Spoleto

Ospedale, mozione passa con emendamenti Cf | Elettrodotto, 2 quartieri tornano a sperare

E’ filata liscia senza contraccolpi e boutade (era ora) l’ultima assemblea del Consiglio comunale di Spoleto chiamato ieri ad approvare la mozione che impegna il Sindaco Umberto De Augustinis a porre in atto ogni iniziativa a tutela dell’ospedale San Matteo degli Infermi e che ha affrontato a latere il delicato tema dell’elettrodotto.

Ad aprire i lavori della seduta, assente per la seconda settimana di seguito il consulente della Regione Guido Bertolaso (che però il presidente Cretoni ha fatto sapere sarà presente la prossima settimana), sono stati due ospiti di eccezione come il Commissario della Usl2 Massimo De Fino e il Direttore sanitario Orietta Rossi che hanno fatto il punto della situazione sull’ospedale di Spoleto, le assunzioni in corso e tratteggiato, per quanto possibile (il contratto di De Fino è in scadenza alla fine di dicembre prossimo), il futuro del nosocomio una volta terminata l’emergenza. Futuro che comunque dovrà essere inquadrato nel prossimo Piano sanitario regionale. Ed è qui che il sindaco De Augustinis dovrà giocare le proprie carte migliori.

I lavori sono proseguiti per oltre cinque ore (la sintesi non è proprio un dono, specie di certi consiglieri) ma alla fine sono stati approvati anche due emendamenti proposti dal City forum, che ha lamentato di essere rimasto alla porta.

Prima di passare al documento approvato, che proponiamo in fondo a questo articolo, vale sinteticamente riportare quanto segnalato da alcuni consiglieri nelle consuete ‘comunicazioni’.

Scuole, tra chiusure e riaperture accelerate

Ad aprire gli interventi il capogruppo Pd Stefano Lisci che ha interrogato il Vice sindaco Beatrice Montioni per sapere sulla base di quali criteri sono state recentemente chiuse e quasi immediatamente riaperte alcune scuole. La Montioni dal canto suo ha specificato che ogni decisione è stata condivisa con dirigenti scolastici, Asl e Prefettura cercando di limitare al massimo la didattica a distanza al fine di non compromettere la socialità dei bambini. Un argomento criticato sia da Lisci che da Marina Morelli (Forza Italia) che, ricordando i numeri drammatici che la pandemia sta registrando anche a Spoleto, hanno invocato maggiore cautela e magari tenere chiusa la scuola una settimana in più, che far correre maggiori rischi a tutta la popolazione.

A seguire la consigliera Laureti ha annunciato una prossima interrogazione sulle partecipate Vus e Vuscom in merito ad un bando di selezione “attraverso la società Praxi, bando che però non specifica il numero di assunzioni”.

Elettrodotto, quartieri Peep e San Nicolò tornano a sperare

E’ stata poi la volta della consigliera Paola Vittoria Santirosi che ha portato all’attenzione del consiglio l’annosa questione dell’elettrodotto che passa nei quartieri Peep e San Nicolò, “attraversando abitazioni, edifici pubblici, scuole, chiese. Visto che il sindaco si è attivato con la società Terna per cercare di interrarre il costruendo elettrodotto (Colle Attivoli – Santo Chiodo), sarebbe opportuno ampliare la trattativa anche a questa popolosa parte della città. Ho letto sul sito della multinazionale” ha proseguito la Santirosi “che nel 2019 sono stati demoliti 179 km di linee; nel periodo 2010-2019 sono stati demoliti complessivamente 1.268 km di linee. Credo che uno sforzo per la nostra città, peraltro sito Unesco, ma ancor più per garantire la maggiore tutela possibile della salute pubblica, sia doveroso. Per questo annuncio che con il gruppo di Fd’I presenteremo una mozione urgente sperando sia condivisa da tutta l’assise”.

Ad andare incontro alla proposta è stato il consigliere Militoni, firmatario della mozione per il solo tratto Colle Attivoli-Santo Chiodo, che ha proposto all’assemblea di votare l’inversione delle mozioni così da arrivare al prossimo consiglio comunale con un testo che possa raccogliere anche l’istanza del gruppo della Santirosi. Una proposta votata all’unanimità dei presenti.

