L’area destinata alla degenza si sviluppa su una superficie di 125 metri quadrati, è annessa al reparto di Medicina Vascolare – Stroke Unit e può accogliere il ricovero sia di uomini che di donne
Taglio del nastro martedì pomeriggio per la degenza di Medicina Protetta per detenuti all’interno dell’Ospedale “Santa Maria di Misericordia” di Perugia. L’area destinata alla degenza si sviluppa su una superficie di 125 metri quadrati, è annessa al reparto di Medicina Vascolare – Stroke Unit (blocco B secondo piano) e può accogliere il ricovero sia di uomini che di donne.
L’assetto del reparto, condiviso con l’Azienda Ospedaliera di Perugia e con il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria (D.A.P.) – Provveditorato regionale per la Toscana e l’Umbria, è composto da: un accesso all’area tramite filtro di ingresso con metal detector, un locale di controllo di videosorveglianza, camere, dotate di servizi igienici – di cui una da due posti letto e due da un posto letto – un locale colloqui e una stanza dotata di “drug bugger compact” per il recupero degli ovuli. Gli arredi, così come gli infissi, sono stati realizzati e installati per garantire la massima sicurezza dei pazienti detenuti e del personale sanitario.
La degenza di Medicina Protetta (che trova fondamento nell’art.7 della Legge 12 agosto 1993 n.296 e successive emanazioni) è destinata al ricovero di pazienti detenuti con patologie a bassa-media intensità di cura, mentre per le patologie che necessitano di trattamento intensivo si farà riferimento alle strutture specialistiche e di alta intensità di cura dell’Ospedale. I pazienti saranno assistiti dal personale sanitario dell’Azienda Ospedaliera, mentre la sicurezza e l’ordine del Reparto sarà garantita dalla Polizia Penitenziaria della Casa Circondariale di Capanne, h24.
“Sono particolarmente lieto che quest’opera, realizzata negli anni dalle precedenti amministratori a cui rivolgo un particolare ringraziamento, possa essere finalmente operativa, dopo lo stop dettato dall’emergenza pandemica, grazie all’impegno e alla sinergia tra istituzioni – sottolinea il direttore generale dell’Azienda Ospedaliera di Perugia, Marcello Giannico – L’assistenza clinica e sanitaria dei pazienti verrà garantita dall’equipe del reparto di Medicina interna vascolare Stroke Unit, diretto dalla professoressa Cecilia Becattini con il supporto del personale medico del reparto di Medicina Interna diretto dal prof Matteo Pirro”.
“In base alle esigenze clinico assistenziali del paziente – continua Giannico – potranno essere attivate, per le altre branche, le consulenze specialistiche dei professionisti dell’Ospedale direttamente nella degenza di Medicina Protetta. L’apertura apporterà molteplici vantaggi a cominciare dal risparmio delle risorse, dal recupero dei posti letto e dall’ottimizzazione del lavoro dell’equipe sanitaria”.
All’inaugurazione è intervenuta la presidente della Regione Umbria, Donatella Tesei, che ha espresso soddisfazione per la realizzazione e l’apertura della degenza protetta all’interno dell’Ospedale di Perugia. Per il Comune di Perugia, ha presenziato alla cerimonia l’assessore alle Politiche sociali, Edi Cicchi e la direttrice della casa circondariale di Capanne, la dottoressa Bernardina Di Mario.
Il Capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, dottor Bernardo Petralia, a conoscenza del traguardo conseguito dal carcere di Perugia di concerto con la Regione Umbria, ha espresso il suo apprezzamento: “Un obiettivo che persegue un’importante linea di indirizzo ministeriale istituendo nell’Ospedale di Perugia una Degenza di Medicina Protetta in grado di potenziare le strutture di assistenza sanitaria penitenziaria e di migliorare l’organizzazione dei servizi del personale”.
Il Provveditorato Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria per la Toscana e l’Umbria, dottor Pierpaolo D’Andria, presente all’evento, ha manifestato alla Direzione della casa circondariale ed ai competenti organi regionali sanitari la più viva soddisfazione per il conseguimento di un importante obiettivo strategico: “La degenza di Medicina Protetta nell’Ospedale ‘Santa Maria di Misericordia’ – sottolinea D’Andria – coniuga il miglioramento dell’assistenza sanitaria alla popolazione ristretta nel carcere di Perugia, con un’esigenza di razionalizzazione dei servizi di piantonamento nei luoghi esterni di cura. evitando possibili frammentazioni nei ricoveri di pazienti con dispendio di personale e problematiche di sicurezza”.
“Anche in questo caso – conclude – il sistema penitenziario umbro evidenzia una proficua sinergia fra amministrazioni in grado di contribuire allo sviluppo dell’esecuzione penale sul versante dell’attenzione ai bisogni e ai diritti delle persone private della libertà personale e sul fronte dell’efficienza dei servizi istituzionali”.