondazione Cassa di Risparmio di Spoleto, dopo aver appreso con grandissima preoccupazione il varo, da parte della Giunta Regionale dell’Umbria, di un Piano di riorganizzazione degli ospedali, nel quale si definisce “ipotizzabile” una sostanziale derubricazione dell’Ospedale di Spoleto a mera succursale del polo ospedaliero di Foligno con assegnazione di facoltà operative residuali e incongruenti con la natura di una struttura DEA, ha inoltrato una richiesta urgente di incontro sia al Presidente della Regione Umbria sia al Sindaco del Comune di Spoleto.
Tale iniziativa trova ragione, tra l’altro, anche nel fatto che verrebbero così vanificati e deviati i più che ragguardevoli investimenti fatti negli anni dalla Fondazione Cassa di Risparmio con il fine di consolidare e potenziare il “San Matteo degli Infermi”, privando drasticamente la vasta area Spoletino-Valnerina dell’emergenza-urgenza ospedaliera, unica in Umbria ad essere eliminata.
Merita al riguardo ricordare che la Fondazione Cassa di Risparmio di Spoleto ha storicamente contribuito in maniera decisiva a rendere la struttura ospedaliera assolutamente rispondente alle necessità del territorio, ed in tutti i suoi interventi ha sempre voluto valorizzare e potenziare, a favore della salute pubblica, la medicina territoriale e l’emergenza-urgenza, nonché le eccellenze presenti nel nosocomio spoletino.
Coerentemente all’azione intrapresa, la Fondazione intende promuovere, in sintonia con l’articolato associazionismo territoriale, ogni ulteriore utile confronto ed ogni opportuna iniziativa tesa a tutelare la salute del nostro territorio.
Marco Trippetti-Presidente Consiglio comunale (PD)
Essendo stato chiamato direttamente in causa mi corre l’obbligo di effettuare delle opportune precisazioni.
Il lavoro della commissione tecnica sull’integrazione tra i due ospedali, come mi è più volte capitato di ribadire pubblicamente in consiglio comunale, è stato effettuato dai singoli dipartimenti che partendo da valutazioni di indicatori tecnici quali il Piano nazionale esiti, il Volume di prestazioni e il decreto ministeriale 70 hanno portato ad assemblare una proposta, ribadisco TECNICA, che sarebbe dovuta essere di supporto alla redazione del piano sanitario regionale per trovare poi eventuale applicazione nei piani attuativi locali. Il sottoscritto ha portato al tavolo di lavoro i 13 punti della mozione approvata dal consiglio comunale di Spoleto lo scorso 23 Dicembre e di questi 9 hanno trovato spazio nel documento. Soprattutto sul punto nascita ho verbalizzato la volontà unanime del consiglio comunale sulla sua riapertura dopo l’eventuale autorizzazione ministeriale, oltre al mantenimento del nostro ospedale nella rete dell’emergenza-urgenza (ospedale sede di DEA di I livello). Avendo condiviso il lavoro TECNICO di questa commissione, dopo le opportune precisazioni riportate sopra e verbalizzate, ho sottoscritto il verbale di conclusione dei lavori. Dal punto di vista TECNICO, quindi, nulla da eccepire, ma veniamo ai punti politici.
La delibera regionale sul “piano di efficientamento e riqualificazione del sistema sanitario regionale” ha velocizzato e per certi versi invertito l’iter di approvazione dei vari documenti programmatori. L’urgenza di questa approvazione è dovuta al buco sostanzioso sulla sanità che la giunta regionale si trova a dover affrontare e relazionare al ministero.
Ecco quindi che la rete ospedaliera viene così riorganizzata “d’ufficio” senza il principale documento di programmazione che è il Piano Sanitario Regionale. Nessuno mette in dubbio la necessità di integrazione tra il terzo e il quinto ospedale della regione (Foligno e Spoleto), ma con questa velocizzazione dovuta, ripeto, esclusivamente a problemi di bilancio, il nostro ospedale si trova in difficoltà:
1) Perchè, a distanza di quasi due anni, il nostro ospedale non ha ancora riattivato il reparto di cardiologia e non è addirittura presente un cardiologo reperibile nelle ore notturne? Ricordo che per soddisfare i requisiti ministeriali di ospedale sede di DEA di I livello devono essere presenti contemporaneamente i servizi h24 di rianimazione, Pronto soccorso e, appunto, cardiologia.
2) Che fine hanno fatto i lavori di adeguamento del pronto soccorso con creazione di posti monitorizzati di semi-intensiva e osservazione breve? Dovremmo essere, così come stabilito, l’ospedale hub dello spoletino e della valnerina, ma le dotazioni strutturali e di personale devono essere adeguate.
3) A che punto è l’iter dell’acquisto del nuovo acceleratore lineare, unico nella Asl, da far funzionare h 12?
4) E’ presente o no la volontà, in caso di autorizzazione ministeriale, di riapertura in tempi brevi del punto nascita?
Queste e molte altre domande è giusto che i rappresentanti politici della nostra città le possano porre in maniera pubblica e puntuale ai decisori politici regionali che sono gli unici titolati a rispondere.
Mi auguro quindi che il consiglio comunale aperto sulla sanità possa essere un momento di proficuo lavoro e non di scontro, nell’interesse unico della nostra comunità.