Ospedale, la mozione definitiva

Ecco quindi il testo della mozione votata all’unanimità dal consiglio che ha fatto propri anche i due emendamenti proposti dal City Forum:

“Il Consiglio comunale della Città di Spoleto,

p r e m e s s o

che in data 31 gennaio 2020 è stato dichiarato lo stato di emergenza sul territorio nazionale a causa dell’infezione da COVID 19;

che, da ultimo in data 7 ottobre 2020, è stato prorogato tale stato di emergenza fino al 31 gennaio 2021 a causa della recrudescenza dei contagi;

che, a seguito della citata emergenza, la legge ha previsto la necessità di individuare appositi ospedali dedicati (ospedali COVID), che sono strutture sanitarie indicata dal piano sanitario regionale per l’emergenza COVID come centri di accoglimento dei pazienti COVID-positivi con vari gradi di sintomatologia;

che la struttura sanitaria adatta ad essere convertita in Ospedale COVID deve possedere dei requisiti di spazi e impiantistica tali da consentire la definizione di aree e percorsi dedicati, dove i pazienti possono essere curati adeguatamente garantendo la sicurezza per loro e per gli operatori sanitari;

che l’isolamento delle aree di degenza deve essere perfettamente garantito ed è necessario delimitare i percorsi dei pazienti in arrivo col contemporaneo allestimento di apposite zone filtro per l’accesso e la vestizione degli operatori con i dispositivi di protezione individuale (DPI) e la zona di svestizione dai DPI contaminati;

che, all’interno di un ospedale COVID può accedere esclusivamente il personale sanitario e tecnico appositamente addestrato necessario al funzionamento della struttura in base alle raccomandazioni e linee guida OMS;

che i pazienti già ricoverati per altre patologie presso una struttura che deve essere riconvertita in Ospedale COVID o sono collocati in un’ala isolata ed indipendente della struttura stessa oppure trasferiti presso altre strutture;

che la Regione Umbria nel periodo emergenziale ha dovuto riconfigurare la rete ospedaliera regionale a temporanea e parziale deroga della propria programmazione e gli ospedali umbri sono stati suddivisi in Dea (Dipartimento emergenza e accettazione) di I livello distinti in due tipologie, nel primo caso riconfigurati per l’emergenza coronavirus e nell’altro per la gestione della patologia acuta e sub acuta medica e chirurgica ordinaria; e ospedali Dea di II livello, come punti di riferimento per la gestione dell’emergenza finalizzata al ricovero dei casi gravi nelle malattie infettive e in terapia intensiva;

che gli ospedali di base sono stati distinti in due tipologie: quelli destinati all’emergenza Covid, e quelli di supporto, che accolgono le patologie mediche di media intensità assistenziale in trasferimento dalle aziende ospedaliere e dai reparti di pronto soccorso;

che la Regione, in ossequio alle disposizioni emergenziali vigenti aveva individuato come ospedali covid quello di Pantalla, quelli di Perugia e Terni e quelli di Città di Castello e Foligno, al fine di raggiungere il numero di posti letto in terapia intensiva richiesto dal Ministero e l’ampliamento dei reparti di pronto soccorso degli ospedali umbri, comprensivo della riorganizzazione degli accessi;

che l’attribuzione all’ospedale di Spoleto della qualità di ospedale COVID non poteva non essere preceduta da un confronto sul tema con l’Amministrazione comunale e la cittadinanza considerato che la Città di Spoleto è il centro più popolato tra quelli umbri colpiti dal sisma del 2016 e all’ospedale di Spoleto fanno altresì capo i comuni della Valnerina per tutte le esigenze sanitarie ivi comprese quelle collegate alle recenti emergenze post sisma del 2016;

che l’ospedale di Spoleto è anche in stretta connessione con la funzionalità sanitaria della Casa di reclusione di massima sicurezza di Maiano di Spoleto;

che attribuire la qualifica di ospedale COVID al nosocomio della Città di Spoleto, comporta lo spostamento della quasi totalità dei servizi previsti, compreso il punto nascite e servizi essenziali ed urgenti in altre strutture regionali;

p r e s o a t t o

che l’incremento esponenziale dei contagi sul territorio regionale, richiede l’individuazione di ulteriori strutture sanitarie per la gestione dei pazienti COVID e che l’autorità regionale ha deciso di attribuire la qualifica di ospedale COVID al nosocomio della Città di Spoleto;

che la pandemia sta vivendo una recrudescenza, con una seconda fase di contagi che appare nei numeri addirittura maggiore della precedente;

che la Regione ha deciso di implementare le strutture adibite alla gestione del Covid 19 implementando il nosocomio spoletino alla gestione dei casi Covid tra i DEA di primo livello, decisione che non è mai stata ufficialmente comunicata né tantomeno condivisa col Sindaco, e questo non può che essere stigmatizzato;

che pesano in questo momento le gravi decisioni del passato come quella di non realizzare un unico ospedale tra i territori afferenti al folignate e allo spoletino, oppure ancora quella delle continue spoliazioni dell’ospedale di Spoleto;

che anche nell’attuale “consigliatura”, su proposta della IV commissione consiliare permanente presieduta dalla consigliera Morelli, documento condiviso con l’associazionismo cittadino, nel giugno del 2019 è stata approvata all’unanimità una mozione che impegnava il sindaco a seguire tutte le vicende che interessavano la valorizzazione del presidio ospedaliero cittadino;

c o n s i d e r a t o c h e

gli effetti della pandemia, che si sta di nuovo abbattendo sulla nostra comunità va affrontata con il giusto spirito di sussidiarietà tra i territori al quale la città di Spoleto non intende sottrarsi ma questo non può prescindere dal coinvolgimento degli attori locali e non può prescindere dal dare garanzie per il presente e per il futuro;

la destinazione del Nosocomio di Spoleto ad Ospedale Covid ha generato perplessità e preoccupazione tra la cittadinanza, anche perché non condivisa con l’Amministrazione comunale, e poiché per come è stata disposta rappresenta una riconversione dei reparti convenzionali in reparti Covid;

è imprescindibile che dei tali reparti utilizzati al trattamento della patologia Covid 19 dovrà seguire comunque il ripristino totale della situazione antecedente la riconversione comprensiva del personale medico-infermieristico;

in data 05.11.2020 c’è stato un incontro informale circa la situazione attuale dell’ospedale tra il Sindaco di Spoleto ed il dott. Bertolaso, consulente della Regione Umbria per l’emergenza sanitaria da Covid-19;

la imminente calendarizzazione di un incontro ufficiale che dovrebbe tenersi in città alla presenza del dott. Bertolaso anche in ragione dell’atto di indirizzo della Giunta Regionale che ha ribadito in data 04.11.2020, così già come specificato nell’Ordinanza regionale n. 67 del 22.10.2020, il ripristino nella struttura spoletina, ad emergenza terminata, di tutti i servizi sanitari originariamente erogati;

il Consiglio comunale IMPEGNA IL SINDACO a compiere tutti gli atti necessari per chiedere e garantire che:

· si assicuri anche in questo momento di emergenza un continuo e proficuo confronto con l’Amministrazione regionale al quale l’Amministrazione comunale si è ispirata sin dall’inizio della legislatura;

· si riapra quanto prima il Pronto Soccorso dell’Ospedale di Spoleto, che oltre a servire alla cittadinanza del nostro territorio è essenziale anche per gli abitanti di tutta la Valnerina e la Zona Sociale coinvolgendo oltre 60000 utenti, territori già duramente provati dal sisma del 2016, garantendo anche un servizio di elisoccorso considerato il vasto bacino di utenti afferenti al servizio di emergenza;

· si mantenga nell’ospedale di Spoleto tutta quella strumentazione medico-sanitaria che è stata donata dalle Associazioni/Fondazioni presso il Nosocomio San Matteo degli Infermi, e garantisca che tali strumentazioni non vengano destinate altrove;

· si mantengano dunque operativi i reparti essenziali al fabbisogno sanitario dell’intero comprensorio (comprendente dunque tutta la Valnerina etc.);

· si organizzino idonee procedure per l’esecuzione di tamponi rapidi, sia per il personale che per l’utenza, e procedure che garantiscano le necessarie condizioni di tutela della salute del personale medico ed infermieristico;

· si valutino la ripartizione del peso in termini di personale, mezzi, posti letto tra tutte le strutture sanitarie del territorio umbro secondo le rispettive caratteristiche, così da garantire una corretta gestione dell’emergenza e al contempo assicurare un livello minimo dei servizi per i cittadini in tutti i territori;

· al ripristino del nosocomio di Spoleto allo stato pre-Covid, ci si adoperi con sollecitudine per potenziare ed efficientare i reparti sanitari presenti, con particolare riferimento a quelli in maggiore sofferenza di mezzi e personale come tra l’altro dichiarato nell’Ordinanza regionale di chiusura temporanea dello stesso;

· una volta terminata l’emergenza COVID, si ripristini il punto nascite, e alla luce di quello che sta accadendo, preveda una moratoria per almeno cinque anni, che permetta di sforare i limiti previsti dalle disposizioni di legge, e questo anche per eventuali limiti imposti per altri reparti, qualora esistenti;

· i macchinari che saranno inviati, restino in buona parte presso il nostro ospedale al fine di potenziare i reparti che saranno ripristinati;

· la Regione intervenga presso enti statali, corpi militari e organizzazioni che gestiscono ospedali e personale nei vari contesti nazionali ed internazionali che possano mandarci da subito personale medico e infermieristico per aiutare le situazioni peggiori e più colpite dal Covid in base al tasso di ricoveri;

​· si inviino immediatamente medici pneumologi, infettivologi, intensivisti, internisti, cardiologi e personale infermieristico e paramedico per il corretto trattamento dei pazienti Covid al fine quindi di garantire:

◦ un numero adeguato di medici nei presidi ospedalieri,

◦ una formazione che permetta loro di agire in totale sicurezza seguendo scrupolose procedure,

◦ DPI adeguati e sufficienti al lavoro da svolgere,

◦ modalità semplici ed efficienti di trasporto ai nosocomi non interamente Covid e alla fruizione di tutti i servizi necessari per la salute, fondamentale per eliminare il congestionamento dell’ospedale e per avviare prima possibile un ritorno alla normalità dello svolgimento delle funzioni del nosocomio anche prima della fine della pandemia,

◦ creare equipe infettivologhe itineranti di supporto ai Medici di Medicina Generale per decongestionare i Pronto soccorso,

◦ definire delle strutture esterne all’ospedale dove indirizzare i casi sintomatici non severi ma con difficoltà logistiche nella gestione della quarantena,

◦ affidare solo i casi gravi alla gestione dei reparti di malattie infettive,

◦ rivedere i criteri di ammissione ai test (tamponi) che siano dinamici e flessibili per evitare di creare involontari diffusori di contagio o prigionieri da Covid-19;

(emendamenti proposti dal city forum e approvati dal Consiglio comunale)

​· la definizione, prima della stesura del Piano sanitario regionale, delle sinergie fra gli ospedali di Foligno e e Spoleto, secondo il documento a suo tempo approvato proprio dal Consiglio comunale;

​· la ricerca dell’impegno da parte della Regione di iniziare proprio dal San Matteo la fase di deflusso nel momento in cui l’emergenza epidemica verrà a cessare, recuperando quindi subito spazi utili per il celere ripristino dei servizi e reparti soppressi, con in primis il Pronto soccorso”.-

I dubbi del City Forum

Di queste ore la presa di posizione del City Forum su alcune dichiarazioni che il Commissario De Fino ha rilasciato ieri, come quando ha parlato di un futuro ospedale o di reparti “di nicchia”. Questa la nota: Ieri in Consiglio Comunale, al quale purtroppo il City Forum non è stato invitato, è stato approvato un documento unitario con il quale, tra l’altro, si chiede il futuro ripristino delle peculiarità tolte al nostro Ospedale . Ben fatto! Però contestualmente il dr. De Fino, commissario ASL2, presente in tale occasione, ha ribadito ancora una volta che il San Matteo, passato il Covid, diventerà un ospedale di nicchia. Ci chiediamo: che significa di nicchia? Il messaggio è subliminale e ci preoccupa fortemente perché, quando si parla di nicchia, di solito ci si riferisce a qualcosa di particolare e specifico: ma solo qualcosa. Potrebbe significare che non tutto ciò che è partito ritornerà? È vero che la decisione finale sarà demandata al prossimo Piano Sanitario Regionale, come è vero che non è lui che politicamente decide ma, da autorevole tecnico, avanzare tale ipotesi, significa essere probabilmente a conoscenza di ciò che sarà ripristinato e cosa no. Altrimenti sarebbe stato un azzardo previsionale, che non è proprio del soggetto previdente che ha dimostrato di essere. Ci auguriamo sinceramente di sbagliare. Nessuno però in Consiglio ha chiesto purtroppo ragione di tale dichiarazione. Sarebbe allora opportuno che il Sindaco, attraverso i normali canali istituzionali, evitando sistemi sino ad ora dimostratisi non produttivi, lo chiarisse subito con chi di dovere. Ripetiamo: è fondamentale sapere, subito, a quali servizi o reparti il dr. De Fino si è riferito quando ha parlato di nicchia! Altrimenti anche il documento unitario, approvato dopo settimane di confronto, diventerà inutile e superato”.

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